Le opere surrealiste più famose

Le opere surrealiste più famose

Tra le opere surrealiste più famose possiamo sicuramente considerare tre capolavori prodotti dagli eclettici; Magritte, Max Ernst e Salvador Dalì.

Vediamoli insieme.

L’Impero delle Luci di Magritte

L’impero delle Luci è il titolo di una serie di opere di René Magritte, realizzate tra l’inizio degli anni ’40 e la prima metà degli anni ’60. Ciò che coniuga in un’unica serie questo elenco di capolavori è il tema rappresentato: ogni tela raffigura un particolare tipo di soggetto, ovvero la paradossale immagine di un paesaggio notturno sotto un cielo diurno, illuminato dal sole. Tra i primi a notare la bellezza di questi dipinti è stata la celebre collezionista d’arte statunitense Peggy Guggenheim, la quale decise di acquistare una delle poche tele di grandi dimensioni realizzate da Magritte per la serie de L’Impero delle Luci. Il quadro, probabilmente il più rappresentativo dell’intera serie, si trova ora esposto al Museo Peggy Guggenheim di Venezia.

Fonte foto: Peggy Guggenheim Collection

L’idea di realizzare una serie di quadri avente la stessa iconografia fu suggerita a Magritte da Alexander Iolas, un mercante statunitense. La serie, dunque, non fa che esprime la creatività senza fine di Magritte: vuole rappresentare un’idea, una contraddizione, e lo fa attraverso un’immagine poetica di un paesaggio notturno investito dalla luce del sole e dell’azzurro cielo che allieta il giorno.

Europa dopo la pioggia, 1940 di Max Ernst

Europa dopo la pioggia, 1940 di Max Ernst un dipinto estremamente simbolista, viene considerato fra le opere più rappresentative dell’artista. Sebbene l’opera sia di difficile interpretazione, molti studiosi hanno ipotizzato si trattasse di un paesaggio devastato dalla Seconda guerra mondiale. Il titolo del dipinto è un probabile riferimento al Diluvio universale biblico. L’uccello antropomorfo, che sembra essere l’unico soggetto sopravvissuto al disastro circostante, è da molti considerato la personificazione della Guerra stessa, mentre al suo fianco, la figura femminile pietrificata, sarebbe il simbolo di un’Europa colta. L’uomo-uccello è, secondo altri, lo stesso Ernst che sfugge dallo spettatore. L’animale decomposto al centro, il tempio a destra e il busto femminile incastonato fra le sue colonne, potrebbero alludere al mito greco di Europa, che venne rapita da Zeus trasformatosi in toro.

Fonte foto: Pinterest

La Persistenza della memoria 1931 di Salvador Dalì

  La persistenza della memoria di Salvador Dalì è stata esposta per la prima volta nel gennaio del 1931 all’interno di una retrospettiva dedicata ai surrealisti presso la galleria Julien Levy e subito dopo acquistato dal Museum of Modern Art di New York. Durante una cena, Salvador Dalì notò come il formaggio Camembert si allungasse se ammorbidito dal calore. Da qui trasse ispirazione per i suoi orologi molli: l’artista stava realizzando un dipinto completamente diverso, quando la versione definitiva gli apparì davanti agli occhi nella figura di questi orologi molli.

 

Fonte foto: Arte- Opere- Artisti

La tela rappresenta un paesaggio di Port Lligat della Costa Brava spagnola, in cui in lontananza si vedono i tipici scogli aguzzi e in primo piano un ulivo secco. È proprio la presenza di questi orologi dalle fattezze morbide a rendere l’opera molto enigmatica. Gli strumenti per misurare il tempo penzolano ora dall’ulivo, ora da una non ben identificata superficie cubica, o sopra una sorta di strana sagoma antropomorfa dall’aspetto accigliato che dovrebbe rappresentare un simbolico autoritratto dell’artista. Un altro orologio, più piccolo ma duro, compatto e chiuso, è invece assalito dalle formiche. Tutta la composizione può essere definita irrazionale dato il soggetto scelto e l’inusuale accostamento di colori effettuato da Dalì, che ha deciso di mettere insieme toni molto chiari e toni molto scuri, nuance calde e fredde come il celeste del cielo con il rosso del piccolo orologio rigido, il marrone ruggine e il nero dell’ambiente, il giallo degli scogli e della luce del sole dello sfondo.