La torre di Pisa: storia, misteri e curiosità del campanile pendente più famoso d'Italia

Torre di Pisa: storia e curiosità del campanile pendente più famoso d’Italia

Fonte dell'immagine in evidenza: azamara.co.uk

Quanti di voi ricordano di aver sentito, da piccoli, la tiritera sulla torre di Pisa “che pende, che pende e mai non vien giù”?

Simbolo di testardaggine e al contempo di resilienza, la torre pendente più famosa d’Italia è quanto mai attuale, perfetta metafora di questi nostri tempi incerti in cui tutto poggia su fondamenta precarie e in cui bisogna operare ri-aggiustamenti costanti per riuscire a restare in piedi.

Ripercorriamo allora insieme gli aspetti salienti della sua storia travagliata, che possa esserci d’ispirazione vedendo quanto l’ingegno umano sia in grado di contrastare le circostanze anche più sfavorevoli tanto da ribaltare la situazione e farle diventare un punto di forza.

La storia

Risale al lontano 1173, quando Pisa era una florida repubblica marinara con frequenti contatti con l’Oriente, la posa della prima pietra della Torre, che altro non è, in realtà, che il campanile dell’adiacente duomo. La singolare posizione, staccata dalla cattedrale, il nome dell’architetto e alcuni dettagli dell’architettura fanno parte dei misteri che hanno a lungo circondato – e per certi versi, ancora circondano – la storia della torre. Ma ci ritorneremo.

Dopo soli 5 anni e due piani completati, all’inizio del terzo anello si ritiene siano incominciati i problemi: l’edificio incomincia a inclinarsi, si presume a causa di fondamenta non abbastanza profonde e terreno argilloso con infiltrazioni d’acqua. Il cedimento del monumento provocò l’interruzione dei lavori, che ripresero solo un secolo più tardi, nel 1275, ad opera – questa volta lo si sa di per certo – di Giovanni di Simone e Giovanni Pisano. I due Giovanni decisero di contrastare la pendenza già evidente della torre costruendo i successivi tre piani con una pendenza uguale e opposta. Il campanile fu completato solo il secolo seguente da Tommaso di Andrea Pisano, con la costruzione del settimo ordine nel 1319 e, finalmente, con la cella campanaria nel 1372, per un’altezza totale di 56,4 m e una pendenza – all’epoca – di 3,9°.

Torre di Pisa - costruzione

Il problema della pendenza

La torre di Pisa non è l’unico monumento di piazza dei Miracoli a pendere: anche il battistero e la cattedrale sono lievemente inclinati. A causa del suolo sabbioso e argilloso, inoltre, ben altre due torri campanarie contendono nella stessa città il primato di “torre che pende e mai non va giù”: quella della chiesa di San Nicola (2,5°) e quella di San Michele degli Scalzi (ben 5°!). Nonostante quindi la compagnia sia grande, nel corso dei secoli l’attenzione e le preoccupazioni si sono sempre concentrate sull’attrazione principale, il campanile della cattedrale di Santa Maria Assunta.

Vari interventi e innumerevoli studi si sono succeduti nel corso del tempo per ovviare a ciò che, in fondo, costituisce uno dei motivi del fascino imperituro della nostra torre, quel suo non essere dritta: Vasari, per primo, nel 1485, propose un intervento di stabilizzazione con cedimento controllato, non preso in considerazione al tempo ma rivelatosi risolutore ai giorni nostri.

Nell’800, dopo che i Romantici avevano pensato che la pendenza fosse dovuta ad estro e originalità architettonica “voluta”, si scoprì la presenza di una sacca d’acqua nel terreno sottostante: l’architetto Alessandro Gherardesca fece un drenaggio, riportando in luce il primo livello, nel frattempo affondato anche a causa dell’innalzamento del suolo circostante.

