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Tagliamo subito la testa al toro: no, non si dice.
È quasi assurdo che sia una cosa da precisare, ma la quantità di persone che ancora sbaglia l’utilizzo di questi due verbi è imbarazzante a dir poco.
Eh, si vede.
Sottolineando che non sapere le cose non è un reato (anche se è sempre bene ricordare che la legge non accetta ignoranza, e a non saper leggere o parlare prima o poi qualche errore nella comprensione delle stesse leggi si commette) è preoccupante il fatto che qualcuno possa non conoscere la propria lingua.
Prima o poi parliamo anche del a lui ci piace
Insegnare ed imparare, seppur facenti parte della stessa sfera semantica (quella della conoscenza), ed essendo quindi facce diverse della stessa medaglia, sono sempre comunque due verbi diversi con due significati estremamente diversi.
Non è questione di transizione
L’errore tipico è quello di considerare i due verbi come se fossero ognuno la versione transitiva e intransitiva dello stesso verbo. Tale errore vive di una errata visualizzazione della visione della discenza: siccome insegnare indica un processo di trasmissione della conoscenza e imparare anche (cambiando solo il soggetto di riferimento: docente e discente), l’errata visione comune vede i due termini come una sorta di diversa coniugazione dello stesso verbo relativamente al soggetto. E così facendo arriva ad usarli indistintamente. Ma esistono verbi che cambiano completamente in italiano? No.
Basterebbe un’analisi
È semplice: in realtà imparare e insegnare (prima o poi parleremo anche della d eufonica) sono entrambi verbi transitivi. Già questo basterebbe a capire che non possono essere lo stesso verbo. Ma per arrivare a vedere a fondo l’arcano, è necessario fare una analisi ancora più approfondita e rivedere lo stesso esempio precedente. I due verbi trattano entrambi della trasmissione della conoscenza, giusto? Ecco. Sbagliato.
Impariamo a riflettere
Insegnare indica un processo di trasmissione della conoscenza.
Imparare invece è relativo al processo di acquisizione della stessa.
E questo, semplicemente, chiude il discorso.
Con buona pace di chi continuerà comunque a usarli uno per l’altro.
Laureato in Belle Arti, grafico qualificato specializzato in DTP e impaginazione editoriale; illustratore, pubblicitario, esperto di stampa, editoria, storia dell’arte, storia del cinema, storia del fumetto e di arti multimediali, e libero formatore. Scrittore e autore di fumetti, editor, redattore web dal 2001, ha collaborato e pubblicato con Lo spazio Bianco, L’Insonne, Ayaaak!, Zapping e svariate testate locali.