Henri Cartier-Bresson (1908-2004) è uno dei più importanti protagonisti culturali del ‘900. Considerato il pioniere del fotogiornalismo, solo a sentirne il nome sono già emozionato. Un mostro sacro della fotografia mondiale, non di una generazione, ma in assoluto. La sua opera ha una portata tale, che mi sono rifiutato di avere una sua raccolta a casa. Testino, Newton, Ritts, Griffiths, McCurry etc sono istanti. Sono stati Capa, Doisneau, Cartier-Bresson a insegnarmi che sono ricordarmi che le foto sono vita. Tu guarda una foto vera, e dimmi se è solo un istante. Io ci vedo una storia. Anzi una narrazione. Dal passato al futuro dentro le ombre. Disse proprio Henri Cartier-Bresson: “La fotografia può fissare l’eternità in un istante”.
Fonte foto: Mudec.it
Al Mudec di Milano Fino al 3 luglio 2022 troverete una mostra personale dei reportage dalla Cina di Henri Cartier-Bresson. Cinque motivi per non perderla.
1) È la prima volta di Henri Cartier-Bresson in Italia, un’occasione imperdibile per guardare le fotografie dal vivo, secondo lo stile voluto dal maestro. Ogni grande fotografo, infatti, ha uno stile per scattare, e uno stile per stampare le fotografie. Solo dal vivo è possibile apprezzare appieno le caratteristiche originali. E se non avete ancora visto il Mudec, a maggior ragione, è l’occasione giusta.
Fonte foto: Mudec.it
2) Nel 1947 è tra i fondatori della storica agenzia Magnum, nel ‘53 ha pubblicato “Il momento decisivo”, considerato una vera e propria “Bibbia” per tutti i fotografi di reportage. Fu attivo come fotogiornalista fino alla fine degli anni ‘70.
Fonte foto: https://www.magnumphotos.com/
3) Besson non è un grande fotografo, è stato definito l'”occhio del secolo”, per la capacità di cogliere il “momento decisivo”, sottraendo alla fugacità dell’istante volti, luoghi e scene in tutto il mondo.
Fonte immagine: https://www.magnumphotos.com/
4) L’esposizione va oltre il semplice omaggio al grande “Occhio del secolo”: è grazie a questo servizio fotografico che nel 1950 Henri Cartier-Bresson divenne l’esponente primo e più grande del “nuovo” fotogiornalismo, andando oltre la creazione della più grande agenzia fotografica mondiale, e creandone un nuovo stile, che si spoglia della rappresentazione degli eventi vestendosi di poetica, maggiore distanza, attenzione alle persone e all’equilibrio dell’immagine.
Fonte foto: Amazon.it
5) L’importanza storica delle foto della mostra va oltre la fotografia, ma ci ha permesso di vedere un periodo fondamentale della storia della Cina, dalla caduta del Kuomintang all’arrivo di Mao Zedong; i passaggi chiave di una fase storica epocale: ancora oggi, quei suoi scatti mostrano com’era la quotidianità nella Cina tradizionale, ovvero appena prima dell’instaurazione del nuovo regime.
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Antonio Di Cesare, classe 68, lavoro nel mondo dell’informatica. Negli anni ’90 pubblico articoli tecnici e di costume sul mondo ‘nerd’ su alcune riviste specializzate. Recentemente riscopro il piacere di scrivere in una dimensione più intima, quasi come strumento terapeutico, per cercare, per chiarire. E per esibire me stesso.