concerti e metaverso

Concerti e metaverso: cosa aspettarci

Concerti e Metaverso spiccano il volo. Era il 13 maggio del 2020 quando riportavo su Hermes Magazine l’epocale concerto di Travis Scott su Fortnite.

All’epoca venne definito “concerto virtuale”, poi è arrivato Mark Zuckerberg che, con il suo metaverso, ha ridefinito i termini: ora si chiamano concerti nel metaverso.

Il succo però non cambia e a distanza di due anni tiriamo un po’ le somme di questo nuovo modo di fare concerti da vivo.

Concerti e metaverso: cosa sono

I concerti nel metaverso sono concerti live, quindi dal vivo, che con l’ausilio della tecnologia motion capture consentono al cantante di esibirsi all’interno di una piattaforma virtuale. Dall’altra parte gli spettatori possono accedere alla piattaforma senza spostarsi di casa e vivere un’esperienza immersiva grazie ai visori.

Essendo realizzato tutto in modalità virtuale, che sia Fortnite o il Metaverso o altro, sia il cantante che gli spettatori possono interagire come non era mai successo in passato. Purtroppo però non sempre le cose vanno come previsto.

Essendo una novità c’è ancora tanto da fare ma sicuramente siamo ad una fase di non ritorno.

Cosa piace e cosa no

Tra i lati positivi dei concerti nel metaverso c’è da tenere presente il fatto che sono più inclusivi, consentono maggiori effetti speciali, c’è più spazio per l’interazione.

Contrariamente a quanto si possa immaginare infatti i concerti nel metarverso consentono a chiunque di accedere all’evento, indipendentemente da dove si trovi, dagli impedimenti fisico/logisitici che si possono avere quando si vuole partecipare ad un concerto, cosa che li rende anche meno “costosi” (nessun viaggio da prenotare). Inoltre c’è maggiore interazione con i partecipanti che possono contestualmente giocare durante l’evento.

Quello che non ci piace è che ci sono ancora alcuni limiti nel numero dei partecipanti: teoricamente è illimitato ma nella pratica non lo è ancora. Inoltre ci sono ancora problemi legati alla connessione, per cui se teoricamente sono aperti a tutti, nei fatti sono aperti a pochi e quelli che vi partecipano non sempre raccontano belle esperienze. È il caso del flop del primo concerto dei Foo Fighters nel metaverso, che ha riscontrato non pochi problemi tecnici.

Meglio metaverso o concerto live?

A questo punto arriva la domanda banale: meglio il concerto live o metaverso?
Non voglio fare l’Aristotele di turno, ma la risposta è nel mezzo. Non dobbiamo considerare questi eventi come separati ma complementari.

Ci rispondono nei fatti gli ABBA che questa estate ci propongono il loro concerto ibrido ABBA Voyage, per metà live e per metà nel metaverso. È questa la strada giusta perchè si sa, la musica non ha confini.