Le migliori opere di un maestro innovatore: Picasso

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Pablo Picasso è uno degli artisti fondamentali del Novecento che ha rivoluzionato il concetto di spazio e prospettiva scardinando la rappresentazione classica degli oggetti e delle figure. La sua produzione artistica è molto consistente e inizia da molto giovane, fino al 1905 quando si trasferì in pianta stabile a Parigi.

 

La poliedricità artistica di Montmartre gli regalò una meravigliosa amicizia con il poeta Guillaume Apollinaire. Una citazione del poeta può rendere l’idea della loro contaminazione artistica:

 

 “La geometria è per le arti plastiche quello che è la grammatica per l’arte dello scrittore”.

 

Vediamo di seguito alcune delle opere fondamentali del suo corposo percorso artistico.

 

Les Demoiselles d’Avignon

 

L’opera appartiene al periodo rosa, in cui Picasso abbandona i soggetti e le tonalità più cupe del primo periodo, detto periodo blu. Les Demoiselles d’Avignon, enorme tela del 1907, è destinato a creare scalpore per forme, dimensioni e soggetti raffigurati. Si tratta di cinque donne nude frequentatrici di un bordello di Barcellona. Il quadro colpisce per la scomposizione delle forme tondeggianti sostituite da forme spigolose e triangoli. Le donne sono tutte differenti sia nella loro posizione corporea, sia nei lineamenti. Gli esperti sostengono che le figure siano state rappresentate lateralmente e ciò viene considerato come un periodo di transizione, preparatorio al vero e proprio cubismo. Tra i volti spiccano influenze tribali africane. Inoltre il quadro inizialmente conteneva anche due soggetti maschili, come testimoniato da centinaia di bozzetti preparatori.

 

Altro universo caro a Picasso nel periodo rosa, è rappresentato dal mondo circense, gli acrobati e gli attori teatrali di cui la prossima opera è la massima espressione.

 

Famiglia di Saltimbanchi

 

Realizzato negli stessi anni de Les Deimoselles d’Avignon, il quadro descrive la comunità dei circensi in maniera sottile e puntuale. I soggetti infatti, non appaiono come collegati tra loro, ma isolati e sconnessi. Ciò si nota sia dagli sguardi delle figure sia dalla loro composizione corporea. Lo sfondo inesistente consegna allo spettatore una situazione desertica e una mancanza d’identità che purtroppo caratterizza coloro i quali vivono spostandosi continuamente. Secondo i critici, questo dipinto è considerato come un’allusione alla povertà nella quale si trovavano gli artisti di Montmartre nei primi del Novecento.

 

Spostiamoci al periodo più marcatamente cubista: gli anni ’20, periodo nel quale Pablo giunge ad una maturazione artistica approdando al cubismo sintetico, in cui le forme geometriche prima scomposte sembrano ricomporsi e incastrarsi tra loro con tonalità più accese.

 

I tre musici

 

Opera del 1921, raffigura Arlecchino, Pulcinella e una terza figura identificata come un monaco (o secondo altri la maschera Pantalone) intenti a suonare i propri strumenti. I soggetti bidimensionali si scontrano con la tridimensionalità della stanza. Il quadro è probabilmente un riferimento alla vita quotidiana del pittore, spesso accompagnato dal già citato Apollinaire e da Max Giacob coi quali condivise poesia e musica. Il quadro venne realizzato dopo il viaggio in Italia del 1917, durante il quale Picasso soggiornò a Napoli e approfondì la figura di Pulcinella.

 

Dell’inizio degli anni ’30 è un altro capolavoro di Picasso, più modesto per dimensioni e fama ma brillante per colori e sensualità.

 

Il sogno

 

Dipinto nel 1932, il quadro raffigura la ventiduenne amante di Picasso Marie-Thérèse Walter seduta su una poltrona rossa e dolcemente appisolata. I colori sono ancor più lucidi e le forme più semplici, tanto da avvicinare l’opera alla corrente del fauvismo.

 

Il dipinto è carico di erotismo sessuale sia per la posizione della donna che appare beatamente addormentata ma sensuale sia per la presenza simbolica di un pene, ben mascherata all’interno dell’opera che simboleggia il desiderio da parte di Picasso.

 

Guernica

 

Qualche anno più tardi, ritornato in Francia nel corso della guerra civile spagnola di Francisco Franco consumatasi tra il 1936 e il 1939, Picasso fu incaricato di rappresentare la Seconda Repubblica Spagnola all’Esposizione universale di Parigi. Picasso realizza Guernica per quest’occasione.

 

L’espediente nasce da un sanguinoso bombardamento da parte dei nazisti che rase al suolo la città di Guernica. Composto in soli due mesi, il dipinto va letto da destra a sinistra, nella posizione in cui è stato pensato per l’esposizione. I toni del grigio preponderanti dell’opera, i soggetti morenti ritratti e la minuzia dei particolari rendono il quadro una delle opere più importanti e intellettualmente schierate contro il nazismo di sempre. Il dipinto rappresenta una protesta contro la violenza, la distruzione e la guerra in generale. Elementi principali del quadro sono: una madre urlante con in braccio un bambino senza vita, un cavallo morente, un toro (che ricorda la corrida) simbolo della follia della guerra. Al centro troviamo raffigurato inoltre il cadavere di un uomo. Unica speranza introdotta dal pittore è un lume posto nella fascia alta del quadro, quasi al centro.

 

Durante la seconda guerra mondiale Picasso rimase in parte a Parigi, dove non subì attacchi fisici ma gli venne imposto il divieto di esporre. La vita di Picasso, lunga e intensa, si concluse a 91 anni. Essa ci mette di fronte alla necessità di innovare, provare, sperimentare ed esprimere sempre le nostre idee. Anche di fronte agli avvenimenti più osceni della storia.


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