Foto di Ornella De Carlo
Al MAM di Bologna, il Museo d’Arte Moderna, si apre la stagione delle mostre d’autunno. Quest’anno l’inizio degli eventi vede una collettiva intitolata The Floating Collection, lavoro artistico che nasce con l’intento di studiare le tante importanti collezioni che arricchiscono i Musei Civici (ma non solo) di Bologna.
I linguaggi artistici
The Floating Collection è stato curato da Lorenzo Balbi e Caterina Molteni, i quali hanno tenuto conto della revisione storica dei patrimoni nei musei etnografici e antropologici di tutto il mondo, attraverso cui si sono avviati nuovi approcci alle collezioni e al modo di mediare con il pubblico.
In questa ottica di rinnovamento la mostra di Bologna si propone di posare nuova attenzione sui linguaggi artistici con il fine di leggere, ri-leggere e immaginare la storie delle città, destrutturandoli dalle metodologie classiche e obsolete.
La mostra offre una varietà di stili e tecniche diversi che evidenziano studi sociali uniti da più forme d’arte coetanee e recenti.
“Il museo, nel suo essere struttura coinvolgente e coinvolta nella realtà della città e del territorio e, nello stesso tempo, filtro naturale di esperienze che questa realtà travalicano, può divenire centro culturale nel senso più ampio del termine, ove le cose che diciamo della cultura non solo si presentano, ma si creano, si discutono e magari si contestano per dar vita a quel dibattito fra diversi orientamenti ideali in cui si concreta una politica della cultura che non voglia essere solo nominalmente pluralistica. […] I programmi non dovranno essere visti come giustapposizione di una manifestazione all’altra o semplice somma di iniziative diverse, ma come ciclo di attività finalizzate al dibattito su un problema, che non può certo esaurirsi in una soluzione, anche temporale, fissata in anticipo. […] Ecco perché mi sembra giusto sostituire al concetto di mostra quello più comprensivo e aperto di attività”.
Aveva sottolineato Franco Solmi, direttore della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, che nel suo discorso di insediamento, nel 1975, ne delineava l’identità, la missione e la visione.
Gli artisti
Molto interessanti gli spunti che hanno generato i lavori esposti.
Alcuni esempi illuminanti della creatività degli artisti ci arrivano da Alex Ayed che, per la realizzazione della sua serie “Sun Drawings” ha trascorso settimane a Bologna, visitando i musei della città, soffermandosi con più attenzione alle collezioni del Sistema Museale di Ateneo. Lì ha trovato esempi di catalogazioni e misurazione creati dall’uomo, nei secoli, per misurare il cosmo e le creature terrestri.
Rä di Martino ha rielaborato campioni sonori di antichi strumenti musicali, partendo dalle musiche composte da Mauro Remiddi per il video “Moonbird”, affidandosi alla collezione del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna.
David Jablonowski presenta una sua produzione dal titolo “Geo-fenced commodity futures I-V” che riflette gli studi sui materiali delle collezioni museali.
Oltre al MAMbo ci sono state molte altre istituzioni che hanno collaborato alla ricerca necessaria per “The Floating Collection”.
La pubblicazione
In occasione di questa esposizione uscirà anche il volume “The Floating Collection”, curato da Caterina Molteni, che nel suo saggio sulla collezione ha scritto:
“La collezione fluttuante galleggia nell’aria per essere nuovamente osservata chiedendosi quali altre traiettorie possono essere generate da essa, in che modo le sue parti, con le storie che custodiscono, sono in grado di suggerirci nuove vie di indagine, non solo sul museo ma sul mondo che ci circonda. L’assenza di gravità diventa quindi l’occasione per togliere le mani dai fianchi, alzarle verso gli oggetti, iniziare a rigirarli con attenzione e porci alcune domande.”