L’autunno 2020 celebra la fotografia a Bologna con due mostre fotografiche che vogliono celebrare l’arte di giovani talenti con uno sguardo alla storia.
Mast photography Grant on Industry and Work
La fondazione MAST di Bologna ha offerto l’opportunità a giovani fotografi di esprimere attraverso la fotografia le problematiche legate al mondo dell’industria e della tecnica, gli sviluppi tecnologici, i cambiamenti e il capitalismo. Quella del 2020 è stata la sesta edizione del concorso bolognese e i risultati artistici sono stati sorprendenti sia per i temi affrontati dai fotografi che per i mezzi di rappresentazione scelti.
La mostra Mast photography Grant on Industry and Work raccoglie le opere dei cinque finalisti, Chloe Dewe Mathews, Alinka Echeverria, Maxime Guyon, Aapo Huhta e Pablo Lòpez Luz, selezionati tra quarantasette candidati provenienti da tutto il mondo. I lavori sono inediti e ideati appostitamente per il tema della mostra, affrontano tematiche di forte attualità e son stati capaci di rendere visivamente argomenti complessi e miscellanei tipici della frenetica società odierna. Nelle opere si trova interpretazione del problema dell’agricoltura intensiva sull’ambiente, della figura della donna nella società, la tecnologia, l’intelligenza artificiale e l’omologazione dell’industria globale. La vincitrice del concorso è Alinka Echeverria, messicana, con il progetto “Apparent Femininity“.
L’opera di Alinka Echeverria, vincitrice del MAST Bologna
L’artista celebra tre figure di donne reali o immaginarie in rappresentanza del lavoro femminile nascosto (nel cinema, nella fotografia, nella tecnologia informatica) e ne scrive la storia. Questo omaggio va inteso tuttavia anche come una denuncia rivolta a una storiografia dominata dagli uomini, cui si lega l’interrogativo sul destino della donna nel futuro mondo del lavoro, nell’industria 4.0.
La prima donna è Grace Brewster Murray Hopper, ammiraglio di flottiglia della US Navy Reserve classe 1906 oltre che informatica e pioniera del computer. Hélène è invece una celebrazione del periodo dei film muti, quando alle giovani donne della classe operaia veniva affidato il montaggio delle pellicole. Infine Ada Lovalace, conosciuta come la prima programmatrice della storia.
Inventions, la mostra dedicata a Luce Lebart
La mostra “Inventions” propone un’ampia selezione di fotografie prodotte tra le due guerre mondiali che uniscono tecnologia e arte. Tutte le immagini provengono dall’ Archive of Modern Conflict di Londra e dagli Archives nationales di Francia. le fotografie rappresentano le invenzioni che venivano raccolte presso l’Office des inventions su iniziativa di Jules-Louis Breton. Breton, inventore a sua volta, voleva promuovere la ricerca scientifica e industriale, accelerando i processi e garantendo la rapida trasformazione di un’idea in un oggetto o in una macchina di pronto utilizzo. La mostra rappresenta la molteplicità delle invenzioni presenti nell’archivio di Breton, che vanno dagli oggetti usati per sopravvivere in tempi di crisi ai dispositivi per godere di una migliore qualità della vita in periodo di pace.
Entrambe le mostre saranno aperte fino al 3 gennaio con ingresso gratuto e prenotazione obbligatoria.
Bergamasca, ma nomade per il nord d’Italia, classe 1989 e di professione navigo nel mondo del marketing e della comunicazione.
Mi contraddistinguo per la testa dura e la curiosità che mi portano ad interessarmi sempre a ciò che succede nel mondo. Amo l’arte in maniera viscerale, leggo sempre troppo poco per quanto vorrei, cucinare e camminare. Hermes mi da la possibilità di raccontarvi con le mie parole questi mondi e di portarvi a spasso con me.