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Coraline è il titolo di un singolo dei Maneskin presente nel loro secondo album, Teatro d’ira Vol.1. Questo brano ottiene di certo facilmente l’attenzione dell’ascoltatore, sia per la melodia e il testo triste sia per la sua narrazione, simile a quella di una favola. Su questo brano, i Maneskin hanno detto:
“Coraline” necessita di una precisazione: non è la storia di un uomo cavaliere che salva la principessa in difficoltà. La favola finisce male, non c’è il lieto fine. E’ qualcosa di reale, è l’appassimento di questo fiore, di questa ragazza, e il cavaliere è inerme e impotente di fronte a quello che sta succedendo. Per quanto riguarda Coraline, non è riferito al cartone, al film. La scelta del nome è puramente musicale, fonetica. La storia è reale, della quale non parlerò, riportata in favola e ognuno può interpretarla come preferisce”.
Coraline è quindi, oltre il titolo della canzone, anche un personaggio fittizio, protagonista di questa triste favola, un po’ come la Marlena del primo album del gruppo, Il Ballo della vita.
Ma cos’ha di tanto triste questa favola sotto forma di canzone? Innanzitutto, la Coraline di cui i Maneskin cantano sembra soffrire di anoressia, come si intuisce dalla seconda strofa:
E ho detto a Coraline che può crescere
Prendere le sue cose e poi partire
Ma sente un mostro che la tiene in gabbia
Che le ricopre la strada di mine
E ho detto a Coraline che può crescere
Prendere le sue cose e poi partire
Ma Coraline non vuole mangiare no
Sì Coraline vorrebbe sparire.
Questo senso di tristezza ma soprattutto di dolore, poi, esplode nel ritornello, che recita:
E Coraline piange
Coraline ha l’ansia
Coraline vuole il mare ma ha paura dell’acqua
E forse il mare è dentro di lei
E ogni parola è un’ascia
Un taglio sulla schiena
Come una zattera che naviga
In un fiume in piena
E forse il fiume è dentro di lei, di lei.
Nell’ultima strofa poi, vengono citate diverse parole dal rimando fiabesco, come ad esempio “amore“, “castello“, “mura“, ma dal contesto in cui sono inserite si capisce che questa fiaba non ha un lieto fine. Quest’ultima strofa recita infatti:
Coraline, bella come il sole
Ha perso il frutto del suo ventre
Non ha conosciuto l’amore
Ma un padre che di padre è niente
Le han detto in città c’è un castello
Con mura talmente potenti
Che se ci vai a vivere dentro
Non potrà colpirti più niente
Non potrà colpirti più niente.
Si tratta indubbiamente di un pezzo dei Maneskin davvero molto forte, che ha colpito anche il pubblico internazionale, dopo che ne ha letta la traduzione. Molti giovani si saranno sentiti rappresentati da questo testo, trovando cantate e suonate delle parole che esprimono ciò che sentono. E voi, conoscevate questa canzone?
Residente a Matera e laureata all’Università del Salento in Lingue, Culture e Letterature straniere, le mie più grandi passioni sono musica, film e serie tv e sono anche gli argomenti su cui scrivo di più. Amo questi argomenti così tanto che li discuto anche in un canale youtube
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