Lippo di Dalmasio in mostra a Bologna

Lippo di Dalmasio in mostra a Bologna

La città di Bologna rende omaggio a uno dei suoi più prestigiosi artisti operanti sia in Emilia che in Toscana alla fine del quattordicesimo secolo.

“Lippo di Dalmasio e le arti a Bologna tra Trecento e Quattrocento”  è la grande esposizione monografica allestita presso i Musei civici d’Arte Antica del settore Musei Civici di Bologna, curata da Massimo Medica e Fabio Massacesi, che, all’interno del Lapidario del Museo Civico Medioevale, sarà presente sino al 17 marzo 2024.

Lippo di Dalmasio

Fonte foto: Il Giornale dell'Arte

La mostra conclude un ciclo di eventi dedicati alla  pittura gotica bolognese, nei quali si è esplorato il panorama cittadino delle botteghe artistiche e artigianali che animavano la vita sociale e culturale della città tra il milletrecento e millequattrocento, quali: Vitale da Bologna (1298-1361), Simone dei  Crocifissi , (1330-1399) e  Jacopo  di  Paolo  ( 1345-1430) e  Giovanni da Modena  (1379-1455).

Il pittore

Lippo di Dalmasio

Fonte foto: Pinacoteca Nazionale Bologna

Lippo degli Scannabecchi, detto Lippo di Dalmasio (1355 circa-1410) figlio d’arte (suo padre è appunto  il pittore Dalmasio (1315-1374) da cui prenderà l’appellativo) e nipote del più famoso Simone Benvenuti, detto Simone dei Crocifissi, comincia presto la sua carriera pittorica seguendo il padre nelle commesse negli edifici sacri sia bolognesi che pistoiesi. Il prestigio della famiglia e la sua brillante carriera gli valsero importanti incarichi pubblici che gli permisero presto di divenire uno dei più importanti maestri attivi nell’appena avviato cantiere di San Petronio, come documenta il suo coinvolgimento nel 1393, nella realizzazione di una tela (ad ancona), ora perduta, per l’altare maggiore della Basilica. La sua predilezione per immagini sacre raffiguranti soggetti mariani gli valse il nomignolo di “Lippo delle Madonne”. Alcune di queste opere sono esposte in mostra.

L’esposizione

Dipinti, sculture e manoscritti miniati animano il racconto della mostra, divisa in tre sezioni con apporti documentali  e testimonianze di come la presenza in città di molti artisti quali Antonio Vite, il miniaturista Nicolò Nascimbeni e Don Simone Camandolese, comprova il clima culturale