Il Museo Civico che ospita la collezione Armando Lia a La spezia è collocato in un complesso architettonico che un tempo ha ospitato il convento dei frati minimi di San Francesco da Paola, costruito attorno al 1616. L’adattamento museale risale al 1996 e da allora ospita molte pregevoli opere sia pittoriche che scultoree che di oggettistica liturgica e archeologica, donate dal collezionista Armando Lia alla città di La Spezia.
Nelle sue numerose sale si possono ammirare opere d’arte di diverse epoche storiche, come la testa in calcare risalente al V secolo A.C., proveniente da un antico tempio cipriota, numerosi bassorilievi , miniature, antichi gioielli, oggetti in avorio, sino ad arrivare al presunto “Autoritratto” del Pontorno, al “Ritratto di gentiluomo” di Tiziano o ai Caravaggeschi e alle vedute veneziane di Canaletto e Bernardo Bellotto.
“Dante e Giotto. Dialogo e suggestione”
Dal 2 ottobre scorso, fino al 19 dicembre 2021 alcuni ambienti del Museo ospitano , nell’ambito delle celebrazioni dantesche, una interessante esposizione, promossa dal Comune di La Spezia, a cura di Andrea Marmori e Francesca Giorgi : “Dante e Giotto. Dialogo e suggestione” che vuole spaziare nella cultura trecentesca sia con opere già presenti in situ, come i numerosi dipinti a “fondo oro” dell’epoca o il “Compianto” di Lippo di Beninveni, sia con apporti provenienti da varie sedi museali. Come la “Madonna con il Bambino” di Cimabue, nel quale probabilmente intervenne pittoricamente anche il giovane Giotto di Bordone, o il “Santo Stefano” realizzato dal pittore toscano attorno al 1320. Sono presenti anche codici miniati e materiali librari che vogliono testimoniare la grande influenza che la concezione giottesca della rappresentazione del reale, ha avuto nell’arco della sua epoca.
Le affinità culturali
I brani della “Divina Commedia” e di altri lavori letterari del tempo che accompagnano la visita delle sale espositive, anche in un allestimento scenografico, vogliono riallacciarsi e mettere in evidenza quel pensiero innovativo che pervadeva tutta l’espressione artistica in un’epoca ricca di nuovi spunti e aperture verso il futuro.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.