Fonte foto: Affaritaliani.it
Nel cuore dell’Arco Ionico del Golfo di Taranto, il Parco Terra delle Gravine è un’area naturale protetta tra le più importanti d’Europa.
Caratteristica peculiare del territorio sono le Gravine, profonde gole rocciose di origine carsica, formate dall’azione corrosiva dei corsi d’acqua che attraversano l’altipiano delle Murge, dirigendosi verso il mare.
Incastonati nei canyon sorgono villaggi rupestri che sembrano cristallizzati nel tempo, resti di insediamenti umani risalenti al Paleolitico, e una selvaggia, ricchissima flora e fauna.
Il Parco
Per un totale di 28.000 ettari, il Parco Terra delle Gravine, istituito nel 2005, comprende 13 comuni della provincia di Taranto: Ginosa, Laterza, Castellaneta, Mottola, Martina Franca, Crispiano, Massafra, Palagiano, Palagianello, Crispiano, Montemesola, San Marzano, Statte.
Il sito ha un grande valore storico grazie alla presenza di villaggi rupestri costituiti da agglomerati di grotte, che un tempo erano ad uso abitativo. L’insediamento umano all’interno delle grotte è cominciato in era Paleolitica ed è durato fino all’età moderna. I villaggi nascevano in zone solitarie, difficilmente raggiungibili. La scelta era dettata dall’esigenza di una vita dedita al lavoro nei campi che andavano difesi da eventuali attacchi esterni.
I villaggi non comprendono solo abitazioni ma anche Chiese, Cripte e Santuari dove lo stile bizantino fa da padrone. Ogni grotta, ogni angolo, ogni anfratto può costituire uno scrigno di tesori che testimoniano la presenza umana nella storia.
A ciò si aggiunge l’aspetto naturalistico: la spettacolarità delle gravine, ovvero i crepacci rocciosi di origine carsica, le cascate, le sorgenti e il particolare ecosistema donano unicità all’area.
La Gravina di Ginosa
Di particolare interesse è la Gravina di Ginosa perché, a differenza di molti canyon rimasti incontaminati nel tempo, questa è stata abitata fino a qualche tempo fa. L’area coincide con il villaggio rupestre Rivolta e Rione Casale che si estende per circa 10 km.
Qui possiamo parlare di un vero e proprio piano di urbanizzazione, basti pensare che i villaggi sono stati localizzati in modo da permettere al sole di riscaldare gli ambienti in inverno, ma non solo: per la raccolta delle acque fu approntato un sofisticato sistema di incisioni lungo le pareti della roccia che incanalavano l’acqua piovana in cisterne a campana.
La pietra, inoltre, veniva modellata dalla comunità locale per le varie esigenze del quotidiano, creando strumenti come lavatoi e abbeveratoi.
Nel quartiere Rivolta troviamo una settantina di case-grotta, con tanto di comignolo che sbuca dal tetto. Al loro interno tutto sembra aver impresso un imprecisato passato: troviamo ancora mensole, zone letto e i ricoveri per gli animali con cui si dormiva per lasciarsi riscaldare.
In alcune abitazioni scavate nella roccia è possibile poi trovare cantine ospitanti l’impianto per la produzione del vino e il forno comune per cuocere il pane.
La promozione del territorio
La promozione, la salvaguardia e la valorizzazione della Terra delle Gravine è assicurata dall’associazione culturale omonima, che nasce dall’esperienza del Comitato Terra delle Gravine.
L’associazione organizza e promuove, in concerto con altre realtà locali, escursioni, percorsi di trekking, e visite guidate, ma anche mostre e spettacoli, finalizzati a far conoscere questo luogo fuori dal tempo da vivere e visitare un passo alla volta e con una guida competente che possa raccontare gli aneddoti e le storie del luogo, conducendo i visitatori in sicurezza attraverso le meraviglie di questa terra.
Classe ’84, laureata in lingue straniere e discipline dello spettacolo. Ama il cinema, le serie tv, il teatro, l’arte e la scrittura. Indossa spesso gli occhiali da sole “per avere più carisma e sintomatico mistero”.
Ha scritto due fumetti (“I Voccapierto’s – Le Origini” e “I Voccapierto’s – Back to the Vocca”) e ogni tanto insegna quel poco che ha imparato in giro. Il resto del tempo aspetta che suo figlio si addormenti per leggere un libro.