La fluidità nell'arte metamorfica di Leiko Ikemura

La fluidità nell’arte metamorfica di Leiko Ikemura

Fonte foto: Wikipedia

L’affascinante e mistica Leiko Ikemura è un’artista giapponese naturalizzata svizzera. Nella sua versatile e poliedrica ricerca artistica, spazia dalla pittura al disegno, dalla scultura alla fotografia, consegnandoci delle opere squisitamente delicate, intime, spirituali, spesso perturbanti, ma estremamente interessanti, perché esiti di un’esplorazione nel proprio intricato universo interiore.

Biografia di Leiko Ikemura

Leiko Ikemura nasce nel 1951 a Tsu, nella prefettura di Mie, in Giappone, attualmente vive e lavora tra Berlino e Colonia. Si trasferì in Europa nel 1973, dove studiò arte all’Università di Siviglia, in Spagna. Per diversi anni ha vissuto in Svizzera, luogo in cui si dedicò specialmente alla sperimentazione di un disegno espressionista e alla realizzazione di dipinti di grandi dimensioni, questi ultimi divenuti poi iconici nel suo lavoro degli anni ’80. Nel 1985 l’artista si trasferì prima a Colonia e poi a Berlino, dove divenne professoressa alla Universität der Künste nel 1991.

Nei primi trent’anni di carriera, Leiko Ikemura si misurò con la ritrattistica e la pittura di paesaggio semi-astratto, saggiando le infinite possibilità espressive ed evocative degli acquerelli e della pittura ad olio, per poi consacrarsi, nella seconda metà degli anni ’80, alla scultura. Ikemura si approcciò alla scultura in modo flessibile, sperimentando una pluralità di materiali; dal bronzo all’argilla, dalla terracotta alla materia vitrea, dando vita a forme biomorfe, frammenti di figure femminili e creature ibride (volti umani e piccoli alberi al posto delle orecchie).

White Head with Trees, 2017, glazed terracotta, 40 x 38 x 26 cm, private collection.

I ricordi d’infanzia nel suo nativo Giappone, come i diversi luoghi occidentali dove si è formata e ha costruito la sua identità d’artista, sono per Leiko, tasselli di vita che hanno notevolmente contribuito alla genesi e all’evoluzione di un’arte essenzialmente metamorfica, onirica e mutevole.

Negli ultimi decenni Leiko Ikemura si è concentrata prettamente sui paesaggi, monumentali e cosmici, nei quali esseri umani e natura si fondono, indagando questioni esistenziali e promuovendo una dimensione spirituale e ambientale priva di confini e categorie di genere, razza, sesso.

Dichiarazioni dell’artista

“Ho cominciato con il disegno perché per me era importante il suo carattere di immediatezza, la sua rapidità, potrei paragonarlo a un flusso spontaneo che sgorga dall’inconscio. Fin dagli inizi, l’investigazione del mio mondo interiore si è sviluppata di pari passo con l’investigazione delle diverse modalità di realizzazione del disegno. Solo in seguito ho trovato il mio linguaggio pittorico. Altrettanto importante, sebbene molto più complesso. Perché non si tratta solo di tracciare delle linee, ma intervengono il colore e la superficie e diverse dimensioni delle quali bisogna tener conto. Entrambi questi media mi sono serviti per esplorare l’universo che si celava dentro di me, un’esplorazione che sorprendentemente mi ha condotto, facendola riaffiorare, a una sorta di memoria collettiva.

“Direi che questo resta, al di là degli strumenti che utilizzo per esprimerlo, il fondamento del mio lavoro. Dopo vent’anni di attività ho iniziato a sperimentare un approccio più fisico alla materia, una diversa connessione che definirei corporea, addirittura sensuale, e molto stimolante. A questo contesto è ascrivibile la scultura, della quale mi affascina il punto di vista, la sfida di oltrepassare il punto di vista unico mettendo in atto un’interazione tra corpo e opera. Quello che per me è importante, al di là del mezzo che utilizzo, è l’assoluta libertà di dare vita, dal punto di vista creativo, a qualcosa di sempre nuovo. Allora, al cospetto di quel nuovo, torno come bambina, con lo stesso entusiasmo.”

La poetica artistica e il ruolo cruciale della figura femminile

L’opera di Leiko Ikemura si caratterizza per un linguaggio visivo articolato e altamente espressivo. Nella sua produzione artistica che potremmo definire ibrida, lkemura si concentra sulla figura umana e sulla sua posizione nel mondo. Le figure femminili, iconiche nel suo lavoro, appaiono come fluttuanti e celestiali presenze cristallizzate e contestualizzate in paesaggi eterei ed impalpabili (memori del Simbolismo francese di Odilon Redon). L’ikemura ne indaga e rivela al contempo, tutta la fragilità e complessità del loro mondo interiore.

Leiko Ikemura, Two Girls Sitting, 2021, tempera and oil on jute, 27 1/2 × 31 1/2".

“Per il fatto stesso di essere generativo, il corpo di una donna custodisce dentro di sé il cosmo intero. E con esso il mistero della vita… ”

Queste figurazioni femminee sono soggetto privilegiato di una pittura senza tempo, espressione di una personale rappresentazione della condizione esistenziale contemporanea. Osservarle è un’esperienza intima, che trasmette un crescente desiderio inappagato di completezza.

Dunque, nella sua poetica artistica, l’Ikemura, indaga oltre la dimensione femminile, l’alternanza di spazi pieni e spazi vuoti, di finito e non-finito, inteso come tensione verso l’infinito. C’è un evidente carattere di indefinitezza nelle sue opere, qualcosa che è lasciato aperto all’interpretazione, ma che è connesso alla transitorietà e alla caducità dell’esistenza umana.

Un lirismo pacato permea tutta la sua produzione che riflette l’esplorazione del suo io interiore, dei suoi sentimenti. L’uso del colore, elemento chiave nelle sue opere, incarna una possibilità di interpretare lo stato d’animo dell’artista.

 Leiko Ikemura, CRN Act, 2020, tempera su juta, 120 x 100 cm

”Mi piace parlare di un sentimento del colore, difficile da raccontare a parole. Un sentimento che si accorda con l’epoca in cui una specifica opera è stata realizzata. Nell’arco della mia carriera, mi è capitato di provare magari per cinque o sei anni di seguito lo stesso sentimento del colore: ecco allora il periodo del rosso, quando era il rosso che volevo sentire, o del blu o ancora del nero. […]  In ogni caso il mio rimane un approccio istintivo al colore, non procedo per serie e l’utilizzo che ne faccio dipende sempre dal momento della vita che sto attraversando.”

Dunque l’artista, facendoci immergere nelle atmosfere evanescenti e magiche delle sue meravigliose creazioni, ci trasporta nel suo universo al contempo personale e collettivo, dove la memoria si mescola al sogno e all’immaginazione, ci invita a riflettere sul concetto di identità fluida, di trasformazione e sui grandi interrogativi della vita.

“…Siamo molteplicità che alberga nell’unitarietà.”