Villa Valmarana ai Nani di Vicenza

Villa Valmarana ai Nani di Vicenza

Fonte foto: wikipedia.org

Uno dei tanti gioielli del Veneto è Villa Valmarana ai Nani, un palazzo decorato da splendidi affreschi e incastonato tra le colline di Vicenza. Una giornata trascorsa in questa magnifica dimora trasformerà la visita a un monumento storico in un vero e proprio tuffo nel passato.

Il complesso è così prestigioso da essere stato visitato, nel corso del tempo, da personalità insigni come J.W. Goethe, Albert Camus, Truman Capote, Salvator Dalì, Peggy Guggenheim, Cesare Pavese, Ignazio Silone, Frank Sinatra, Cesare Zavattini e Luchino Visconti.

La storia della villa

La villa fu fatta costruire in origine nel 1669 dall’avvocato Giovanni Maria Bertolo e passò in seguito nelle mani di Giustino Valmarana, che la fece ampliare affidando i lavori a Francesco Muttoni. L’architetto realizzò gli ingressi, la scuderia e la trasformazione della Foresteria, che all’inizio era stata concepita come una barchessa; a occuparsi di fregi e architetture, invece, fu Gerolamo Mengozzi Colonna.

Un dettaglio caratteristico di questo complesso storico sono le 17 statue di nani grotteschi che riproducono i protagonisti tipici della Commedia dell’Arte. La creazione di questi curiosi personaggi sarebbe legata a una leggenda del luogo, secondo cui la figlia del signore della villa era affetta da nanismo e venne circondata da servitori della sua stessa altezza per evitare che si accorgesse del proprio difetto fisico. Quando, tuttavia, a palazzo entrò un principe alto e bello, la fanciulla scoprì la verità e si tolse la villa gettandosi da una torre; i nani che la accompagnavano si tramutarono in pietra per il dispiacere.

Gli affreschi

Villa Valmarana è celebre non solo per l’insolita leggenda dei nani ma soprattutto perché qui Giambattista Tiepolo e il figlio Giandomenico realizzarono alcuni tra i più pregevoli affreschi della storia della Serenissima Repubblica di Venezia.

Villa Valmarana ai Nani di Vicenza

Fonte foto: wikipedia.org

Giambattista lavorò in special modo nella Palazzina della Villa, dove affrescò diverse sale in cui diede vita a opere che esaltano episodi sentimentali legati ai grandi temi epici. Qui affrescò infatti la Sala di Ifigenia, la Sala dell’Iliade, la Sala dell’Orlando Furioso, la Sala dell’Eneide e Sala della Gerusalemme Liberata.

Il compito di dipingere la Foresteria, invece, venne assunto dal figlio Giandomenico, che diede sfogo al proprio estro nell’abbellimento di sale come quella delle Cineserie, dei Contadini, delle Passeggiate (in cui è raffigurata una coppia di innamorati in abiti di origine kossovara) e del Carnevale. L’artista lasciò al padre la decorazione della Sala degli Dei, in cui il noto pittore tornò a raffigurare le divinità dell’Olimpo in tutto il loro splendore.

Il giardino e il parco dei lecci

La tenuta di Villa Valmarana è impreziosita non solo dai famosi affreschi dei Tiepolo, ma anche da alcune decorazioni tipiche delle ville venete del ‘700: il parco anteriore, ornato da aiuole di rose multicolori, il parco posteriore, delimitato da due tunnel verdi che conducono a un ninfeo, il giardino all’italiana e il teatrino collocato sul versante ovest della collina.

Di recente riapertura, anche se visitabile solo su prenotazione, sono infine il boschetto di lecci secolari, da alcuni considerato un “bosco sacro”, e la Pagoda, una struttura in cui la famiglia Valmarana soleva prendere il tè, interamente affrescata con finestre scorrevoli rientranti nei muri e una grande tavola di marmo al centro.