Fonte foto: Volt Magazine
Più di 500 immagini, che fanno parte della collezione privata di Anton Corbijn, fotografo e regista olandese, che ha seguito, diretto e curato l’immagine dei Depeche Mode.
Il libro
Si tratta di un volume, dalle dimensioni non indifferenti – 31,5 x 44 cm, kg 5.86 e 512 pagine – sulla cui copertina sono raffigurati i Depeche Mode, su sfondo marroncino. All’interno si possono trovare foto prese da eventi pubblici come concerti, interviste, servizi, altri scatti – alcuni dei quali inediti – provengono da momenti privati; si possono ammirare anche copertine, schizzi o disegni delle scenografie dal vivo. La collezione è completata da varie annotazioni dell’autore, oltre che da una lunga intervista dello stesso; l’insieme è contenuto in una scatola rigida.
Chi sono i Depeche Mode
Sono un gruppo inglese del panorama pop elettronico, formatosi nel 1980, nei pressi di Londra, per la precisione a Basildon. La formazione originaria comprendeva Dave Gahan (voce), Martin Gore (chitarra e tastiere), Andy Fletcher (basso e tastiere) e Vince Clark (tastiere, chitarra e drum machine), quest’ultimo ha abbandonato la band nel 1981, per dar vita agli Yazoo e agli Erasure, ottenendo un buon successo. Dal 1982, si è unito alla band Alan Wilder (pianoforte, tastiere, basso, batteria e percussioni), che ha lasciato nel 1995.
Hanno prodotto canzoni dal sound inconfondibile che è diventato il loro marchio di fabbrica: un tipo di musica coinvolgente, con melodie semplici ma accattivanti, drum machine sempre presenti, con ritmi martellanti, il tutto lungi dell’essere banale, anzi, le loro produzioni sono sempre state intelligenti, nulla è mai lasciato al caso; è la pignoleria a far da padrona durante le sedute di registrazione. Nella loro quarantennale attività, seppure a periodi alterni, hanno mietuto successi; tra i più importanti ricordiamo: “I just can’t get enough” (1981), “Everything counts” e ”Master and servant” (1983), “Blasphemous rumours” e “People are people” (1984), “Never let me down again” e ”Strangelove” (1987), “Personal Jesus” (1989), “Enjoy the silence” (1990), “Walking in ny shoes” (1993), “Dream on” (2001). La carriera artistica, però, non è stata solo caratterizzata dai successi musicali, un ruolo importante hanno avuto anche l’immagine ben curata e produzioni video azzeccate, fondamentali per la promozione della band. Tutto questo grazie al genio di Antony Corbijn, che – come già detto – ha iniziato la collaborazione con i DM nel 1986, anno in cui diresse un loro video: i ragazzi della band furono talmente soddisfatti di quel lavoro, che vollero che lui divenisse il loro direttore creativo. Scelta profetica.
Chi è Antony Corbijn
Fotografo e regista olandese, da sempre affascinato dal mondo della musica rock. Fin dall’inizio ha avuto l’opportunità di ritrarre personaggi illustri di quell’ambiente, come Johnny Cash, David Bowie, Iggy Pop, ma anche Frank Sinatra, Miles Davis, spostando talvolta l’obiettivo verso altre celebrità, del cinema, dello sport della moda e della letteratura, come Robert De Niro, Martin Scorsese, Salman Rushdie, Michael Schumacher, Naomi Campbell, giusto per fare qualche nome. Le sue foto sono caratterizzate dai soggetti ritratti in situazioni naturali, oppure scatti rubati preferiti alle foto in posa, che lui riteneva – a ragione – poco spontanee. Ha collaborato con le più famose riviste come Rolling Stone, Vogue, Stern, Max, Glamour. Parallelamente all’attività di fotografo, si è cimentato nella produzione di video musicali per David Sylvian, Joni Mitchell, Nick Cave, Red Hot Chili Peppers, U2, Nirvana oltre ai già citati Depeche Mode, ottenendo dei riconoscimenti, come l’MTV Music Award per il miglior video, nel 1993, con “Heart shaped box”, dei Nirvana.
Curiosità
Tornando al libro, la collezione è stata pubblicata da una casa editrice tedesca che si occupa di arte, fotografia e architettura, la Taschen, che ne ha prodotto due edizioni:
– Collector’s Edition, tiratura di 1986 copie, numero non casuale, visto che si tratta dell’anno di inizio della collaborazione tra l’autore e i Depeche Mode, celebrando, così, una delle collaborazioni più durevoli nella storia della musica moderna; ogni copia – venduta alla “modica” cifra di 750 euro – è autografata dal fotografo olandese e dai membri della band.
– Due Art Edition, 100 copie – già esaurite – con stampe fotografiche alternative firmate da Corbjin. Vendute al meno modico prezzo di 1.500 euro.
Peccato che io debba ancora finire di pagare la macchina altrimenti, avrei volentieri fatto un pensierino alla Collector’s Edition; mi sarei “accontentato” anche di comprare una delle cento Due Art Edition, ma mi risulta siano già esaurite, altri acquirenti sono stati più lesti di me. Maledetti!
Nato in un torrido ferragosto del 1968 a Milano, dove vive tutt’ora.
Si considera vecchio fuori, ma giovane dentro: in realtà è vecchio anche dentro.
La scrittura è per lui un piacere più che una passione, dal momento che – sua opinione – la passione stessa genera sofferenza e lui, quando scrive, non soffre mai, al massimo urla qualche imprecazione davanti al foglio bianco.
Lettore appassionato di generi diversi, come il noir, il thriller, il romanzo umoristico e quello storico, adora Calvino, stravede per Camilleri e si lascia trascinare volentieri dalle storie di Stephen King e di Ken Follett.
Appassionato di musica, ascolta di tutto: dal rock al blues, dal funky al jazz, dalla classica al rap, convinto assertore della musica senza barriere.
Nel 2020 è uscito il suo primo romanzo, dal titolo “L’occasione.”, genere umoristico.
Ha detto di lui Roberto Saviano:”Non so chi sia”.