Il fascino dei paesaggi della Normandia, la piccola penisola francese sul Canale della Manica, i suoi pianori, le sue coste frastagliate, le falesie e il cielo che si perde all’orizzonte di un mare di un blu profondo e dai riflessi cangianti, hanno davvero ammaliato quel gruppo di giovani, rivoluzionari pittori che amavano così tanto confrontarsi “en plein air” con le bellezze della natura selvaggia e della luce che dava forma alle armonie e alle sfumature di colore cosi intense e mutevoli.
Gli Impressionisti, appunto, autori del calibro di Claude Monet, Pierre Bonnard, Jean-Baptist Corot, Gustave Courbet, Pierre-Auguste Renoir, allora quasi sconosciuti, denigrati dalla critica ufficiale per le loro idee di rappresentare la meraviglia attraverso la riproduzione e l’interpretazione del paesaggio naturale, sono riusciti a fermare sulla tela quelle emozioni che tanto li entusiasmavano, e a cambiare il corso della ricerca artistica a loro posteriore.
Fonte foto: Getty institut
La mostra
Firenze a 150 anni dalla nascita ufficiale dell’Impressionismo, ha voluto rendere omaggio all’esperienza normanna del gruppo con la mostra: ”Impressionisti in Normandia”, che avrà luogo dal 22 novembre prossimo sino al 4 maggio 2025, presso le strutture espositive del Museo degli Innocenti, il grande complesso monumentale progettato da Filippo Brunelleschi e tuttora sede dell’Istituto degli Innocenti di cui il Museo è parte.
Oltre 70 le opere famose esposte, come, tra le altre, “La spiaggia a Trouville” di Courbet o di Renoir: “ Tramonto, veduta di Guernesey”. Capolavori assoluti della produzione artistica della seconda metà del diciannovesimo secolo, provenienti dalla Collezione Peindre en Normandie, una delle più prestigiose raccolte al mondo per la pittura impressionista, insieme a prestiti del Musée d’Art Moderne di Le Havre e di collezionisti privati.
L’autorevole esposizione è realizzata con il patrocinio del Comune di Firenze, e prodotta e organizzata da Arthemisia, in collaborazione con Cristoforo, BRIDGECONSULTINGpro e PONTENOVE GMBH ed è curata da Alain Tapié.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.