Il Monumentale di Bergamo: “Portami dove si vola” in un viaggio nel vento

Il Monumentale di Bergamo

Nonno me lo ricordava spesso che dentro i ricordi si può vivere e sorridere. Ho preso da lui questa peculiarità nel voler camminare tra le mura che tengono vive le memorie e le storie della gente. I cimiteri per me non sono posti dove si piange basta, sono veri e propri musei a cielo aperto che sussurrano la grandezza reale del ricordo, del non dimenticare e del prendersi cura di questi sentimenti che spesso sottovalutiamo. I cimiteri ci insegnano che il cielo lo puoi toccare per davvero mentre passeggi tra le anime che vi riposano. “Non esiste separazione definitiva fino a quando c’è il ricordo” scriveva così, Isabel Allende ed è una delle frasi più belle scritte e lette (da parte mia) in una vita intera, soprattutto quando è proprio essa a venire a mancare – che quando i ricordi sfuggono forse è meglio andare a riprendere sere un po’ tutti no? –

Bergamo

Un piccolo viaggio lungo i cipressi e ricordi del Cimitero simbolo di Bergamo

A me piace ricordare perché ne ho bisogno perché so che ogni persona che ho incontrato e che per volere del cielo o da altro non c’è più ha bisogno di vivere in un altro modo, almeno dentro di me. Dentro quel che resta. Vi sembrerà strano ma io fin da bambina mi sono sentita a casa per davvero solo in due posti: le biblioteche ed i cimiteri. Ed è proprio di questo secondo luogo conosciuto da tutti come spettrale, lugubre e triste di cui vi voglio parlare. Vi voglio raccontare la ragione, per la quale, almeno per me non è affatto così come in molti, forse in troppi lo descrivono.

Così dopo aver dedicato un articolo al Monumentale di Milano voglio dedicarne un altro al Monumentale del capoluogo della mia provincia, quella di Bergamo, diventato un’icona soprattutto in quest’ultimo anno per aver accolto fino allo stremo i defunti della pandemia da Covid-19. Ma per me è stato, fin dalla prima volta che ho incontrato le sue mura uno dei posti più suggestivi che almeno una volta nella vita avrei voluto visitare e che ho finalmente visitato (Sperando di poterci tornare al più presto)

Il luogo

Bergamo

Il cimitero di Bergamo si trova nel quartiere di Borgo Palazzo e con il suo stile davvero eclettico coinvolgerà i vostri occhi alla vista di un luogo affascinante fatto di arte e soprattutto di tantissima vita perché si sapete, dove si respira arte, dove il cielo si congiunge alla Terra, dove il ricordo risuona nella melodia di una carezza, in quel luogo la vita la si sente scorrere per davvero. Si trova alle porte del centro della città questa porta del cielo. Passeggiando lungo i suoi viali alberati si possono ripercorrere le vicende e storie le vite delle persone che vi riposano, molti dei quali hanno fatto anche grande la città di Bergamo.

Edicole, sculture, lapidi

Bergamo

Le sculture sulle lapidi, ritratti delle cappelle di famiglia e le Edicole che monumenti funerari bellissimi mostrano un pezzo di vita è un’elevazione tale alla bellezza che oltre a rivivere parte del loro ricordo ci permettono di dare una carezza al cielo. Anche qui, vi è un famedio, ovvero una maestosa architettura di solito centrale che si trova sempre all’ingresso del cimitero Esso è un po’ considerato il tempio funerario dedicato alla memoria dei grandi personaggi illustri e, di rilievo che sono stati, in vita una risorsa al valore letterario, artistico o addirittura sportivo per la città. La sepoltura In questo luogo un privilegio che la città dona a chi si è distinto dando vanto e gloria onorandola con grandi gesta.

Alcuni personaggi illustri

Accanto al Famedio riposa lo stilista Nicola Trussardi accanto al figlio Francesco. Un mazzo di fiori rossi e gialli adorna la loro tomba in marmo grigio. Semplice ma di una prestigiosa compostezza. Sulla lapide, le lettere lucide sfilano componendo con minuziosa grazia il prestigioso cognome di famiglia. Nicola Trussardi trasforma la sua attività in uno dei marchi leader nel campo della moda. Pensate morì a soli 57 anni in un incidente stradale. La stessa tragica fine, qualche anno più tardi, toccherà anche il figlio Francesco morto anch’egli in uno schianto a soli 29 anni. Il ricordo del padre del figlio è stata istituita poi una fondazione no-profit che ha come obiettivo la promozione dell’arte contemporanea della cultura.

