Il 9 ottobre è uscito il romanzo intitolato Chicago Blues, ideato e scritto da Angelo Fabbri e Marilena Migiani. Si tratta del risultato di un progetto di scrittura che potesse raccontare la vita turbolenta di una Chicago di inizio Novecento che stava rapidamente ingigantendosi tra sogno americano, tensioni razziali e grande fermento culturale, specialmente in campo musicale.
Si tratta di un romanzo storico dai toni decisamente noir che ha come protagonista una famiglia di italoamericani, i quali faranno i conti con la turbolenta atmosfera di quei tempi. A fare da sottofondo alle loro vicende, a tratti anche violente, la nascita del blues. D’altronde, la prefazione del libro è stata scritta da uno dei pianisti e delle voci più rilevanti del panorama blues in Italia: Mario Donatone.
Mario Donatone
La trama e l’idea del romanzo
Siamo negli Anni ’20, ossia nel pieno del boom economico e dei consumi negli Stati Uniti d’America. Una famiglia di italoamericani si dovrà scontrare con la vita turbolenta, apparentemente sregolata e certamente non facile di una grande metropoli come Chicago. Il proibizionismo, che all’epoca faceva da padrone, le tensioni razziali (che vengono percepite e vissute come la normalità), il sogno americano portato dietro dai tanti che hanno lasciato la loro terra di origine e l’enorme fermento culturale che porterà la nascita del blues sono i principali fili conduttori di questo romanzo. In particolare, saranno proprio l’allora neonato genere musicale, che allora rappresentava molto più di un semplice fenomeno culturale, e quanto vissuto da questa famiglia di immigrati salpati dal Vecchio Continente (e relativi figli) a fare da “albero maestro”.
L’idea di Chicago Blues è nata dall’incontro, nella rete, dei due autori. Dunque, dall’unione di due stili completamente diversi: la scrittura evocativa di Marilena Migiani e quella cinematografica di Angelo Fabbri. E non solo! Fabbri aveva appena ultimato un lavoro sull’emigrazione italiana, mettendo in risalto le speranze, le paure e le ansie di chi si lasciava alle spalle la propria terra natale. Migiani, d’altro canto, aveva trattato il tema dello schiavismo e dunque del fenomeno culturale della negritudine. Da non intendere in tono razzista: non è altro che l’insieme dei valori propri della tradizione culturale nera nelle sue più disparate espressioni ed affermazioni. La miccia che ha certamente dato il via al progetto di Chicago Blues, tuttavia, va ricercata anche nel brano Me and the Devil Blues di Robert Johnson, ascoltato da Fabbri per puro caso:
“…in una di quelle che invogliavano più alle riflessioni che ad uscire, ad ascoltare della buona musica con in mano un bicchiere di liquore.”
Sempre Angelo Fabbri afferma, inoltre:
“Un melting pot esplosivo: È da questo – ci siamo detti – che è nato il sogno americano, quell’incredibile e inarrestabile esplosione che ha trasformato in poco più di una generazione gli States da una giovane nazione con enormi problemi di integrazione ad una potenza di livello mondiale.“
Angelo Fabbri e Marilena Migiani
Chi sono Angelo Fabbri e Marilena Migiani?
Angelo Fabbri, classe 1953, genovese. Si è occupato per tutta la vita di occupazione verso l’esterno in una grande azienda. Pur essendo ad oggi in pensione, da tre anni è parte dello staff editoriale del Laboratorio di Scrittura Creativa Writer Monkey, sia come editore e autore che come caporedattore. Per quest’ultima ha curato diverse pubblicazioni, tra le quali Cenere (un tributo al Giorno della Memoria), Trollando trollando, pensato proprio per Halloween, e La bella e la Bestia, che per quanto possa sembrare un tributo all’omonimo film Disney, in realtà è ispirato alla fiaba di Cappuccetto Rosso.
Marilena Migiani, nata nel 1956, romana. Inizia a scrivere fin da giovane, ma dovrà interrompere questa sua passione per via del matrimonio prima e della maternità poi. Il divorzio la porterà a riprendere “carta e penna”, ma attraverso il blog L’Antro della Strega, che farà da vetrina per i suoi racconti. Alcuni di questi racconti verranno pubblicati grazie al Laboratorio Writer Monkey, col quale collabora da circa quattro anni, e per citarne alcuni possiamo far riferimento a Nel mio delirante universo dada, da considerare una “riflessione ad alta voce”, City of light (una storia d’amore) e Il pasto nudo dell’orchessa, ossia la storia di quella che viene definita “la regina delle prostitute” da qualche parte nei Caraibi.
Classe 1996. Sono appassionata di molte cose, tra cui la fotografia.
Nasco in un borgo del Centro Italia e quando ne ho la possibilità faccio dei piccoli viaggi (o gite fuori porta, come preferite) nei luoghi più disparati della mia terra, ossia proprio l’Italia Centrale.
Quella di Hermesmagazine è la mia prima esperienza in assoluto da pubblicista; dietro le quinte ho curato, insieme ad altre persone, i testi di alcuni articoli per il sito leviedelcinema.it (Rassegna del film restaurato che si tiene non molto lontano da casa mia). Nel tempo libero gestisco una piattaforma personale in cui ho catalogato i miei scatti in giro per il Centro Italia (e non solo) e in cui scrivo qualcosa riguardo i miei spostamenti.