Come smettere di farsi le seghe mentali

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Fonte immagini: per l'immagine di testa, dettaglio della copertina dell'edizione 2014, © 2014 Ponte alle Grazie; per la copertina all'interno dell'articolo (edizione 2003) © 2003 Ponte alle Grazie; per la foto di Giulio Cesare Giacobbe © 2003 Giulio Cesare Giacobbe

Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita è un libro di grande successo di Giulio Cesare Giacobbe del 2003, apripista di una serie di opere similari e altrettanto utili, tra cui vale la pena citare:

– Come diventare un Buddha in cinque settimane,

– Alla ricerca delle coccole perdute,

– Come diventare bella, ricca e stronza,

– Come fare un matrimonio felice che dura tutta la vita,

– Come smettere di fare la vittima e non diventare carnefice,

– Il fascino discreto degli stronzi,

– La paura è una sega mentale,

– Come cambiare il proprio passato con un trapianto di memoria,

– Vademecum antistress da portare sempre con sé e consultare in caso di necessità,

– Se li ami non muoiono mai,

– Lo zen per tutti ovvero come vivere nella realtà,

– Il principe azzurro non esiste.

In mezzo a questo lungo elenco di manuali è interessante sottolineare anche un romanzo di fantascienza, L’altra realtà, pubblicato nientemeno che da Urania.

Nascita della psicologia evolutiva

Da sottolineare che questo libro specifico determina anche la nascita della psicologia evolutiva, una teoria psicologica ideata dallo stesso autore (che inizierà ad avere nome e metodo a partire da Alla ricerca delle coccole perdute). Si tratta, questa, di una terapia cognitivo-comportamentale perché permette di ottenere un’autoimmagine di sé, con un’evoluzione del tipo auspicata dalla psicosintesi.

Nel suo metodo sono contemplate pratiche di ipnosi usate anche dalla programmazione neurolinguistica e tecniche della psicoterapia della Gestalt, in affiancamento ad archetipi collettivi della psicologia analitica e tecniche di respirazione e di recitazione di mantra tipiche dello yoga e della tradizione buddhista. Giacobbe propone questo nuovo metodo sottolineando che molti psicologi non utilizzano un’etichetta unitaria per la stessa nevrosi nel paziente (riconducibile alla nevrosi infantile) perché “condizionati dalla propria formazione didattica“. Ciò porta a diverse proposte di cura per la nevrosi infantile che quindi non sempre possono dirigere a una soluzione efficiente.

I traumi come fonte dei pensieri non controllati

La psicologia evolutiva di Giacobbe propone quindi un unico metodo che sia in grado di fare ordine in una situazione, secondo tale visione, non perfettamente unitaria. In Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita l’autore divulga quindi la visione che il nostro pensiero non controllato, normalmente automatico, sia prodotto dai traumi registrati in memoria.

Qui l’autore individuerà nel mancato sviluppo della personalità adulta la causa della sindrome infantile, diffusissima nelle società industriali; in La paura è una sega mentale arriverà perciò persino a formare un suo training per lo sviluppo della personalità adulta, che quindi dovrebbe andare a colmare tale lacuna e risolvere all’origine i problemi che tale sindrome scatenerebbe; condizione che andrà ulteriormente ad affinare con Come cambiare il proprio passato con il trapianto di memoria, ove proporrà una terapia atta a neutralizzare i traumi pregressi

come smettere di farsi le seghe mentali

La psicologia spiegata con semplicità e ironia

Chiariamo quindi subito una cosa. Questo è un libro che parla soprattutto di psicologia, ma non solo. L’autore la tratta e la esprime in maniera diretta, non più come una scienza riservata a pochi eletti, bensì traducendola in una nuova ottica popolare attraverso l’umorismo (infatti a quanto pare non è stato molto appezzato da molti psicologi puristi del metodo. Peccato). Il libro poteva tranquillamente intitolarsi Come trasformare le paranoie in pensiero positivo razionale, ma avrebbe venduto molto meno.

Una possibile soluzione alle nostre nevrosi

Una piccola chicca, quella di cui parliamo oggi, che dietro un titolo goliardico nasconde uno dei migliori manuali di autocomprensione che sia mai stato scritto (una belinata, lo descrive l’autore). Tramite tecniche yoga, riflessioni buddhiste o esercizi zen, praticate da secoli dai nostri amici orientali che evidentemente devono aver affrontato le nevrosi molto prima di noi occidentali, il libro insegna passo passo cosa sono le nevrosi (le seghe mentali, appunto) che ci affliggono, come funzionano e soprattutto come disinnescarle, magari persino imparando a incanalarle in metodi produttivi. Ma il tutto, ed è la cosa fondamentale di questo libro che altrimenti sarebbe solo una delle tante palle mostruose che affrontano l’argomento, con una feroce dose di umorismo non stop, che è la vera molla dell’attenzione di cui un testo simile ha bisogno per funzionare realmente.

