Il tulipano che fiorì tra la neve è una storia intensa che narra l’amore apparentemente impossibile tra Edith e Aaron. Un amore in grado di diventare talmente forte da sovvertire in tutto e per tutto la vita dei protagonisti. Nell’inverno cupo e gelido di una Germania nazista pronta a vivere l’orrore della Seconda Guerra Mondiale, inizia una storia d’amore combattuta e sofferta fra una ragazza ebrea e un soldato della Wermacht, che raggiungerà il suo culmine nell’orrore dei campi di concentramento. Più il mondo dei due ragazzi si farà grigio più il loro amore risplenderà, illuminando il loro cammino verso un finale che vi sorprenderà.
Susy Vizzo
L’autrice Susy Vizzo ha trovato la possibilità di riuscire a esprimere al meglio le sue emozioni nella scrittura, liberando le parole che a voce si sarebbero disperse e mai sarebbero state comprese. Un linguaggio semplice, in grado di arrivare anche ai più giovani, ma allo stesso tempo, la contrapposizione continua fra le difficolta della fame, dell’orrore, del sangue e della guerra e l’amore che nasce, nonostante il dolore, rendono questo libro una di quelle storie di cui il mondo di oggi (e probabilmente anche quello di ieri) ha proprio bisogno.
Un romanzo diviso che unisce
Il tulipano che fiorì a tra la neve racconta di come l’odio, la violenza e la follia umana siano forze terribili, spaventose perverse, ma costrette a cedere e ad andare in frantumi innanzi al sentimento più forte: l’amore. Per questo motivo Il tulipano che fiorì tra la neve è un romanzo davvero senza tempo e sempre attuale, perché parla di un argomento universale… e lo tratta davvero molto bene. Il romanzo si divide in due parti, per due ragioni: una più pratica e una editoriale.
Quella più pratica: il romanzo originale superava le mille pagine e questo ci portava vicino ai limiti tecnici delle macchine da stampa.
Quella editoriale: pareva quasi la cosa migliore spezzare la storia di Edith e Aaron in due parti, poiché due sono le macro-ambientazioni geografiche e temporali della storia.
Lo consiglio a tutti quelli che credono che l’amore sappia andare oltre. Oltre a tutto, anche alle tragedie.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.