Non sempre il richiamo della creazione artistica pervade tutta la vita di autori anche molto noti; a volte il talento o la scoperta dell’afflato verso l’arte arriva in un’età già avanzata.
Qui di seguito cinque esempi di artisti famosi che hanno iniziato la loro carriera attorno ai trent’anni o addirittura successivamente.
Paul Cézanne
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Non tutti sanno che le origini di questo grande artista sono italiane. Il padre Luigi Augusto Cesena si trasferì in Francia dalla natia Romagna, dove ebbe fortuna e dove nacque suo figlio Paul Cézanne (1839-1906).
Decisiva per la sua vocazione pittorica fu l’amicizia con Emile Zola che lo spronò a interessarsi sia ai grandi pittori del passato, le cui opere erano custodite al Louvre, sia delle nuove tendenze sue contemporanee. Lo stile che sviluppò successivamente lo portò ad andare oltre le ricerche impressioniste e traghettare la pittura verso le tendenze astratte e cubiste del nuovo secolo.
Vincent Van Gogh
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Vincent Willem Van Gogh (1853-1890) sebbene fin da bambino fosse molto attratto dal disegno, contrastato dal severo padre, cominciò a dipingere in modo amatoriale solo all’età di ventisette anni, inizialmente soprattutto per sopperire al disagio psichico e spirituale che lo attanagliava, incoraggiato dal fratello Théo.
Nel suo periodo parigino incontro alcuni dei maestri dell’Impressionismo e del Puntinismo che lo sostennero. Ma nella sua vita riuscì a vendere un solo quadro dei più di novecento prodotti. La fama giunse tardiva dopo la sua morte.
Paul Gauguin
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Uno dei maggiori artisti delle ricerche cromatiche post-impressioniste è Heugéne Henri Paul Gauguin (1848-1903). Amico di Van Gogh che seguì per un certo periodo nell’avventura del progetto di una nuova ensemble di pittura e vita ad Arles, se ne allontanò dopo una furiosa lite. Spirito inquieto e vagabondo presentò i suoi primi lavori solo nel 1879 in una delle mostre degli impressionisti. La sua produzione brettone e l’esperienza tahitiana lo resero celebre e amato tra i suoi colleghi dell’epoca. Molto meno dal pubblico e dalla critica che riconosceranno postuma la sua grandezza.
Antonio Ligabue
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Anche Antonio Ligabue (1899-1965) come Van Gogh ha avuto un’esistenza travagliata e segnata da l’insorgere dal disagio del vivere. Nato in svizzera da genitori italiani ne fu espulso nel 1919 per aver aggredito sua madre adottiva. Rimandato in Italia pur non sapendo una parola di italiano, si adattò a lavori umili e saltuari e a una vita nomade e disordinata. In quel periodo cominciò a dipingere da autodidatta e solo nel 1928 grazie all’incontro con Renato Marino Mazzacurati, che ne comprese le potenzialità e gli insegno la tecnica della pittura a olio, riuscì a dedicarsi completamente alla sua arte.
Grandma Moses
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Ma forse il più eclatante esempio di ispirazione tardiva è stata l’americana Anna Mary Robertson Moses (1860-1961). Solo nel 1936, alla veneranda età di 76 anni Grandma Moses – Nonna Moses – ha iniziato a dipingere nello stile pittoriche definito Naif, o come viene chiamato negli Stati Uniti: ”America Primitive”.
Subito notata da collezionisti e critici, nel 1939 le sue opere vennero esposte al MoMA di New York in una mostra dedicata ad artisti ancora sconosciuti. Dal 1946 i suoi dipinti vennero raffigurati su stampe e cartoline natalizie, determinandone ulteriormente la fortuna commerciale.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.