Un prezioso tesoro ritrovato ci riporta nell’Egitto di 2500 anni fa

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2020, che anno “particolare”. Un anno che, probabilmente, rientrerà nei libri di storia dei nostri nipoti. E sempre di storia parliamo oggi in questo articolo. Anzi, ad essere più precisi, parliamo del ritorno alla luce di un pezzetto di storia millenaria, proprio quella che è contenuta nei nostri libri di scuola.

 

Ci troviamo a Saqqara, a sud della capitale egiziana. Grazie al lavoro degli archeologi è emerso un vero e proprio tesoro. Un centinaio di sarcofagi in legno, rimasti nel tempo miracolosamente sigillati e inviolati, una quarantina di statue dorate raffiguranti divinità egizie e maschere funerarie dai colori ancora brillanti dopo più di duemila anni, sono finalmente riemerse dal loro forzato oblio sotterraneo.

 

Il grande ritrovamento è avvenuto nella necropoli della città, all’interno di pozzi funerari profondi all’incirca dodici metri. E non si tratta di sarcofagi utilizzati per seppellire coloro che all’epoca costituivano l’ultimo gradino della piramide sociale, anzi! I corpi ritrovati, perfettamente conservati e avvolti da puro lino decorato con geroglifici ancora chiari e leggibili, appartengono ad alti funzionari di corte, così come testimoniano i ricchi ornamenti rinvenuti nelle bare, che secondo la credenza dell’epoca avevano il compito di assicurare al defunto una vita dignitosa nel Regno dei Morti.

 

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Ma vediamo, ora, di collocare temporalmente questo enorme tesoro. Il tutto risale a circa 2500 anni fa, durante quello che gli storici hanno definito il periodo intermedio-tardo dell’Antico Egitto; le mummie rinvenute, quindi, appartengono ai dignitari di corte delle dinastie che hanno regnato sull’Egitto dal VI al IV secolo a.C, e in parte della dinastia dei Tolomei, a capo del Regno dal IV al I secolo a.C.

 

Una scoperta sbalorditiva, quindi, ma non la sola regalataci da questo prezioso sito archeologico. Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, infatti, sempre a Saqqara è stata rinvenuta una sessantina di altri sarcofagi, ancora più antichi di questi ultimi venuti alla luce.

 

La storia, però, non smette mai di insegnarci qualcosa e, anche questa volta, sembra non sia finita qui. Stando alle parole del Ministro egiziano del Turismo e delle Antichità Khaled El-Anany, infatti, “Saqqara non ci ha ancora rivelato il grosso del suo contenuto”. Ed è perfettamente plausibile che, nel tempo, l’uomo ridarà lustro alla grandezza del passato, riscrivendo e aggiungendo quei pezzetti di racconto che ancora oggi non sono perfettamente collegati. Basti pensare alla vastità del complesso dal quale sono riaffiorate queste vestigia: il sito di Saqqara fa parte della più ampia necropoli di Menfi, l’antica capitale del primo Regno, che comprende anche le ormai famose Piramidi di Giza – un luogo dichiarato Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco già negli anni Settanta.

 

Aldilà dell’enorme valore storico, culturale ed economico che queste affascinanti scoperte portano con loro, possiamo trarre un insegnamento dai nostri avi, ricordando sempre che historia magistra vitae. Ricorderete bene, dai vostri studi scolastici, come i regni egizi furono colpiti ciclicamente da carestie ed epidemie; eppure, ogni volta cercavano di trarre insegnamento da quanto successo e ideare soluzioni in grado di non prenderli alla sprovvista la volta successiva (e non avevano di certo i mezzi che abbiamo a disposizione oggi noi!). In questo modo, sono riusciti letteralmente a fare la Storia, ad essere ricordati e riscoperti nei millenni a venire. Non si sono limitati ad essere spettatori passivi di un tempo inafferrabile.

 

Sarebbe bello se anche noi, oggi, in un anno come questo, durante il quale le popolazioni sono messe in ginocchio da una congiunta crisi sanitaria ed economica, riuscissimo a concentrare le nostre forze sul trovare quelle famose soluzioni di cui parlavo, anziché interpretare il ruolo di comparse nella recita che è la vita.

 

Una piccola nota di chiusura per tutti coloro che, come me, amano questo argomento alla follia. Sappiate che, nonostante il fasto di questi ritrovamenti, gli scavi non sono che all’inizio. “Gli scavi sono in corso e ogni volta che scopriamo il vano di una tomba, troviamo anche l’entrata a un altro” sottolinea ancora il Ministro del Turismo, al quale si aggiunge il segretario generale del Consiglio delle Antichità, Mustafà Waziri, promettendo per il prossimo futuro un’ulteriore nuova scoperta. Sembra, infatti, che gli archeologi confidino di riportare presto alla luce anche la bottega artigiana nella quale i sarcofagi venivano realizzati.