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I dolci calabresi sono tantissimi e, nella maggior parte dei casi, le loro origini sono strettamente connesse alle tradizioni religiose. La guta, le nacatole, le sammartine: ognuna delle prelibatezze di questa regione ha un procedimento antico, spesso lungo ed elaborato. Cucinare le pietanze del passato, quindi, diventa quasi un rituale atavico volto a celebrare la storia e il folclore e a rinsaldare i legami parentali.
La storia della guta
Le gute (o sgute) sono delle brioches dalle forme particolari (bambola, colomba, ciambellina intrecciata) che possono essere consumate per colazione o durante i pasti principali. C’è infatti chi ama inzupparle nel latte e chi preferisce farcirle con salumi e formaggi. Possono essere conservate per molto tempo e proprio per questo, nonostante siano dolci tipicamente pasquali, vengono preparate molto tempo prima. Al centro di questa pasta lievitata viene inserito un uovo sodo.
Le origini delle gute risalgono addirittura alla Pasqua ebraica, che era preceduta da un periodo durante il quale non era permesso mangiare dolci lievitati. Esse venivano perciò preparate in anticipo e consumate allo scadere dei giorni di restrizione, per festeggiare.
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Gli ingredienti
– 1 kg di farina forte;
– 3 uova;
– 200 ml di olio di semi;
– 250 gr. di zucchero;
– 100 gr. di lievito madre.
Il procedimento
In una ciotola capiente si sbattono uova, zucchero e olio. Si aggiunge il lievito madre e poi la farina poco alla volta. È necessario impastare a lungo per formare un panetto liscio e omogeneo.
Dopodiché, si passa alla parte più divertente (e complessa): la forma.
Bisogna dividere l’impasto a pezzetti e fare dei cilindri abbastanza spessi. Questi vengono intrecciati tra di loro, per formare poi ciambelline, colombe, bambole e molto altro. La tradizione suggerisce alcune forme ben precise, ma ci si può sbizzarrire.
La guta deve dormire
La guta calabrese deve riposare bene prima di essere cucinata. Per farlo, noi prepariamo un vero e proprio letto: un grande ripiano (ad esempio un tavolo) viene ricoperto da una tovaglia su cui vengono adagiati questi dolcetti. Poi, vengono “rimboccati”, ovvero viene adagiata sopra una coperta. Devono dormire tutta la notte e, una volta cresciuti, bisogna infornare.
La tradizione vuole che le gute vengano cotte in forno a legna accesso con fascine di rami di ulivo secchi, ma oggi ci si può arrangiare anche con il forno di casa. Impostate quindi il vostro forno a 180 gradi circa e fate cuore per un’oretta, controllando di tanto in tanto.
Buon appetito!
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.