La mostra Fronte Retro è visitabile dal 19 gennaio al 1° maggio presso il MAMbo – Museo di Arte Moderna di Bologna. La mostra è curata da Lorenzo Balbi e Davide Ferri e promossa da ART CITY Bologna 2022.
Conferenza stampa
La logica della mostra procede a ritroso: la parte esposta al MamBo è quella “antologica”, che riassume la carriera dell’artista dal 1997 – anno in cui decise di partire per Londra per perfezionare gli studi – al 2020. Si tratta di un totale di circa 50 opere.
Come afferma lo stesso Zuffi, il periodo dal ’97 al 2003 è stato pieno di espressività e grande attività, per poi diventare più essenziale dal punto di vista numerico negli anni successivi. Negli ultimi anni è rinata. la necessità di esprimersi in maniera corposa.
L’altra parte, in cui sono esposti i lavori contemporanei, invece è concentrata a Palazzo Toschi. L’ordine delle opere esposte non è cronologico, né lineare o tematico: fornisce allo spettatore la possibilità di trovare una trama.
Quest’esposizione ha permesso all’artista di fare anche un po’ il punto sul suo percorso personale.
Durante la conferenza stampa i partecipanti e gli esponenti dell’amministrazione hanno sottolineato l’importanza della decisione di tenere i Musei aperti, affermando che “è un segnale molto forte per la città”.
Le sale espositive
Accedendo alla prima sala il visitatore è accompagnato dalla proiezione di due video di performance nelle pareti opposte, tra cui la celebre “The Reminder” del 1997. In questa performance il corpo si tende e si irrigidisce fino al limite delle proprie possibilità.
Al centro dell’anticamera si trova una finestrella da cui si scorge il centro dell’altra sala; la grandezza della finestra è un po’ un richiamo alla città che ospita la mostra, la famosa finestrella di Via Piella, da cui è visibile uno dei canali di Bologna. Inoltre, prima di accedere alla sala principale il visitatore osserva “Quello che eri, quello che sei”(2015), rappresentata da due mazzi di chiavi non lavorate.
Nella sala principale, moltissime opere che si integrano perfettamente con l’ambiente sia per forme spaziali sia per tonalità cromatiche.
Sulla sinistra: cumulo di sabbia che ha lo stesso peso del peso corporeo dell’artista quando lo ha immaginato.
Al centro le scomposizioni spaziali di edifici: si tratta di osservatori astronomici, oggetto privilegiato dall’artista, che sembrano volteggiare nello spazio e restituiscono un’idea plastica, di movimento. Il senso dell’osservatorio astronomico può essere accomunato alla necessità di cambiare punto di vista, cosa che l’artista fa spesso nel corso della sua carriera, sperimentando diverse forme espressive: fotografia, scultura, performance e video.
Nella sala centrale sono presenti anche altre due performance: si tratta di Moving withouth touching (1997) in cui l’artista sposta della segatura utilizzando il getto d’aria di un phon.
La compresenza di diverse forme d’espressione restituisce al visitatore un clima di equilibrio, dato proprio dalla tensione tra forze diverse. Tutto è mutabile, malleabile: l’idea di plasticità è presente in ogni parte della mostra.
Come affermato dai curatori, importanza particolare assume il concetto di attivazione: la mostra non sarà statica, ma durante le visite si animerà grazie a performance di diverso tipo. Nella sala principale uno spazio è dedicato proprio ad ospitare una performance; si tratta di “Partita a bocce con frutta”, (2008) La visita a “Fronte Retro” diventa così piena di novità, e da intendersi come un organismo vivente. Anche l’utilizzo di materiali “porosi” va nella direzione del cambiamento e di adattabilità al contesto.
Nell’ultima sala sono presenti alcune opere provocatorie, in cui la ricerca artistica di Zuffi arriva a “non produrre nessun risultato”. Un’altra opera mostra due liste di artisti italiani invitati a partecipare ad una mostra: una provvisoria e una definitiva. L’unico nome non confermato è quello dell’artista.
La visita a “Fronte retro”, mostra personale di Italo Zuffi, è l’occasione per scoprire quanti modi diversi esistano per comunicare col pubblico e per esprimere la propria personalità.
Sociologa calabrese con specializzazione in sviluppo del territorio, particolarmente interessata ai temi delle aree interne e della loro valorizzazione e ripresa economica.
Con questi obiettivi ho creato Let’s CA, una piattaforma che racconta il territorio dal punto di vista paesaggistico, culturale e associativo. Ne portale si supportano le piccole realtà, pubblicando costantemente le esperienze da vivere nella Locride e nell’Area Grecanica. Di recente insieme ad altri soci è stata costituita l’Associazione di promozione sociale Let’s Ca – Andiamo in Calabria, che porta avanti i valori nati da questo percorso.
Su Hermes scrivo di svariati temi, anche se prediligo gli argomenti di experience ed di arte.