L’Associazione Verace Pizza Napoletana AVPN compie i suoi primi 40 anni e per l’occasione ha dedicato ben cinque giorni di incontri, assaggi e convegni per celebrare una storia verace lunga quasi mezzo secolo.
Il Museo Nazionale di Pietrarsa ha accolto la giornata conclusiva di mercoledì 3 luglio con “Una storia Verace“, una mattina di convegni dedicati alla storia della pizza, dalle origini al suo valore essenziale all’interno della dieta mediterranea. Il primo talk della giornata, moderato da Luciano Pignataro ha visto l’intervento dello chef Gennarino Esposito, alternato a quello del presidente di Slow Food Barbara Nappini; a seguire Raffaele Sacchi, professore di Scienze e Tecnologie Alimentari e l’antropologa Helga Sanità.
La pizza napoletana: un metodo sinonimo di una città
Coinvolgente l’intervento del presidente di AVPN Antonio Pace, nel successivo talk, che ha illuminato i presenti con la passione e la determinazione che ha accompagnato l’Associazione e tutti coloro che per 40 anni hanno contruibuito attivamente alla tutela della pizza verace napoletana. Un metodo, quello della pizza tradizionale, fatto di forno, banco, impasto, stesura, condimento, cottura ed infine consumo, dove ogni singolo ingrediente è protagonista di qualità e genuinità.
L’arte della pizza, patrimonio immateriale dell’umanità, non è sinonimo di semplicità e dunque di replicabilità con l’AI – come ha tenuto a precisare Pignataro, di risposta alla provocatoria e recente affermazione di Massimo Bottura – nè tantomeno permette l’erroneo confronto tra pizza tradizionale (vista come vecchia, superata) e contemporanea – citando il vicepresidente AVPN Massimo Di Porzio. La pizza napoletana, come afferma il breve intervento video dello scrittore Maurizio De Giovanni, è sinonimo di una città; è metafora di una stratificazione culturale e sociale da tutelare – come ha dichiarato a gran voce l’ex sindaco Antonio Bassolino, in un accorato intervento a sostegno della pizza verace e della sua città.
I talk a Pietrarsa hanno visto inoltre protagonisti Joe Fugere e Peppe Miele, testimoni dell’attività di AVPN nel mondo, così come Ishida Masayoshi e Manabu Odawara, professori dell’Università Ritsumekan Shiga. A testimoniare lo stretto legame con l’Università Parthenope di Napoli, sono invece intervenuti Raffaele Fiorentino, Giorgio Budillon e Raffaele Sacchi.
La pizza più alta d’Europa: AVPN sul Monte Bianco
L’AVPN, con 40 anni di storia alle spalle, ha celebrato l’importante traguardo anche sulla cima più alta d’Europa. Al Museo di Pietrarsa, con la proiezione di un video che ha testimoniato la giornata precedente dell’1 luglio, si è rivissuto lo straordinario evento della pizza più alta d’Europa: un avvenimento che affonda le sue radici nel progetto Pizza Napoletana no limits no borders e che ha portato l’arte della pizza a 3466 metri di altitudine, nel villaggio alpino di Courmayeur, precisamente sul punto più alto della funivia Skyway Monte Bianco a Punta Helbronner.
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L’Associazione Verace Pizza Napoletana
L’AVPN promuove e tutela la vera pizza napoletana dal 1984, anno di fondazione e ad oggi conta quasi 1100 pizzerie affiliate in 56 nazioni, dall’Australia al Giappone, passano per la Russia, l’America e ovviamente l’Europa. La mission dell’Associazione si concretizza da 40 anni non solo riunendo e affiliando pizzerie e pizzaioli che difendono le tradizioni e la cultura di questo prodotto speciale, ma anche attraverso importanti iniziative di successo, quali corsi di formazione, scuole ufficiali, un albo di fornitori approvati dalla stessa associazione, eventi, manifestazioni e fiere di settore in Italia e nel mondo.
Laureata in marketing e masterizzata in comunicazione e altro che ha a che fare con la musica. Fiera napoletana, per metà calabrese e arbëreshë, collezionista compulsiva di vinili, cd o qualsiasi altro supporto musicale. Vanto un ampio CV di concerti e festival.