Belisario Corezio

Gli affreschi di Belisario Corezio

Solo nel 2019 è riemerso, dietro le scaffalature dell’Archivio di Stato di Napoli, un ciclo di affreschi seicenteschi di Belisario Corezio (1558-1646?), uno dei maggiori esponenti del manierismo italiano.

A differenza della volta della sala del Capitolo dove, dello stesso autore, si possono ancora ammirare ben conservati gli affreschi che narrano i miracoli evangelici di Gesù, le pareti del grande ambiente, che un tempo faceva parte del complesso monastico benedettino attiguo alla chiesa dei Santi Severino e Sozio, erano già state coperte da scansie e adibite ad archivio del “catasto onciario” nel 1741 da Carlo II di Borbone ed è da allora che le quattro scene dipinte non sono state più fruibili.

La riscoperta e il restauro degli affreschi del Corezio  si affiancano così al già nutrito patrimonio storico e documentale presente nella sede ministeriale partenopea, ricco di importanti testimonianze degli avvenimenti  relativi al meridione italiano dal Medioevo ai giorni nostri.

L’egemonia pittorica del Corezio negli ambiti napoletani

Belisario Corezio

Fonte foto: cosedinapoli.com

Di origini greche, il pittore giunse a Napoli intorno al 1570. Alcune fonti lo collocano precedentemente a Venezia dove potrebbe essere stato allievo del Tintoretto; altre testimonianze invece smentiscono questa possibilità, anche se la sua tecnica pittorica richiama nella “facilità, disinvoltura e felicità di comporre le storie copiose” (De Dominicis) lo stile del maestro veneto.

La sua bottega ottenne presto molte commesse da parte di ordini religiosi, confraternite e privati partenopei. La produzione giovanile  però è quasi tutta andata perduta o danneggiata nel corso del tempo a causa di incendi, crolli e successive ricoperture. Come è accaduto per la cupola del famoso monastero di Montecassino, distrutto durante i bombardamenti del 1944.

Molte però sono le opere ancora visibili come, tra le altre, gli affreschi della sacrestia della  Basilica della SS Annunziata Maggiore, i dipinti della Certosa di San Martino a Napoli o gli affreschi nella Cattedrale di Salerno.

Belisario Corezio

Fonte foto: it.frwiki.wiki

Si racconta che per evitare la concorrenza di altri artisti non esitasse a  ricorrere a minacce e pesenti vessazioni come sembra essere accaduto con Guido Reni (1575-1642) e Giovanni Lanfranco (1582-1647) che preferirono lasciare Napoli dopo alcuni episodi incresciosi accaduti nei loro confronti e attribuiti proprio alla regia del Corezio.

Il pittore morì a 85 anni, cadendo da un’impalcatura mentre ritoccava alcuni affreschi del transetto della chiesa dei Santi Severino e Sozio, dove è tutt’ora sepolto.