Nel 1516 fu commissionata a Tiziano da parte di frate Germano, il superiore del convento dei Frari, una pala di dimensioni imponenti che omaggiasse la Vergine. L’opera che ne uscì rispettò le indicazioni del committente e rimase incastonata tra le meraviglie della storia dell’arte.
Stiamo parlando de l'”Assunta“, pala di 6.90 x 3.60 metri dipinta dal Tiziano tra il 1516 e il 1518 e collocata nell’abside della basilica del Convento dei Frari a Venezia il 19 maggio del 1518.
Fonte foto: unospitedivenezia.it
Oggi l’opera ritorna a farsi ammirare dopo quattro anni di restauri iniziati nel 2018 in occasione del 500esimo anno della sua installazione nella chiesa e svelata al pubblico a inizio ottobre 2022 per il centenario del ritorno dei francescani nella basilica di Santa Maria gloriosa dei Frari, dopo l’esilio a seguito delle soppressioni napoleoniche.
Assunta, la pala di Tiziano
Con la tecnica dell’olio su tavola, la pala è composta da tre ordini di disegno che compongono l’imponente opera.
Partendo dal basso, troviamo gli apostoli, stupiti e osannanti dall’evento che sta coinvolgendo Maria.
Al centro Maria, sollevata dal livello terreno e immersa in una luce radiosa che simboleggia l’accoglimento nei cieli e circondata da una folla di angeli e sorretta da cherubini.
Sulla sommità, Dio, nella sua gloriosa maestà che guarda e accoglie la Vergine con uno sguardo pieno d’amore paterno.
I personaggi sulla pala sono disposti secondo una geometria precisa, a triangolo con slancio verso l’alto, a simboleggiare anche l’ascesa e l’altezza celeste.
Forte l’uso dei colori. Il “rosso Tiziano” e le sue sfumature la fanno da padrone primeggiando sulle altre tonalità della tavola. Si fondono armoniosamente con i toni della luce, morbida e avvolgente che investe la Madonna.
In basso in mezzo al quadro c’è la firma di Tiziano: Ticianus.
Nel 1817 la pala venne trasportata alle Gallerie dell’Accademia, dove subì un primo importante restauro e divenne uno dei dipinti preferiti e osannati dell’Ottocento. Il capolavoro tizianesco è tornato alla sua collocazione originaria nell’altar maggiore della Basilica il 13 agosto 1945, dove oggi si può ammirare nelle esatte condizioni per le quali l’artista l’aveva pensata.
L’opera dopo il restauro
Un primo grande problema sull’opera fu dovuto all’installazione di un organo Mascioni monumentale direttamente dietro la pala, negli anni venti del 900.
Fonte foto: L'Avvenire
L’organo rendeva inaccessibile il retro della pala, aumentava la proliferazione di tarli oltre che danneggiare fortemente il film pittorico con le possenti vibrazioni della musica.
Per fortuna Tiziano, da buon montanaro, conosceva bene il legno e scelse un pioppo curato e preparato adeguatamente. Ma nonostante questo si rese necessario lo smantellamento dell’organo per evitare ingenti danni all’opera.
Il restauro ha interamente sanato i sollevamenti di pellicola pittorica e reso nuovamente brillanti i colori di Tiziano.
I lavori, interamente finanziati da Save Venice, sono stati eseguiti da Giulio Bono per la parte pittorica e Egidio Arlango per la cornice marmorea sotto la direzione del direttore delle Gallerie dell’Accadamia Giulio Manieri Elia e hanno visto coinvolti la comunità parrocchiale dei Frari guidata da padre Lino Pellanda, il Patriarcato di Venezia e la Soprintendenza lagunare.
Per evitare troppi stress all’opera, tutti gli interventi sono stati eseguiti in situ.
Visitare l’Assunta del Tiziano
Sul sito della Basilica dei Frari è possibile vedere settimanalmente in maniera aggiornata l’orario delle visite con eventuali sospensioni.
Bergamasca, ma nomade per il nord d’Italia, classe 1989 e di professione navigo nel mondo del marketing e della comunicazione.
Mi contraddistinguo per la testa dura e la curiosità che mi portano ad interessarmi sempre a ciò che succede nel mondo. Amo l’arte in maniera viscerale, leggo sempre troppo poco per quanto vorrei, cucinare e camminare. Hermes mi da la possibilità di raccontarvi con le mie parole questi mondi e di portarvi a spasso con me.