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Si dice che si conoscono i verbi, ma…
Anche oggi parliamo di scrittura in maniera diversa.
Stavolta parliamo di quei verbi dotati (per l’immensa gioia di chi non riesce a usarne bene nemmeno uno) di doppio ausiliare: essere e avere. Come ad esempio aumentare, cambiare, cuocere, finire, esplodere, finire, cominciare, fallire, salire, guarire, crescere. In tali verbi l’ausiliare cambia a seconda del significato che deve avere nella frase. Qui c’è anche un elenco più dettagliato.
Non c’avete capito nulla, eh?
Se l’uso è intransitivo (vale a dire: il verbo non regge un complemento oggetto perché non transige, cos’è che vuole ‘sto complemento oggetto? Pussa via, scio’), allora l’ausiliare sarà per forza di cose essere. Ad esempio:
Giambertugo è cambiato negli ultimi anni.
Penso che Giambertugo sia lui.
Sono stati anni difficili
Il verbo è essere: è. Giambertugo è cambiato, punto. “È cambiato” non ha bisogno di nessun complemento, di nessuna specifica, di nessuna descrizione. È cambiato. Il verbo si regge benissimo da solo, è. Non ha bisogno di niente e di nessuno: come Giambertugo, probabilmente, che è un uomo che deve averne subite tantissime ed era proprio arrivato il momento di cambiare. Non transige. Come il verbo.
Se volete ve lo faccio rivedere
Se invece l’uso è transitivo (vale a dire: il verbo regge un complemento oggetto), allora l’ausiliare sarà per forza di cose avere. In questo caso il verbo ha bisogno di qualcosa, da solo non ce la fa, non funziona. Non basta. Si dice transitivo perché la sua funzione è quella di lasciar transitare una spiegazione, una descrizione, una complementarietà al verbo appena espresso.
Giambertugo ha conquistato il mondo.
Un uomo sicuro.
Si però calmati
Giambertugo evidentemente era cambiato davvero tanto, è proprio il caso di dirlo. Ad ogni modo, ha conquistato non funziona da solo, non possiamo dire che Giambertugo ha conquistato. Chi, che cosa? Una ragazza? La fiducia di un amico? Il podio? Ma Giambertugo è ormai un uomo dall’ego smisurato e non si sarebbe certo accontentato di così poco. Quindi la frase ha (avere) bisogno di un complemento: Giambertugo ha conquistato (che cosa?) il mondo. E speriamo gli basti.
Laureato in Belle Arti, grafico qualificato specializzato in DTP e impaginazione editoriale; illustratore, pubblicitario, esperto di stampa, editoria, storia dell’arte, storia del cinema, storia del fumetto e di arti multimediali, e libero formatore. Scrittore e autore di fumetti, editor, redattore web dal 2001, ha collaborato e pubblicato con Lo spazio Bianco, L’Insonne, Ayaaak!, Zapping e svariate testate locali.