Fonte foto: Wikipedia
Il 3 luglio 1883 nasceva Franz Kafka, scrittore surrealista, esponente del realismo magico ed autore simbolo del modernismo, movimento che ha visto la letteratura tra fine Ottocento e inizio Novecento rivoluzionarsi e rompere gli schemi classici a cui si rifaceva.
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L’infanzia, il ruolo del padre, la Boemia
Franz Kafka è nato in una famiglia ebraica di classe media del Regno di Boemia. Ha vissuto quindi la sua infanzia nella capitale, Praga, a contatto con influenze tedesche e ceche. La sua formazione è stata di tipo giuridico e ciò ha in qualche modo influenzato i suoi scritti, spesso caratterizzati da situazioni burocratiche cavillose e di difficile risoluzione. Il rapporto col padre, complesso e burrascoso, è stato il motore che ha dato il via a una serie di racconti e poi alla stesura del famoso testo Lettere al padre (pubblicato postumo nel 1952).
“La giovinezza è felice, perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque conservi la capacità di cogliere la bellezza non diventerà mai vecchio.”
Alienazione, angoscia, conflittualità
Lo stile di scrittura dell’autore si distingue per gli archetipi di alienazione spesso messi in atto nei racconti: nei suoi testi, infatti, è possibile trovare degli elementi ripetuti e schematici, come l’abbruttimento fisico, i conflitti sorti dalle relazioni parentali, l’angoscia esistenziale e il senso di smarrimento di fronte ai comuni crocevia che la vita propone. I protagonisti nati dalla penna di Kafka sono in preda alla crisi psicologica, combattono contro il turbamento dell’Io e analizzano in modo ossessivo la propria interiorità, finendo in balia ad eventi surreali e senza apparente soluzione.
“La giusta comprensione di una cosa e la incomprensione della stessa cosa non si escludono.”
Il disgusto per il proprio corpo e il rapporto con la sessualità
Nella prima parte della sua vita, il giovane Kafka era ripugnato da sé stesso e faticava ad accettare il suo corpo. Aveva difficoltà a mostrarsi nudo o a spogliarsi per fare il bagno e il rapporto complicato con la sua immagine influenzava quello con l’altro sesso. Sebbene fosse ossessionato dalla carnalità e nutrisse un forte interesse per la pornografia, non era in grado di sostenere l’intimità con le donne, se non in rari casi. I problemi di cui ha sofferto erano per lo più di natura psicologica e non fisica. Un esempio di ciò è la relazione intrapresa con Felice Bauer nel 1912: lo scrittore non ne era attratto fisicamente perché la donna non rispettava i canoni estetici che lui aveva idealizzato, ma allo stesso tempo ne era innamorato. I due, negli anni, hanno intrapreso un fitto scambio epistolare, che ha permesso all’uomo di barricarsi nelle sue insicurezze e di non affrontare mai una relazione vera e propria dal punto di vista materiale. Alla donna, in una delle molteplici lettere, ha scritto:
“Signorina FB. Quando sono arrivato da Brod il 13 agosto, era seduta al tavolo. Non ero affatto curioso di sapere chi fosse, ma piuttosto la guardai per scontato in una sola volta. Il volto ossuto, vuoto che dimostrava apertamente la sua vacuità. La gola scoperta. Una camicetta buttata su. Sembrava molto domestica nel suo vestito, anche se, come si è scoperto, non aveva altri mezzi. (Mi sono un po’ alienato da lei nel controllarla così vicino …) Il naso quasi rotto. Bionda, capelli piuttosto lisci, poco attraente, mento prominente. Mentre stavo prendendo il mio posto l’ho guardata da vicino per la prima volta, dal momento che mi sono seduto avevo già un giudizio incrollabile.”
Le opere simbolo del suo pensiero
Tutto il suo mondo interiore, complesso e tortuoso è racchiuso nei suoi romanzi. Ne Il castello, ad esempio, viene fuori più volte il rapporto complicato con il sesso. Emblematico il fatto che la storia non sia stata mai conclusa. Ne Il processo, anch’esso incompiuto, i personaggi sono misteriosi, descritti solo parzialmente, senza cognome. Anche la trama è contraddittoria e il messaggio angosciante.
Un’altra opera simbolo del suo pensiero è La metamorfosi, il suo racconto più famoso. Il protagonista si trasforma in un grosso insetto, condizione ripugnante e alienante:
“Gregor Samsa, svegliandosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo.”
La morte
Franz Kafka è morto il 3 giugno 1924 a Praga, dove è stato cremato e sepolto. La causa che lo ha portato al deperimento è stata la tubercolosi, di cui soffriva ormai da tempo. Le sue ceneri si trovano nel cimitero ebraico a Žižkov, nella tomba di famiglia, assieme alle spoglie dei genitori e delle sorelle.
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.