Esistono strani particolari o eccentricità o bizzarre casualità in alcuni dei capolavori dell’arte di tutti i tempi. Dai primi graffiti ritrovati nelle caverne preistoriche, che qualche ricercatore ritiene di poter attribuire a mani femminili e dunque non più a cacciatori che intendevano propiziare la loro battuta, sino al paragone con la dimensione matematica frattale delle opere di Jackson Pollock (1912-1956).
Ma in realtà sono davvero tanti gli oggetti stravaganti o le anomalie che troviamo in lavori nel corso della storia.
Il trittico del monastero
Fonte foto: pittura omnia
Presso il monastero di Visoki Decani in Cossovo è presente un trittico su tavola datato 1300 circa che rappresenta una crocefissione. A destra e sinistra in alto sono presenti due piccoli particolari che sembrerebbero l’effige di due oggetti volanti, con tanto di pilota, che assistono alla scena. La spiegazione ufficiale (e secondo noi la più credibile) è che si tratti dell’umanizzazione del sole e della luna mentre attraversano il cielo. Però non è il solo esempio nella produzione artistica medioevale e rinascimentale a possedere peculiarità di questo genere.
Molte immagini sacre riportano nei cieli sopra di loro forme che la nostra cultura assimila a quelli che definiamo UFO cioè oggetti volanti non identificati. Sino ad arrivare al disegno di Hans Glaser (1500-1573) che raffigura uno strano fenomeno celeste accaduto a Norimberga nel 1561 (di cui esistono anche testimonianze scritte) e che, sinceramente lascia perplesso e sospeso il nostro giudizio.
Bosch
Tutta la produzione del pittore olandese Hieronyimus Bosch (1453-1516) è caratterizzata da personaggi e costruzioni molto fantasiosi e a volte inquietanti. La maggior parte delle quali, sia pur rappresentate nel suo peculiare stile immaginifico, è però di natura simbolica o alchemica. Così ché all’acqua corrisponderebbero sia la misericordia o l’inferno (se ghiacciata) ma anche il mercurio alchemico, civette e gufi l’eresia, gli esserini uomo-uccello o uomo-insetto disegnerebbero la saggezza del grillo, i cigni l’ipocrisia, il cervo sarebbe invece l’emblema del Cristo, l’albero cavo simbolo della morte e così via.
Michelangelo
Una interessante analogia scoperta per caso da un medico si presenta nella “Creazione di Adamo” della Cappella Sistina in Roma, dipinta da Michelangelo Buonarroti (1475-1464) intorno alla prima decade del 1500. La composizione che raffigura il Dio Creatore avvolto da un mantello con angeli è incredibilmente simile alla conformazione di un cervello umano comprese le diramazioni che lo uniscono al corpo. Questo dimostrerebbe la grande conoscenza anatomica dell’artista, nonostante i divieti assoluti vigenti in quel tempo di sezionare i corpi umani.
Altri particolari degni di nota, sempre riguardanti Michelangelo, sono da ricercare nella sua scultura, specificatamente nel “David”: la mano sinistra lungo il fianco della statua è sproporzionata, più grande, rispetto al corpo stesso. Ciò è dovuto alle esigenze di bilanciamento formale che la costruzione armonica dell’opera richiedeva. Un altro dettaglio del David, che ancora una volta sottolinea la padronanza delle peculiarità morfologiche ante litteram che l’artista possedeva tanto magistralmente, è la perfetta ricostruzione della giugulare nel collo abbozzata proprio, come in realtà doveva essere, nella tensione della postura.
Bol
Fonte foto: il Messaggero
Un’altra curiosità, questa volta da ritenersi del tutto casuale, la troviamo nel quadro di Ferdinand Bol (1616-1680): il “Ritratto di bambino”, attualmente presso la National Gallery di Londra. Il bimbo è ritratto in piedi accanto a una tavola imbandita e sulla sua scarpa sinistra nera, appare un piccolo segno bianco, che (meraviglia) ricorda molto il logo presente sulle scarpe da ginnastica della “Nike”.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.