Sul vialetto che conduce alla meravigliosa chiesa riposa Nicolò Rezzara sociologo attivista politico cattolico. Fondò il periodico Libertà d’ insegnamento e nel 1880 il quotidiano più famoso di tutta la bergamasca “L’Eco di Bergamo”. Creò decine di opere solidali come la società cattolica femminile di mutuo soccorso del panificio cooperativo Bergamasco. Si deduce che fu un uomo di grande sensibilità solidale ed attento alla vita altrui. Contribuì con il senso della giustizia sociale a costruire la prima casa del popolo che divenne l’attuale sede dell’Eco di Bergamo. Istituì una scuola popolare affinché tutti, anche i meno abbienti, potessero imparare a leggere, a scrivere e a far di conto.  Rezzara fu uno strenuo difensore e grande sostenitore della classe operaia.

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Accanto, o meglio davanti al giardino delle rimembranze riposa con mamma papà e il fratello il calciatore Piermario Morosini venuto a mancare a Livorno nell’aprile 2012 proprio in campo. Una storia quella del “Moro” che ha toccato tutti quanti perché fatta di tante sofferenze ma anche di tanti sogni e come cantava e come cantava Ligabue: “Ci han concesso solo una vita soddisfatti o no qua non rimborsano mai” Ma io sono certa che il cielo ha saputo dare la giusta luce e carezza anche a lui.

La dove si vola: il campo degli angioletti

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È una superficie grande quasi come un campo da calcio quella dedicata al riposo delle piccole anime del cimitero di Bergamo. Un campo, che lascia spazio sia alla tristezza che alla malinconia ma che, per qualche strano motivo, tra le lacrime riesce a strapparti anche un sorriso colmo di tenerezza e qualche gocciolina di allegria. Sì proprio qualche goccia di allegria (avete letto bene) dettata dalla brezza che soffia di continuo anche nelle giornate più assolate e fa girare eliche colorate delle girandole che gli fanno da contorno. Il vento si dice trasporti gli istanti più felici dei bimbi e li bimbi tutti quei bimbi li senti, li senti per davvero.

L’arcobaleno, i colori e il vento a Bergamo

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Frame di un video di Lisa Martignetti

Si vola nel campo degli angioletti in un abbraccio che sa di cielo, mare e arcobaleno. Dietro ogni piccolo monumento fatto non solo di pietra ma anche di ricordi c’è una storia di grande dolore di vita, di attimi e momenti intimi vissuti dalla piccola creatura e dalla sua famiglia. I genitori dei piccoli ogni settimana portano loro fiori freschi e ripuliscono tutti i piccoli giocattoli lasciati nel loro ricordo, bambole e macchinine e poi quelle eliche colorate che girano senza fine quasi a far dispetto alla vita interrotta troppo precocemente. Chi guarda le piccole fotografie, i disegni e i giochi attorniati dal vento si porta negli occhi una meraviglia ed una tenerezza infinita. Ci scappano gli abbracci forti nel campo degli angioletti e qualche lacrima sorridente.

Un cimitero all’inglese

Un altro luogo davvero ricco di storia e suggestività è il cimitero antico che troverete sulla destra del Famedio che porta dentro di sé una bellezza storica davvero unica.  Ricorda un po’ cimiteri ombrosi e ricchi di tenebra inglesi. Tenebra che però non fa paura bensì, sembra trasportarti, in una dimensione di pace che in pochi riescono a comprendere.

La vita oltre l’eterno

Quando passeggio tra le vite altrui raccolgo vasi dei caduti a terra. Sistemo i fiorellini appassiti e spesso mi fermo a leggere i pensieri incisi al marmo. C’è chi semplicemente scrive: “A ricordo” e c’è invece  ti da massime di vita da tenere bene a mente. Ci sono le date che danno un ordine cronologico degli eventi ma che a volte non segnano quello stare inconsapevole e bellissimo negli occhi di chi sta incrociare cielo e terra nel raccogliere e sistemare anche un solo petalo caduto un po’ più in là