“La lista delle cose che, secondo loro, un dirigente donna non deve fare è infinita. Credo si riassuma nella regola che un dirigente non deve essere donna e se, per disgrazia, lo è deve nasconderlo il più possibile”.
Così si esprimeva Marisa Bellisario, la prima dirigente d’azienda donna in Italia, – taglio pixie cut color biondo platino alla Diana Spencer (della quale sicuramente si può affermare abbia “ereditato” anche lo spirito sovvertitore), sguardo fiero e sorriso spontaneo – riferendosi alla sua esperienza da manager cominciata alla Olivetti, azienda tecnologica che negli anni ’60 conosceva la sua massima espansione sui mercati mondiali.
I primi successi
È proprio in questi anni che Marisa comincia il suo lavoro alla Olivetti, dopo un colloquio brillante in una mattinata di fine autunno, la prima di una lunga serie di sfide e intuizioni che presto porteranno questa donna ad avere i primi successi internazionali (come quello del 1965 a New York, dove ottiene il pieno riconoscimento delle sue doti manageriali).
Analista di sistema, incaricata dell’assistenza e dell’avviamento delle applicazioni, Bellisario fece dunque parte della prima generazione di specialisti italiani del computer, definiti come “una compagine di talenti d’altissimo livello e dall’entusiastica motivazione”, ben consapevoli delle opportunità offerte dall’elettronica per la modernizzazione tecnologica dell’industria italiana.
La collaborazione con la General Electric e, di nuovo, con la Olivetti
Il progetto di espansione dell’Olivetti nella grande informatica si arenò a causa delle crescenti difficoltà finanziarie dell’azienda, al seguito delle quali si decise per la cessione dell’attività all’azienda statunitense General Electric. Marisa iniziò allora l’esperienza di lavoro con gli americani, che dal 1965 la rese direttore di prodotto – quindi coordinatore di tutte le fasi, dalla progettazione alla vendita – e le permise di avere una visibilità non indifferente! Pare addirittura che le riunioni si aprissero con la formula, poi divenuta celebre, “Marisa and gentlemen”, essendo lei l’unica donna presente.
Rientrò in Olivetti nel 1971, chiamata dall’allora amministratore delegato Ottorino Beltrami a ricoprire di nuovo un ruolo di grande importanza, cioè quello di responsabile della direzione pianificazione operativa, con il compito di organizzare i rapporti tra le aree della ricerca e sviluppo, della produzione, della commercializzazione e del marketing.
Il suo approccio rivoluzionario al mondo del lavoro
Quella di Marisa Bellisario è stata una sfida alla disparità di genere. Compie scelte coraggiose e lungimiranti, avvia progetti innovativi, e tutto questo lo fa nel contesto di un universo lavorativo fino ad allora pensato esclusivamente a misura di uomo, in un clima di sessismo che disapprova la scelta di un trucco per occhi o di una minigonna piuttosto che dei pantaloni.
Per le donne rappresenta un esempio nuovo e diverso, dimostrando che con il lavoro, i sacrifici e la fiducia in se stesse, si possa arrivare dovunque si vuole. “Per una donna fare carriera è più difficile ma è più divertente” affermava l’intraprendente e carismatica manager, ed è vero che il coraggio, ancor prima grande talento, è stato funzionale a Marisa per ottenere dei risultati mirabili.
La vita privata
Marisa Bellisario è nata a Ceva, il 9 luglio del 1935 ed è morta a Torino, prematuramente, il 4 agosto del 1988. Ha vissuto una vita straordinaria e si è spenta dopo una vita vissuta nell’amore con il marito, Lionello Cantoni, torinese, brillante professore di informatica che ha saputo cogliere il fascino di quella donna dal carattere forte e temerario.
Marisa è morta a soli 53 anni per un cancro alle ossa, e dopo tanti anni rappresenta ancora oggi uno dei massimi esempi del riscatto delle donne verso la parità di genere. Nel suo libro autobiografico esprime il rammarico per non aver fatto di più per le donne: “Non ho vissuto da protagonista il femminismo nei suoi anni più caldi”, dirà; eppure è un fatto che quando arrivò all’Italtel le laureate erano solo il 5% e, dopo pochi anni, saranno il 27%. Marisa decise, tra le tante cose, di far parte della Commissione Nazionale per la parità tra uomo e donna, istituita nell’84 dall’allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi e presieduta da Elena Marinucci.
A lei sono intitolati la Fondazione Marisa Bellisario e il premio omonimo, attribuito ogni anno alle donne che si distinguono nella loro professione ispirandosi ai suoi stessi valori.
Laureata in Archeologia, Storia delle Arti e Scienze del Patrimonio Culturale alla Federico II di Napoli. All’età di 5 anni volevo fare la “scrittrice”, mentre adesso non so cosa di preciso mi riserverà il futuro. Ma una cosa certa è che la scrittura risulta essere ancora una delle mie attività preferite, una delle poche che mi aiuta di tanto in tanto ad evadere dal mondo.