L.O.V.E. di Maurizio Cattelan - Statua provocatoria o di consapevolezza?

L.O.V.E. di Maurizio Cattelan – Statua provocatoria o di consapevolezza?

L.O.V.E. sta per libertà, odio, vendetta, eternità e ovviamente amore. Si tratta della scultura che ad oggi meglio rappresenta Maurizio Cattelan, artista contemporaneo che da sempre fa della provocazione l’ingrediente base delle sue opere. Sono certa che tutti, ma proprio tutti, abbiano visto o sentito parlare almeno di una delle sue opere senza vedere davvero, perché qualunque cosa Cattelan immetta nel mercato dell’arte nasce sistematicamente una controversia.

Fonte foto: Corriere

Il motivo è il modo in cui Cattellan concepisce la scultura, per lui non si tratta di una creazione fine a se stessa ma di un qualcosa che deve dare vita ad una performance e L.O.V.E. è, almeno fino ad oggi, la scultura/performance più riuscita di questo artista. Con scultura/performance si intende una scultura che non viene creata per essere ammirata, ma per essere vissuta e che sia in grado di interagire con ciò che la circonda ed è solo partendo da questo concetto che possiamo davvero capire L.O.V.E..

Tanto per cominciare non si tratta della statua di una mano con il dito medio alzato, alta 4,60m che poggia su di un basamento di altri 6,40m, lasciata in una piazza qualunque per creare qualcosa di provocatorio. La piazza in questione è la piazza della borsa di Milano ed il palazzo che ne ospita le sede è il Palazzo di Mezzanotte, progettato e realizzato dall’omonimo architetto in pieno regime fascista (fra il 1927 ed il 1932) e L.O.V.E. rappresenta una mano che si estende in un saluto romano sul quale il tempo e la coscienza collettiva hanno lavorato lasciando come unico superstite il dito medio. Infatti se si guarda la scultura da vicina è facile vedere come per le parti di dita mancanti sia stata simulata l’erosione tipica delle sculture sottoposte agli agenti atmosferici e al trascorrere del tempo.

Ecco dunque che il significato cambia totalmente per essere sì provocazione, ma anche monito verso la nuova dittatura del mercato che mette la produzione delle merci e la loro libera circolazione davanti ai bisogni e alla dignità umana (tema che accompagna i lavori di Cattelan già dal 1999 quando fa approdare il tema della globalizzazione alla Biennale di Venezia).Quello che la statua ricorda, a chi laboriosamente specula sulle vite per ricavarne denaro, è talmente immediato che a chi passa davanti all’opera senza pensare troppo non arriva ed è che: non importa quanto sia alto il piedistallo sul quale ergi la tua pila di panni sporchi, presto o tardi crolleranno. Tutto ciò che è male è destinato a sgretolarsi come quelle dita mancanti sotto la forza incontrastabile dell’amore: abbiamo sconfitto il fascismo e sconfiggeremo anche te.

L’opera provocatoria di Maurizio Cattelan

L’opera viene inaugurata nel settembre del 2010, in pieno periodo di recessione, come performance destinata a sostare nella piazza per due settimane, passate le quali però viene presa la decisione di lasciarla ancora nella piazza. Si arriva così nel 2012 anno in cui Pisapia prende la decisione definitiva, il posto di L.O.V.E. è e deve rimanere davanti al palazzo della borsa di Milano. Il suo messaggio è così forte e ben realizzato da diventare l’icona della contemporaneità che oggi conosciamo e che tutto il mondo, Stati Uniti compresi, prendono d’ispirazione.