Con l’arrivo dell’autunno le giornate si allungano, e dalla finestra penetra un odore di foglie secche cadute ai piedi degli alberi spogli, sospinto dalla fresca brezza autunnale, magari in un’uggiosa giornata di fine ottobre. Ma questa è anche la stagione delle tisane di ogni gusto, dei plaid caldi e delle lunghissime maratone di lettura; d’altronde, è innegabile che l’autunno e i libri siano un binomio perfetto. Ecco, dunque, una guida che illustrerà le 5 letture ideali per questo periodo che saluta l’estate e si tinge delle più belle sfumature rosse e arancioni.
Un classico intramontabile: Orgoglio e pregiudizio, Jane Austen
Sicuramente il più amato della scrittrice inglese, Orgoglio e pregiudizio non si può catalogare come lettura adatta a un’unica stagione: appartiene, infatti, a quella tipologia di romanzi classici da leggere e rileggere sempre, per cogliere ogni volta una nuova sfumatura di colore che prima non si era scorta. Ad ogni modo, dal momento che l’autunno è il periodo migliore per riprendere in mano un classico intramontabile, questo non può certamente sfuggire.
Pubblicato il 28 gennaio 1813, Orgoglio e pregiudizio gode di un’enorme fama a livello mondiale. Si tratta certamente del romanzo più maturo della Austen, e anche di quello che l’ha resa una delle scrittrici più amate e apprezzate nell’immaginario collettivo dei lettori. Dotato di una sottile e moderna ironia che caratterizza tutte le opere della scrittrice, tutto in questo romanzo sovverte la tradizione dell’epoca: l’impetuosa Elizabeth “Lizzy” Bennet, la protagonista femminile dell’opera, si rende promotrice di questa rivoluzione che Jane Austen sentiva crescere in sé. Una rivoluzione che mette in scena un’opera assolutamente moderna, sebbene siano passati oltre duecento anni da quando venne alla luce dall’inchiostro del calamaio della scrittrice. Assolutamente consigliata la lettura all’aria aperta, magari su una panchina di legno in un parco, in una giornata autunnale che si maschera di primavera.
Fonte foto: Mondadoristore.it
Un thriller in piena regola: Torno a prenderti, Stephen King
Se lo scrittore del Maine, più comunemente conosciuto come “il re dell’horror”, ha sempre abituato i suoi lettori accaniti a romanzi mastodontici con storie horror in piena regola, stavolta torna sui propri passi e propone un libro molto breve – quasi un racconto, considerando che conta poco più di cento pagine – pressoché privo dei topoi kinghiani esaminati nei suoi capolavori più celebri (Shining, It, La metà oscura), fatta eccezione per alcuni motivi già analizzati nelle suddette opere: il piccolo villaggio americano, l’arrivo del male, un protagonista ossessionato dai fantasmi del passato.
Emily, la protagonista, ama praticare jogging. Corre per passione, ma anche per fuggire da una vita che le è diventata stretta. Il suo matrimonio con Henry è alla deriva, a causa di un trauma che li lega intimamente: la perdita improvvisa della figlia ancora in fasce. Emily decide così di abbandonare tutto e ripartire. Si rifugia nella casa di villeggiatura del padre, pensando di essere finalmente sola. Ma non sa, però, che un’esperienza terribile la aspetta, proprio dall’altra parte della strada.
Già il titolo è una chiara dichiarazione di intenti: King vuole mettere in scena un thriller in piena regola, inserendo alcuni elementi grotteschi – tanto cari allo scrittore – qua e là fra le righe. La storia risulta ben strutturata, sebbene si dispieghi su poco più di cento pagine. Questa scelta, che a volte penalizza lo scrittore e il lettore – è più difficile entrare in empatia con i personaggi quando la storia è molto breve – si rivela assolutamente funzionale: ne risulta un romanzo scorrevole, privo di fronzoli, che si legge con la stessa velocità impiegata per mandare giù un bicchiere d’acqua. Ma fate attenzione: accertatevi che nessuno vi stia spiando dalla finestra!
Fonte foto: lafeltrinelli.it
Un drammatico per il lettore dalla lacrima facile: Le nostre anime di notte, Kent Haruf
Edito dalla casa editrice NNE, questo ultimo romanzo di Kent Haruf presenta una copertina evocativa, una sorta di dichiarazione delle proprie intenzioni: un cielo notturno stellato, lo stesso sotto cui si svolgono le vicende di Addie Moore e Louis Waters. I due, entrambi vedovi, vivono nella cittadina di Holt, in Colorado, teatro di ogni opera dello scrittore statunitense. Dopo un passato traumatico che li ha segnati nel profondo, tutti e due sentono forte il peso della malinconia sulle spalle, tanto da ricercare l’uno la compagnia dell’altro.
“Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me […] la notte. E parlare”.
