"Black Box" personale dell'artista Tommaso Ottieri alle Gallerie Riunite di Napoli

“Black Box” personale dell’artista Tommaso Ottieri alle Gallerie Riunite di Napoli

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“Black Box” personale dell’artista Tommaso Ottieri alle Gallerie Riunite in via Cavallerizza a Chiaia 57, Napoli, inaugurata lo scorso 31 marzo. L’artista napoletano torna a meravigliarci con le sue opere, dopo il recente successo del progetto al Museo del Tesoro di San Gennaro.

La straordinaria mostra sarà ancora visitabile dal martedì al venerdì dalle 16.00 alle 19.30 fino al 28 aprile.

Fonte foto: Gallerie Piero della Francesca

L’artista è noto per restituire nelle sue opere, immagini di luoghi realmente esistenti (splendidi interni dorati di teatri, chiese barocche, storici palazzi, suggestivi paesaggi notturni metropolitani) ma trasfigurati nelle prospettive attraverso l’uso sapiente della sua straordinaria tecnica pittorica che infonde luce e ombra. Il risultato: una conversione di luoghi in nuove visioni, in non-luoghi immaginari, che suscitano in chi li osserva stupore e meraviglia e inducono a prendere coscienza della sconfinata e straordinaria bellezza di cui siamo attorniati e che spesso scegliamo di non vedere.

Fonte foto: MyWhere

Dalla Città all’uomo: la svolta introspettiva nella produzione pittorica

 In questa mostra Ottieri, a differenza della sua recente esposizione al Museo del Tesoro di San Gennaro, sperimenta una personale indagine sull’uomo: ritratti di volti e di corpi, definiti dal suo linguaggio pittorico, dove squarci di luce improvvisi rivelano frammenti corporei nella loro essenzialità, rimandando al mistero del non visto.

Influenzato dalla lettura di Baruch de Spinosa e dalle sue riflessioni sull’uomo, Ottieri ci conduce verso un’osservazione volta a cogliere la complessità della natura umana, lasciandone intravedere una descrizione più intima e profonda.

 Di seguito il testo di Tommaso Ottieri:

“Con il giudizio degli angeli e la sentenza dei santi, noi dichiariamo Baruch de Spinoza scomunicato, esecrato, maledetto ed espulso, con l’assenso di tutta la sacra comunità.

Sia maledetto di giorno e maledetto di notte; sia maledetto quando si corica e maledetto quando si alza; maledetto nell’uscire e maledetto nell’entrare.

Possa il Signore mai più perdonarlo; possano l’ira e la collera del Signore ardere, d’ora innanzi, quest’uomo, far pesare su di lui tutte le maledizioni scritte nel Libro della Legge, e cancellare il suo nome dal cielo; possa il Signore separarlo, per la sua malvagità, da tutte le tribù d’Israele, opprimerlo con tutte le maledizioni del cielo contenute nel Libro della Legge.

Siete tutti ammoniti, che d’ora innanzi nessuno deve parlare con lui a voce, né comunicare con lui per iscritto; che nessuno deve prestargli servizio, né dormire sotto il suo stesso tetto, nessuno avvicinarsi a lui oltre i quattro cubiti [circa due metri], e nessuno leggere alcunchè dettato da lui o scritto di suo pugno”

Con questo testo veniva scomunicato Baruch de Spinoza, ebreo marrano in Amsterdam. A secoli di distanza questa scomunica non risulta ancora essere revocata. Aveva 24 anni.

Empietà, eresia, maledizione, esecrabile interpretazione della parola di Dio, in un unico, semplice, fino ad allora impronunciato concetto: ogni uomo non è immagine di Dio, non è creato da Dio, non guarda o cerca Dio e non deve sforzarsi di capirlo.

Dio è tutto, e l’uomo è Dio. Ogni cosa presente nella Natura è essa stessa Dio, contenendo le stesse ragioni, gli stessi principi e la stessa forma. Immaginate un frattale, ogni singola porzione: ogni cellula ha la stessa struttura del livello superiore, e di quello sopra ancora, ed infine del tutto.

Non dobbiamo cercare di scoprire cause, essenza o verità. Siamo noi stessi tutto questo. Se solo non ci distraessimo con ogni cosa futile in cui ci imbattiamo nella nostra vita, e che sembra portarci al bene.

“Io ho nove scatole nere di memoria, di ogni volta in cui siete stati a contatto con voi stessi. E che avete dimenticato.” 

Fonte foto: Gallerie Riunite

“Black Box”: in esse racchiusa la consapevolezza di attimi di felicità vissuta

Come l’artista stesso ha dichiarato all’inaugurazione della mostra “Il messaggio delle mie opere è sempre lo stesso. Solo che adesso sono interessato a far vedere la bellezza che è racchiusa dentro di noi, facendo riemergere in superficie, con queste scatole nere, che è anche il titolo della mostra, quelle tracce di memoria di quegli attimi che noi perdiamo inconsapevolmente nel presente per troppa distrazione”.

Fonte foto: Gallerie Riunite

Ritratti, dipinti, scatole nere , che sembrano, in un primo momento, fotografie, istantanee di volti, di corpi, ma che poi, osservandoli più da vicino, svelano un linguaggio pittorico sbalorditivo fatto di tante sfumature di nero (nero fumo, nero d’avorio con lacca viola)  e di squarci di luce improvvisi che dall’oscurità vanno ad esaltare frammenti corporei colti nella loro essenzialità; lo sguardo cade così immediatamente su quei dettagli, su quei profili carichi di luce che brillano e attirano la nostra attenzione su ciò che a volte superficialmente non scorgiamo, rivelandoci tutto il fascino e il mistero del non visto.

“La scatola nera, in realtà, è arancione – spiega l’artista – ed è quella degli aeroplani, una scatola che conserva un percorso di un viaggio, anche all’insaputa di chi sta facendo il viaggio. Ho immaginato queste scatole nere come dei pacchetti, dei forzieri nei quali chiudiamo dei momenti di bellezza, dei momenti di idillio, di grazia, che viviamo e di cui ci dimentichiamo. Bisogna imparare un po’ a disinnescarle, per cui io ho dipinto questi quadri come un invito a raccogliere e rivivere quei momenti, quegli attimi (anche immaginari) che ci hanno messo in contatto con noi stessi facendoci capire cos’è la vera felicità.”

Fonte foto: Gallerie Riunite

Nove dipinti, realizzati su delle scatole, allestite al muro in occasione della mostra, ma che possono essere anche posizionati a terra o disposti su un qualsiasi piano. Scatole, che sono anche di dimensioni più ridotte rispetto ai soliti formati adottati dall’artista, e che possono in questo modo essere trasportabili, mobili; scatole da poter portare con sé per ovunque e da poter aprire nel momento del bisogno per ritrovare la via del bene e riscoprire il vero senso della vita. 


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