Elamita lineare: decifrata la scrittura millenaria

Elamita lineare: decifrata la scrittura millenaria

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[Fonte foto: ilbolive.unipd.it]

Risale a 5mila anni fa ed è stato decifrato dal ricercatore francese François Desset: è l’elamita lineare, un sistema di scrittura sviluppato in Iran nel III millennio a.C. e che fino ad ora non aveva trovato decodificazione.

Grazie a questa importante ricerca archeologica, si apre una breccia nella comprensione del linguaggio antico dell’area mediorientale.

La storia

Nel 1901 nell’area archeologica di Susa, antica capitale del regno di Elam, (Iran sud-occidentale) furono ritrovate delle tavolette d’argilla che riportavano segni grafici impossibili da decifrare. I caratteri cuneiformi sembravano infatti molto diversi dalle lingue del ceppo indoeuropeo e semitico fin’ora conosciuti. Pur essendo la Mesopotamia e l’altopiano iranico vicini geograficamente, i due linguaggi non avevano legami e l’elamita lineare dimostra di essersi sviluppata in maniera autonoma.

Questo sistema, che si legge da destra verso sinistra e dall’alto verso il basso, si inscrive tra i sistemi di scrittura più antichi del mondo, insieme a quello proto-cuneiforme della Mesopotamia e ai geroglifici dell’antico Egitto.

Il lavoro di ricercatore

Il lavoro di Desset, ricercatore francese che si divide tra l’Università di Theran e quella di Lione, è cominciato nel 2006 in compagnia dei suoi collaboratori Kambiz Tabibzadeh, Matthieu Kervran e Gian-Pietro Basello.

La ricerca non si è servita di alcuno strumento tecnologico, al contrario è stato ripreso il metodo che l’archeologo Jean-François Champollion usò per decifrare la celeberrima Stele di Rosetta: l’individuazione di alcuni testi ripetitivi come chiave per dare senso ai segni grafici della scrittura elamita.

Sulla base di otto iscrizioni incise su vasi in argento conservati a Londra (2000-1900 a.C.) e altre diciannove incise su pietra e argilla, conservate al Louvre, Dessert è riuscito dunque ad identificare i nomi di due Re e di una divinità dell’antico Iran, già conosciute per precedenti iscrizioni di origine Mesopotamica. Così come per Champillon fu fondamentale la decodificazione di nomi di faraoni racchiusi nei cartigli reali, allo stesso modo questi nomi e la ripetitività tipica di certe iscrizioni regali sono stati chiave per l’identificazione di altri segni.

La particolarità unica di questa lingua, inoltre, pare essere il suo carattere puramente fonetico, per cui, come avviene nella maggior parte delle lingue moderne, ai segni corrispondono consonanti e vocali e nel caso dell’elamita lineare, anche sillabe.

Elamita lineare: decifrata la scrittura millenaria

Fonte foto: Finestresullarte.info

 

L’importanza culturale della ricerca

La ricerca di Desset determina un cambio di prospettiva importante nel mondo archeo-linguistico. Fino a questo momento la storia ha raccontato la Mesopotamia come l’unica terra di invenzione e diffusione della scrittura, ma da ora in poi l’elamita lineare si configura come contemporanea al sistema mesopotamico, ma anche come la più antica scrittura fonetica conosciuta. Come dichiara lo stesso studioso, infatti, “le due scritture non sono madre e figlia, ma due sorelle”.

Tali scoperte sono importanti non solo per gli studi sulla scrittura, ma anche dal punto di vista antropologico, permettendoci di conoscere gli uomini e le donne che occupavano il territorio definito Hatamti (corrispondente, appunto, alla Terra di Elam, che geograficamente è un concetto formulato dai vicini popoli mesopotamici).

Al momento sono solo due i sistemi di scrittura ancora indecifrati: il lineare cretese A e la scrittura della Valle dell’Indo.


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