È proprio Allie a proporsi all’uomo, il quale accetta senza troppi indugi. Ma la cittadina di Holt non è un posto sano per coltivare questa particolare amicizia, e i due dovranno fare presto i conti con una comunità retrograda e pullulante di pregiudizi.
Un libricino breve, di appena centosessanta pagine, complice anche la malattia incurabile di Kent Haruf, che lo avrebbe inesorabilmente condotto a una mesta fine. Da qui l’esigenza di scrivere un’opera fulminea, che potesse ritenersi conclusa nel giro di poco. Ma lo stile di Haruf, sebbene lo scrittore sia stato costretto a concludere per tempo, non ne ha assolutamente risentito. Le nostre anime di notte mette in scena una storia delicata e struggente, che trasporta il lettore nella malinconia e nella solitudine di coloro che si ritrovano soli al mondo: gli anziani. Ma è anche una lezione di vita preziosissima: non è mai troppo tardi per amare ed essere ancora amati. Una lettura che farà emozionare anche i lettori dal cuore di pietra.
Fonte foto: nneditore.it
Un gotico per gli amanti del brivido: Giro di vite, Henry James
Giro di vite di Henry James è un classico del genere gotico, perfetto per la stagione autunnale, quando le letture “spooky” scalpitano per uscire dalle librerie e finire sul comodino. Apparso dapprima a puntate sulla rivista Collier’s Weekly nel 1898, nell’ottobre dello stesso anno fu pubblicato in volume. La storia ruota attorno alla figura di una giovane istitutrice inglese e a quelle dei due bambini di cui si occupa, il tutto – da buon romanzo gotico qual è – all’interno di una inquietante magione nella campagna dell’Essex, in Inghilterra. Fin qui sembrerebbe tutto tranquillo, ma ben presto la ragazza si accorge che c’è qualcosa di anormale nel comportamento dei due bambini: dopo una serie di avvenimenti inquietanti, infatti, inizia a credere che siano posseduti dalle anime di due malvagi amanti defunti.
Qualcuno ha avuto l’ardire di definirlo una mera storia di fantasmi, relegandolo a un asettico genere che non gli rende giustizia fino in fondo. Giro di vite, infatti, è sì una storia di fantasmi, ma è anche un romanzo dal forte connotato psicologico, dove i confini della realtà sembrano dissolversi e confondersi con quelli dell’immaginazione, dando vita a un’opera che è molto più complessa di quanto appaia in realtà.
Un consiglio: se proprio volete leggerlo di notte, abbiate almeno il buonsenso di tenere le luci accese!
Fonte foto: bompiani.it
Un weird marino: Sirene, Laura Pugno
Non lasciatevi ingannare dal titolo: questo, sebbene abbia un nome che rievoca subito il mare, non è affatto un romanzo da leggere sotto l’ombrellone, magari rilassandosi su una spiaggia caraibica. Appartenente al genere “weird”, infatti, si tratta di un romanzo che di leggero non ha proprio nulla. Dimenticate le bellissime e sensuali sirene dei cartoni animati e dei film cui siete abituati, perché Laura Pugno vi trasporterà in un universo distopico in cui queste leggendarie figure mitologiche hanno tutt’altro che un aspetto piacevole: sono descritte, infatti, come esseri mostruosi con tratti parzialmente umani, costrette a trascorrere la vita all’interno di enormi vasche d’allevamento, vittime dello sfruttamento umano.
La storia ruota attorno a Samuel, il sorvegliante di uno stabilimento di vasche per sirene allevate per la “carne da mare”. L’uomo è vittima di un passato che torna a tormentarlo, e così, per tentare di rimuovere dei ricordi dolorosi dalla memoria, decide di abbandonarsi al più carnale dei piaceri con una delle creature che sorveglia. Un’unione sovrumana, che va oltre qualsiasi etica, ma che porta alla nascita di una vita: una bambina, mezza sirena e mezza umana, che potrebbe dare inizio a una nuova specie cosciente.
La Pugno compie delle lucidissime descrizioni senza tralasciare nessun dettaglio, talvolta utilizzando una terminologia cruda e priva di retorica, concependo un romanzo spaventoso e scritto – come ha affermato il critico letterario Angelo Guglielmi:
“In un linguaggio secco, lucido e fermo e insieme percorso da una strana vibrazione di natura segreta e inudibile.”
Una pesante critica alla società attuale, dunque, sempre più incentrata sullo sfruttamento delle risorse, talvolta a discapito degli esseri umani. Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, magari degustando una tisana calda in una giornata uggiosa che richiami l’elemento acquatico.
Fonte foto: marsilioeditori.it
Da bambina leggevo i fumetti di Dylan Dog, poi – senza nemmeno accorgermene – sono entrata nel vortice dei grandi classici e non ne sono più uscita. Leggo in continuazione, in qualsiasi momento, e se non leggo scrivo. Scrivo per riempire gli spazi bianchi e vuoti della mente, ma anche perché è l’unica cosa che mi fa sentire viva. Cosa voglio diventare da grande? Facile: una giornalista.