Ad inizio ‘900 un team di ingegneri pensò di aumentare la stabilità dell’edificio con iniezioni di cemento, con l’ottimo risultato di aggravarne ulteriormente l’inclinazione. Ma l’apice della pendenza, il momento in cui si iniziò a temere fortemente che la torre di Pisa stesse per venir giù, risale al 1993, quando si raggiunse la cifra record di 4,4 mt di fuori asse, vale a dire 5,5°. Il monumento venne chiuso e iniziarono una serie di interventi con tiranti di acciaio, contrappesi di piombo e – finalmente – sottoescavazione con cedimento controllato (si è impiegato più di 500 anni ma si ha da ultimo ascoltato il buon Vasari!), riuscendo così a riportare la pendenza a quei 3,97° cui è tuttora attestata.

Torre di Pisa 1993

I misteri della Torre di Pisa

Diverse le incognite che circondano uno dei monumenti simbolo della nostra penisola, a cominciare dal mistero sull’identità del suo costruttore. Per secoli è stata messa in dubbio l’attribuzione fatta da Vasari (sempre lui) della paternità della costruzione a Bonanno Pisano, poiché per molti studiosi si trattava di un edificio troppo complesso architettonicamente per essere frutto del lavoro di un “dilettante un po’ allo sbaraglio”, secondo la definizione non molto lusinghiera che ne faceva Vasari stesso. Si era più propensi a considerala opera dell’ingegno più universalmente riconosciuto del Diotisalvi, autore anche del Battistero, con cui la torre di Pisa condivide lo stile architettonico di vaga ispirazione orientaleggiante. Un bassorilievo all’ingresso del campanile pareva confermare questa seconda ipotesi, poiché rappresenta le porte di difesa edificate appunto dal famoso architetto. Solo nel 2019 Giulia Ammaniti, ricercatrice di paleografia della Scuola Normale, ha decifrato definitivamente una matrice in pietra ritrovata nel 1838 durante gli scavi intorno al monumento: un’iscrizione in cui Bonanno Pisano rivendica di avere innalzato “un’opera mirabile sopra ogni altra” (Vasari segna un altro punto a suo favore).

Molte le interpretazioni anche relative ai vari simboli presenti, come i 7 ordini rappresentanti le sette vie di Cristo, e le sette fasi della vita, le sette sfere armoniche per le quali l’anima deve passare per giungere a Dio. Oppure, più laicamente, alcuni vedono nella scelta di utilizzare 15 colonne alla base (e 30 in ogni loggiato) una rivendicazione della forza della cultura matematica nella Pisa del XII secolo, un modo tramite cui i matematici arabi e toscani dell’epoca di Fibonacci volevano dimostrare al mondo di essere (tra i pochi) in grado di costruire  un pentagono e un pentadecagono regolare.

Per rimanere in ambito più o meno mistico, la singolarità già accennata di costruire un campanile staccato dalla cattedrale sembra essere dovuta alla volontà di riprodurre la costellazione dell’Ariete (segno sotto il quale è stata fondata la città di Pisa) tramite la disposizione dei monumenti di piazza dei Miracoli, come si può notare riprendendola in una foto dall’alto.

Torre di Pisa dall'alto

Ultime curiosità

Le sette campane della torre hanno tutte un nome e una nota: Assunta in Si2, Crocifisso in Do#3, San Ranieri in Re#3, Dal Pozzo in Sol3, Pasquereccia in Sol#3, Terza in Sib3, infine Vespruccio in Mi4. La più famosa è quella di Ranieri, detta a Pisa “la campana del traditore” poiché nel Medioevo suonava durante le esecuzioni per tradimento: si racconta abbia suonato quando il conte Ugolino di dantesca memoria è stato rinchiuso in cella insieme ai suoi figli.

Si dice che dalla cella campanaria Galileo Galilei abbia condotto i suoi celebri esperimenti sulla caduta dei gravi. Durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi avevano installato un osservatorio in cima alla torre e pare che gli alleati meditassero di bombardarla senza scrupoli. Senonché il pilota in volo si racconta non sia riuscito a prendere la mira a causa del riverbero del sole, accecante sul marmo bianchissimo: ancora una volta la torre di Pisa ha dimostrato il suo carattere che ben simboleggia l’inventiva e la capacità di resistere del popolo italiano!

Unico avvertimento, se siete studenti universitari: meglio evitare di salire i suoi 296 scalini, pena il non riuscire a laurearsi in tempo. E anche girarle intorno è fortemente sconsigliato: ad ogni giro corrisponde un anno di fuori corso!