Torino: le opere pittoriche più importanti

Torino: le opere pittoriche più importanti


 

Fonte foto: cosmopolitan.com

Torino, città ricca di storia e cultura, si distingue non solo per la sua architettura ma anche per il suo patrimonio artistico. Attraverso le sue strade e piazze si dipana un racconto visivo che abbraccia secoli di storia. In questo articolo ci immergeremo tra alcune delle opere d’arte più famose e rilevanti da conoscere e ammirare.

Ritratto di fanciulla

Tra le opere da non perdere nel capoluogo piemontese, ci sono sicuramente i Bozzetti di Leonardo Da Vinci. In primo piano figura il Ritratto di Fanciulla, conservato nei Musei Reali di Torino e realizzato intorno al 1483. Si pensa che questo ritratto sia uno studio preparatorio per l'”Angelo” presente nell’altrettanto celebre opera “La Vergine delle Rocce”.

Altri studiosi, inoltre, hanno ipotizzato che la figura potesse essere  in realtà un ritratto di Cecilia Gallerani, immortalata anche nel dipinto “La Dama con l’Ermellino”, custodito a Cracovia. Nel 1952, lo storico Bernard Berenson lo definì come “il disegno più bello del mondo”.

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L’autoritratto di Leonardo Da Vinci

A Torino è custodita un’altra importante opera di Leonardo da Vinci, che vale la pena citare. Se hai la fortuna di riuscire a vederlo, nella biblioteca reale di Torino è collocato  l’autoritratto di Leonardo da Vinci.

Purtroppo lo stato del disegno è estremamente delicato e ciò comporta che l’opera venga esposta al pubblico molto raramente. Considerato ad oggi  l’unico vero ritratto dell’artista, rappresenta una vera e propria icona della storia dell’arte. Il ritratto è datato agli ultimi anni della vita di Leonardo, periodo in cui lavorava in Francia per Francesco I.

L’opera, insieme ad altri materiali appartenuti al maestro, è stato ereditata da Francesco Melzi e successivamente acquistato da Carlo Alberto di Savoia nel 1840.

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Cena in casa di Simone il Fariseo

Conservato invece nella Galleria Sabauda di Torino, è degno di nota il dipinto Cena in casa di Simone il fariseo di Paolo Veronese, realizzato intorno al 1556, e commissionato dai monaci della chiesa dei Santi Nazaro e Celso di Verona per decorare il loro refettorio. Quest’opera rappresenta una delle prime di una serie di tele dipinte da Veronese che raffigurano scene tratte dai vangeli. Il dipinto contiene una grande varietà di dettagli affascinati, come i convitati vestiti elegantemente, stoviglie preziose, animali ed elementi architettonici in prospettiva.

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Il ritratto dei tre figli maggiori di Carlo I

Per restare nella Galleria Sabauda di Torino, è qui conservato Il Ritratto dei tre figli maggiori di Carlo I realizzato da Antoon van Dyck nel 1635. Commissionato dalla regina Enrichetta Maria come regalo per la sorella Maria Cristina di Borbone-Francia, moglie del duca di Savoia.

L’opera ottenne un posto d’onore nella “Camera grande” del Palazzo Reale di Torino. Durante la Rivoluzione francese, il ritratto fu temporaneamente portato al Louvre, ma dopo la caduta di Napoleone venne restituito a Torino e infine collocato nella Galleria Sabauda, dove è  una delle immagini più celebri. Van Dyck, rinomato ritrattista del XVII secolo, era esperto nell’immortalare gli aristocratici europei.

Tuttavia, re Carlo I non essendo soddisfatto del ritratto dei suoi figli, rimproverò al pittore di aver raffigurato il primogenito Carlo con abiti informali anziché con quelli ufficiali da adulto. Gli altri due figli ritratti sono la principessa Maria e il duca di York, futuro re Giacomo II. La mela tenuta in mano da Giacomo è  interpretata dagli studiosi  come simbolo di fecondità.

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Madonna con il Bambino e sei santi

Conservato anch’esso  nella ricca  Galleria Sabauda di Torino, Il dipinto Madonna con il Bambino e sei santi di Andrea Mantegna del 1485.  Raffigura la Madonna, dallo sguardo pensoso che tiene Gesù bambino sulle sue ginocchia, ai loro piedi Giovanni Battista.  Attorno a loro sono presenti Santa Caterina d’Alessandria e altri quattro santi non identificati.

La storia di questo dipinto è datata giugno del 1480, quando Bona di Savoia, vedova del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, si rivolge a Federico Gonzaga, Marchese di Mantova, sperando che Mantegna potesse trasformare certi disegni che lei gli invierà in opere d’arte. Gonzaga rifiutò con garbo, ma si offrì di farle avere un altro dipinto, molto probabilmente questo. La duchessa lo avrebbe poi portato con sé a Fossano, una volta tornata in  Piemonte.

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