Due racconti di Ennio Masnieri che prendono vita nel libro Il silenzio del niente edito nel 2021 da dalla casa editrice milanese La Vita Felice – Collana: Contemporanea, Narrativa, per denunciare quanto male faccia l’indifferenza degli uomini verso il degrado dei “mostri“. Chi sono poi questi così detti mostri nessuno se lo chiede. Chi ci sia dietro la maschera di crudeltà che indossano nessuno lo sa. Il perché siano arrivati a vestire i panni di mostri, l’etichetta di assassini nessuno lo cerca.
Il libro
Due storie di solitudine, abusi, efferatezze, degrado emotivo e sociale che lasciano un gusto amarissimo di colpevolezza in chi legge, di chi non conosce e non si è mai curato di conoscere, il baratro in cui altri uomini, prima di diventare mostri, sono caduti.
Due thriller psicologici duri, crudi che indagano nel passato di una donna e di un uomo per tentare di spogliare il presente dalla brutalità che appare e svelare, alla fine, la stessa fragilità di tutti che in alcuni diventa abissale per mancanze affettive, per incomprensione, violenze vissute, subite sotto gli occhi indifferenti di un mondo che gira veloce e non soccorre. Un mondo che ghettizza, infanga, nasconde e copre gli orrori, gli stenti di tante vite perse. Un mondo che non cura, non accoglie, ma perseguita e tace.
La trama: 1. Rosso notturno
Sulle tracce di un’assassina spietata, che la polizia non riesce a catturare, un agente speciale si finge uno scrittore e, adescando la sospettata come fanno tanti uomini in cerca di una notte di sesso, crea una copertura perfetta per incastrare la donna che uccide i suoi amanti come un serial Killer. Rischia addirittura di fare la fine del topo pur di catturarla, ma in realtà è tutto sotto stretta sorveglianza di un collega che nella stanza adiacente a quella in cui si consuma la trappola, è pronto a intervenire supportato da un microfono posto sotto il materasso.
La scena dunque si sviluppa in un anonimo motel di basso rango e fra sesso e sorprendenti momenti di tenerezza, si delineano confessioni attraverso le quali l’autore disegna un tratto psicologico ferito che rende l’assassina da carnefice a vittima. Si scoprirà infatti un passato di abusi e dolore nell’indifferenza di tutti.
Punti di forza
Una scrittura semplice e scorrevole, diretta ed efficace che rende la lettura avvolgente. Un tema tanto importante quanto delicato che diventa una cruda e fedele denuncia di un mondo dimenticato: quello di chi non ha nessuno, di chi cresce fianco a fianco con la sofferenza, con la crudeltà, con la violenza.
Punti deboli
A volte sembra che la trama vacilli: i dettagli nella costruzione si confondono, la descrizione delle indagini e la copertura della missione affidata al protagonista appaiono a tratti frettolose.
La trama 2. Il sogno dello scorpione
Un killer di professione pagato a ingaggio indaga nel suo io più vero e nascosto fissando il soffitto dal letto della sua stanza e combatte contro i fantasmi di tutte le sue vittime. Per non cadere nella disperazione della propria solitudine ripercorre la propria infanzia.
A sconvolgerla è la morte di sua madre, una ballerina del Bolero di Ravel, avvenuta a causa di un’esplosione della macchina che lei stava guidando. Nel suo delirio il killer ricorda la disperazione del padre, ex appartenente all’ETA, nello scoprire che il fatto non è stato un incidente ma un omicidio. Inizia così la caduta verso l’inferno più nero. Sarà suo padre il carnefice che lo formerà a diventare un killer di professione. Fin da bambino gli inculca il perseguimento del piacere attraverso gli omicidi e il primo sarà proprio quello dell’assassino di sua madre. Una vendetta che quest’uomo progetta proprio attraverso suo figlio.
Punti di forza
Una buona scrittura, scevra da fronzoli ricercati e un racconto efficace del delirio che il potere sulla vita e sulla morte può avere sugli uomini. È l’adrenalina che muove ogni giornata, il senso di un vivere che altrimenti non esisterebbe. Un modo disperato di attaccarsi all’esistenza, perverso e malato, ma unico e necessario per chi altro non conosce. Un’umanità ferita nel profondo che lotta per restare soffocata perché se lasciata libera di manifestarsi, annienterebbe.
Punti deboli
La mancanza di dialoghi rende piatta la lettura se pur il racconto affronti un tema sociale così scottante. Forse la tecnica narrativa in queste pagine viene sacrificata dall’immane tentativo di rendere umano uno spaccato così aberrante di crudeltà.
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.