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Si chiama Artur Bordalo, è portoghese ed è uno street artist ecologico, vale a dire unico nel suo genere. Classe 1987 e nato a Lisbona, la sua particolarità è quella di ridare letteralmente vita ai rifiuti che trova per strada, trasformandoli in opere d’arte. Un modo unico ed originale per far arrivare a chi ammira le sue creazioni un messaggio che tutti dovremmo prendere seriamente in considerazione: i materiali di scarto si possono e si devono riciclare. E per poterlo fare ci sono davvero tanti modi, molti dei quali davvero creativi. È decisamente il caso di Bordalo II, chiamato così perché tra le altre cose è anche il nipote del famoso pittore Real Bordalo. Che sia forse questo il segreto della sua innata immaginazione, essendo un figlio d’arte? Qualunque sia la risposta a questa domanda, una cosa è certa. Il messaggio da lui lanciato sotto forma di provocazione artistica, è decisamente importante e utilissimo a sensibilizzare le persone su un tema tanto importante come il
consumismo.
Big trash animal
La sua arte è riconoscibile facilmente per due semplici motivi. Non solo perché utilizza i materiali trovati tra rifiuti e discariche, ma anche per le forme che usa dare loro. Assemblandoli con cura e precisione, li trasforma in animali che diventano colorati murales 3D. E che proprio per questo motivo si chiamano “Big trash animal”. Sono davvero molte le opere da lui realizzate, e per di più sparse in molte parti del mondo. Molte di esse sono ovviamente in Portogallo, tra Agueda, Santarém e la sua Lisbona. Ma si trovano anche in Francia, in Svizzera, in Germania. E addirittura fuori Europa, tra Stati Uniti e Thailandia.
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Le sue opere anche in Italia
Per poter ammirare la sua arte, tuttavia, non è necessario uscire dell’Italia. Infatti Artur Bordalo ha voluto portare le sue meravigliose creazioni anche nel nostro Belpaese. Se volete vederle avete ben due possibilità. La prima è nella nostra città eterna, Roma. Precisamente a fine gennaio 2016, l’artista ha realizzato una capra all’ingresso della stazione San Pietro, che collega Italia e Stato del Vaticano. Per farla ha utilizzato biciclette rotte, pneumatici e pezzi di auto.
Fonte foto: casadellarchitettura.it
E la seconda opera? Per quella dovete recarvi a Torino, al teatro Colosseo. Su una delle sue pareti troverete un orso gigante talmente realistico da sembrare quasi vero. Alto ben 8 metri, è stato realizzato con vecchie biciclette, bidoni, pneumatici e vecchi divani. Ed è un omaggio all’orsa Daniza, che venne uccisa nel 2014 in Trentino.
Fonte foto: lanuovaecologia.it
Ovunque voi vogliate dirigervi per poter godere delle sue opere, ne resterete sicuramente affascinati. Ed è di certo questo l’obiettivo di Bordalo: colpire nel profondo rendendosi indimenticabile, il modo migliore per lanciare un messaggio tanto delicato quanto serio.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.