“Prove per un paesaggio d’insieme” a Palazzo Leonetti

“Prove per un paesaggio d’insieme” a Palazzo Leonetti

Condividi su

“Prove per un paesaggio d’insieme”, prestigiosa raccolta di opere d’arte della Collezione Agovino per Zurich Bank, è, dal 16 aprile fino a dicembre 2024, in occasione dell’inaugurazione dei nuovi spazi in via dei Mille 40 a Napoli, a Palazzo Leonetti, edificio liberty di inizio Novecento. 

Fonte foto: Beni Culturali online

La banca, aprendosi alla città, esprime la sua dimensione estetica e diventa spazio d’arte nella nuova sede della Zurich Bank con la Collezione Agovino guidata dal consulente finanziario e collezionista d’arte Fabio Agovino, a cura di Francesca Blandino.

Fonte foto: Arte Magazine

Tematiche e contenuti affrontati nella Collezione Agovino

In “Prove per un paesaggio d’insieme” ritroviamo dagli innesti high-tech di Simon Denny, ai tarocchi pedagogici di Adelita Husni-Bey, dalle ambiguità gestuali dei corpi fotografati da Joanna Piotrowska, alle geografie contaminate di Giulia Piscitelli, fino ad attraversare i racconti collettivi di Marinella Senatore. I paesaggi surreali di Francesco Jodice, le provocazioni caricaturali di Danilo Correale, le immagini assertive di Bernadette Corporation, i processi identitari di Simon Fujiwara, i paradossi di Francesco Joao, sono tante le opere che tracciano percorsi verso l’esplorazione del rapporto tra creatività e cambiamento sociale. Possono essere provocatorie e dirette, come nel caso di Pier Giorgio De Pinto o di Damir Ocko, velate come per Isadora Pedro Neves Marques e Peter Böhnisch, esplosive come nel caso di Diego Gualandris, o ironiche, come per Naohiro Utagawa, le opere riescono ad innescare un discorso aperto al confronto e alla riflessione, invitando ad ampliare lo sguardo sulle modalità di cambiamento del quotidiano, sia nello spazio dell’intimità, che nella dimensione pubblica e sociale.

 “Prove per un paesaggio d’insieme”  scelta del titolo di questa mostra

La collezione d’arte contemporanea di Fabio Agovino può essere immaginata come un vasto e mutevole paesaggio che dialoga con il proprio presente e si proietta verso possibilità future. È questa la visione della Collezione Agovino, che negli ultimi anni non solo si è trasformata, in termini di opere, progetti e promozione, ma che, in una visione più ampia, ha cercato e cerca di attivare attraverso l’arte, processi virtuosi di coinvolgimento e responsabilizzazione del proprio contesto territoriale, rendendo l’arte più accessibile a pubblici diversi.

“Lo spazio della banca – spiega Fabio Agovino, consulente finanziario e collezionista che ha visto le sue opere esposte nei più grandi museo del mondo – non ha solo più un compito economico, ma diventa quasi un’entità relazionale, che accoglie contenuti interpretativi sul mondo e per farlo esce dalla propria posizione di comfort, riscoprendo prospettive inedite e inaspettate sulla sua possibile funzione sociale”.

Un luogo di lavoro non è solo un contenitore, ma è uno spazio in cui la dimensione estetica e relazionale svolgono un ruolo fondamentale nella costruzione di una società. 

La mostra si fa simbolo di un nuovo modo di concepire la collettività e lo stare insieme, anche in situazioni di conflitto, lavorative e non, con l’intento di far riflettere sul concetto di responsabilità, personale e collettiva.


Condividi su