Il linguaggio è infatti semplice, diretto, esplicito. L’intero libro è scritto in maniera tale che non si possa smettere di andare avanti (ne vuoi ancora!) e non si possa farlo senza aver compreso il suo contenuto. Una valutazione a parte invece richiedono le note, che prendono quasi metà opera: se il libro è diretto, simpatico, brillante, e in tal senso di rapida comprensione, le note sono proprio una perla di umorismo schietto, al quale l’autore si abbandona non più costretto a seguire il filone della spiegazione.

Prima struttura del libro: rimodulare il pensiero

Il consiglio è quindi quello di leggerlo in due mandate, la prima saltando le note a piè pari, la seconda andando a ricercarle, rinverdendo il contenuto del testo e sganasciandosi dalle risate. Possiamo dire di avere pertanto un libro composto di tre strutture: seria, la prima, quella contenutistica, e il libro è in tal senso davvero, davvero molto utile: ogni nevrotico o aspirante tale (cioè tutti, via) dovrebbero sempre tenerlo a portata di mano. Le nevrosi ci travolgono di ansie e paure che in pratica costruiscono un muro nel godimento normale della vita e nel nostro rapporto con chi ci sta accanto.

L’obiettivo dell’opera è quindi quello di insegnarci a rimodulare il pensiero in maniera tale da renderci conto di cosa stiamo pensando: meraviglioso il capitolo che spiega la meditazione come un pensare a noi che pensiamo a cosa stiamo pensando. Il testo in poche parole spiega come normalmente noi guardiamo un cavallo e vediamo un cavallo, mentre dovremmo osservare il cavallo inserito nel contesto della realtà che lo contiene, la quale è inserita nel contesto di noi che osserviamo tutto questo che a nostra volta siamo inseriti nel contesto di noi che osserviamo noi stessi che osserviamo tutto il contesto che contiene il cavallo che stiamo osservando.

Guardare la realtà per ciò che è realmente

L’applicazione di tutta questa serie di filtri (anche su noi stessi) crea il necessario distacco per non smettere di vedere ciò che stiamo osservando ma permettendoci di percepirlo per come realmente è, quindi non inquinato da tutti gli altri pensieri che a ripetizione bombardano ossessivamente la nostra mente deformando il significato di ciò che stiamo osservando. Il cavallo non è il ricordo di una brutta caduta, la manifestazione di un desiderio inespresso, l’espressione di un lontano ricordo traumatico magari nemmeno emerso. E non è pertanto il pensiero che si forma nella manifestazione di tutto questo.

Il cavallo è solo un cavallo. persino Freud riconosceva che “a volte un sigaro è solo un sigaro“. E noi siamo solo noi che osserviamo un cavallo, non le vittime indifese di tutti i pensieri che un pensiero fuori controllo può causarci: nulla di più semplice. In tutto questo, come è evidente, non c’è nessuno spazio per alcuna sega mentale. Eliminando il pensiero nevrotico, pertanto, e reimmergendoci nella realtà che il pensiero nevrotico stesso allontana, è possibile tornare a vivere: un ragionamento semplice quanto potente. È evidente che il libro richiede un grossissimo impegno da parte del lettore, impegno che spesso sarà anche necessario ricominciare da zero, eppure insegna un metodo che funziona, e che mantiene ciò che il titolo promette. Il reindirizzamento del pensiero e l’attenzione che questo richiede funzionano praticamente da mantra, portandoci al punto più vicino possibile della meditazione conscia.

L’importanza delle note: l’arte della semplificazione

La seconda struttura, semiseria, è quella della forma della stesura della prima struttura, affinché il mordente renda estremamente facile per il lettore seguire il testo; e la terza, infine, libera, a tratti demenziale, è quella delle note: che sottolineano quanto l’autore, docente universitario di Fondamenti delle discipline psicologiche orientali, e chiaramente autore di testi di stampo accademico, sia un vero uomo di spettacolo. Un autore che sa alla perfezione quanto sia importante semplificare le cose.

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