Nel panorama dei grandi nomi dell’arte contemporanea italiana si è fatto conoscere Jago, pseudonimo di Jacopo Cardillo, scultore dalle incredibili abilità che attraverso le sue opere sta riscuotendo successo e ammirazione in tutto il mondo.
Jago esprime la sua arte principalmente attraverso la scultura ed è in grado di plasmare il marmo come fosse creta, animandolo di una vitalità incredibile e di un estremo realismo. Secondo l’artista, la scultura è il linguaggio attraverso cui riesce ad esprimere emozioni e soprattutto riesce a comunicare concetti contemporanei attraverso un’arte senza tempo.
Lookdown, l’opera di Jago in piazza del Plebiscito
Nella notte tra il 4 e 5 novembre 2020 Jago, documentandolo attraverso un video sulla sua pagina Instagram, ha depositato al centro di Piazza del Plebiscito a Napoli la sua scultura intitolata “Lookdown“, raffigurante un neonato in posizione fetale legato con una catena che lo tiene inchiodato a terra.
L’opera simboleggia gli ultimi, gli emarginati e i meno fortunati tanto che il bambino è stato chiamato Homeless (tradotto “senzatetto”). Il piccolo è dunque simbolo di fragilità e incertezze. Il titolo provocatorio fa leva sull’assonaza tra “Lockdown” e “Look Down“, guarda in basso, ovvero accorgiamoci di chi sta male, dei più deboli, messi in ginocchio dalla crisi economica derivata dalla pandemia.
Jago a Napoli: provocazione e invito a riflettere
L’arte è anche provocazione e Jago lo sa perfettamente. Ha depositato “Lookdown“, con un valore stimato sul milione di euro, in mezzo a una piazza alla mercé di possibili atti vandalici, sguardi curiosi e commenti fuori luogo. Ma l’arte è anche questo, l’arte fa riflettere e fa discutere e visto il profondo significato dell’opera, ogni eventuale gesto assumerà un significato e una chiave di lettura sulla società alla quale è stato affidato.
Un opera per dare voce a chi voce non ne ha.
Bergamasca, ma nomade per il nord d’Italia, classe 1989 e di professione navigo nel mondo del marketing e della comunicazione.
Mi contraddistinguo per la testa dura e la curiosità che mi portano ad interessarmi sempre a ciò che succede nel mondo. Amo l’arte in maniera viscerale, leggo sempre troppo poco per quanto vorrei, cucinare e camminare. Hermes mi da la possibilità di raccontarvi con le mie parole questi mondi e di portarvi a spasso con me.