Il mausoleo di Galla Placidia: patrimonio dell'Umanità

Il mausoleo di Galla Placidia: patrimonio dell’Umanità

Galla Placidia la “nobilissima” – così veniva definita, nata a Costantinopoli tra il 388 e il 392, e morta a Roma nel 450 – era innanzitutto figlia e moglie di imperatori. Suo padre fu Teodosio I il Grande, e il suo secondo marito fu l’illustre generale Costanzo III, imperatore per sette mesi nel 421.

Di imperatori fu anche nipote, da parte materna: suo nonno era Valentiniano I e suoi zii Graziano e Valentiniano II. Anche i fratellastri, Arcadio e Onorio, questu’ultimo artefice del trasferimento della capitale dell’Impero Romano d’Occidente da Milano a Ravenna nel 402 d.C., regnarono sull’Impero: il primo sulla “pars Orientis”, il secondo sulla porzione occidentale. Senza dimenticare naturalmente che anch’essa fu “Augusta” imperatrice, e che pure due suoi nipoti, Pulcheria e Teodosio II, si fregiarono del titolo imperiale.

La costruzione del Mausoleo

Galla, fece costruire questo piccolo mausoleo a croce latina, meraviglioso scrigno di mosaici,  per sé intorno al 425-450; tuttavia non fu mai utilizzato in tal senso in quanto l’imperatrice, morta a Roma nel 450, fu seppellita in questa città. Anche se oggi appare come un edificio a sé, in origine doveva collegarsi al lato meridionale  della vicina Chiesa di Santa Croce, realizzata sempre da Galla nel V secolo.

Esternamente è molto semplice e modesto, soprattutto se confrontato con la ricchezza della decorazione musiva interna, resa ancora più splendente dalla luce dorata che filtra attraverso le finestre di alabastro. La parte inferiore delle pareti è rivestita da marmi mentre la zona superiore è interamente decorata da mosaici che ricoprono pareti, archi, lunette e cupola. I temi iconografici, a cavallo tra la tradizione artistica ellenistico-romana e quella cristiana, sviluppano a più livelli interpretativi il tema della vittoria della vita eterna sulla morte.

Quest’edificio emana un’atmosfera magica. Le innumerevoli stelle della cupola hanno colpito nel corso dei secoli la fantasia e la sensibilità dei visitatori tanto che si narra che Cole Porter, in viaggio di nozze a Ravenna, rimase talmente colpito dall’atmosfera del piccolo mausoleo e dalle sue stelle, da comporre la sua famosissima canzone Night and Day. Insomma: un mausoleo così maestoso non poteva avere una committenza meno aristocratica, anche se in realtà,  vi sono seri dubbi che la costruzione dell’edificio sia stata effettivamente ordinata da Galla Placidia. Potrebbe infatti trattarsi soltanto  di un oratorio dipendente dall’attigua chiesa di Santa Croce.

Il Mausoleo ravennate fa parte dei siti dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Una delle tante ricchezze artistiche e culturali dell’Italia che bisognerebbe visitare.