“L’incoscienza di Zeman”: una vita all’attacco

“Perchè la vita, in fondo, è solo una partita da giocare all’attacco.”

Avete presente gli sfigati? Sì, gli sfigati. Chi di noi non è mai stato un po’ sfigato? Un po’ diverso, un po’ fuori dal coro, un po’ che vorresti essere come gli altri ma “chi cazzo me lo fa fare di essere tipo ‘sto stronzo!?”. Ecco, esattamente, il personaggio di questo libro: Furio è uno di noi. Un bambino timido, incapace di relazionarsi come si deve con il mondo. Come se vivesse la sua vita senza voler disturbare. Ovvero recare problemi al mondo. L’incoscienza di Zeman, scritto da Matteo Madaferri ed edito da Alter Erebus edizioni, ci propone un percorso di crescita singolare, unico, ironico ma in grado di portare alla riflessione, attraverso il suo stile allegro, anche i più incapaci di entrare in empatia con quelli come noi. Con gli sfigati? Anche, ma soprattutto con quelli che il mondo riescono a cambiarlo, per quello che hanno dentro e non per quello che le apparenze ci mostrano al di fuori.

Un libro che può trarre in inganno perché, a partire dal titolo ma soprattutto dalle prefazioni – di Gianluca Morozzi e del grandissimo Totò Schillaci – e dalle prime righe, sembra voler essere indirizzato principalmente agli amanti del calcio, degli stadi, delle persone che fanno del tifo a una bandiera e a uno stile di vita. E invece no. O meglio, queste pagine non sono indirizzate solo a loro. Credetemi, per capire questo libro non vi serve di sicuro aver messo piede all’Olimpico; vi basta la capacità di immedesimarvi e soprattutto di voler tantissimo bene a Furio.

Furio, che un po’ ci ricorda uno dei tanti personaggi che descrivono una Roma che conosciamo bene, quella di Carlo Verdone. Pero’ questo bambino, poi ragazzo e adulto, non è così paranoico come il compagno di Magda. Infatti è circondato da personaggi che forse hanno più problemi di lui. E proprio per questo decide di farsi un amico, un amico speciale, quando suo padre smette di ascoltarlo. Un amico immaginario, che non c’entra una mazza con gli amici immaginari di tutti i bambini. Ma è molto speciale. Più di Totti, più di De Rossi, più di Romolo e Remo. Furio personifica il bambino come tutti, che cresce per diventare un ragazzo medio, per poi conquistarsi un posto fisso da adulto e da italiano medio e sposarsi il primo amore da marito medio. E a fargli da spalla, in modo tutt’altro che da mediano, in questo cammino di redenzione ci sarà nientepopodimeno che Zdenek Zeman, che lo accompagnerà fino al momento – davvero commovente – in cui Furio dovrà arrendersi al suo essere diventato concretamente adulto (ma non così medio come credeva). Ringrazio Alter Erebus per avermi inviato una copia del libro.