Ufficialmente la data di nascita della letteratura gotica viene fatta coincidere con la pubblicazione di Il Castello di Otranto ovvero il 1764.
Le origini
Il legame fra architettura, letteratura e tessuto sociale sono indissolubili in questo filone letterario. Horace Walpole che simbolicamente ne rappresenta il punto di origine ci dimostra come le cose siano legate fra di loro. Il romanzo però non nasce dal nulla, H. Walpole si ispira ai drammi shakespeareiani per la stesura del romanzo enfatizzandone l’attesa, l’oscurità delle ambientazioni, l’indole dei personaggi e le proporzioni degli eventi sovrannaturali. L’autore, come gli altri grandi personaggi che guidano questo filone letterario, non si limita a lasciare sulla carta la propria idea di bellezza e nel caso specifico di H. Walpole ma la crea lasciando una delle palazzine gotiche più belle d’Inghilterra: Villa Strawberry Hill. Dunque si tratta di un modo di essere e di vivere che nasce per la necessita di palesarsi nell’arte.
Perché nasce
Non si tratta di semplice letteratura di consumo per alleggerire le giornate noiose dei signorotti. Questa visione, così come la coniazione del termine gotico in senso di dispregiativo, viene data da una critica fermamente legata al razionale e a ciò che reputa giusto per la società. Si tratta di un filone letterario che risponde al bisogno di esternare paure, desideri e un’alternativa all’eccessivo utilizzo del metodo scientifico anche nella vita quotidiana. In un’epoca come quella dei lumi e della prima industrializzazione le paure hanno bisogno di riscontri tangibili ed il romanzo gotico, con le sue parole stampate aiuta ad elaborarle ed esorcizzarle.
I grandi classici
Ecco quindi che ritroviamo la paura della medicina e dell’eccessivo potere in mano agli uomini di scienza in Frankenstein. L’autrice, Mary Shelley non si limita a questo, la sua famosa creatura simboleggia anche la paura del diverso e di non essere accettati. Paura che la società possa percepire come diverso chiunque non corrisponda a tutti i requisiti imposti dal substrato sociale.
La non accettazione di noi stessi, non sentirsi o non essere considerati all’altezza sono sensazioni che conosciamo bene ancora oggi e troviamo l’esempio tragico di come può andare a finire non solo in Frankenstein ma anche in Cime Tempestose. Dunque, adesso che iniziamo a vedere in un altro modo il fruire e i fruitori di questo genere possiamo proseguire passando ad un altro argomento che si trova spesso ad essere protagonista: la volontà di fare ricordare i valori che dovrebbero muovere l’essere umano. Questo possiamo percepirlo bene in due grandi classici, il già citato Castello di Otranto e palesato ancora meglio ne L’Italiano o il Confessionale dei Penitenti Neri. In questi classici non si trova solo questo ma c’è anche il germe del primo movimento di rivoluzione femminile. Le donne non sono presenti solo per ispirare l’uomo a grandi gesta o per cadere vittime degli eventi. Si inizia a vedere una volontà nella donna ed un forte potere decisionale che arriva ad incidere davvero sulla propria sorte. In Carmilla, breve ma intenso racconto ricco di tensione erotica, i personaggi femminili arrivano a potersi mostrare come creature con piaceri propri. Le due protagoniste si liberano completamente di ogni singolo costrutto sociale in quei momenti di intimità per i quali sono disposte a tutto. Ed eccoci arrivati alle creature che si evolvono con noi per mostrarci sempre i nostri lati mostruosi: i vampiri. Dal primissimo racconto che titola semplicemente Il Vampiro in cui la creatura vince per tutta la narrazione. Vince sulla ragione, sulla forza e soprattutto sull’apparenza della società. Il Vampiro di Polidori ci mostra come a molte persone basti indicargli la via per scoprirsi aride, inclini al vizio, lussuriose. Vi starete chiedendo adesso: “Perché, al vampiro non accade?”. No, al vampiro no. Il vampiro ha l’umiltà di comprendere i propri limiti e di conoscere le sue bassezze ed è in questo modo che non ne cade vittima come succede a tutti gli altri. Infine c’è Dracula, il conte immortale che prova per tutta la prima parte del romanzo ad insegnare al giovane e superbo Harker (che incarna la società inglese) come la via del rispetto sia migliore di quella che ha scelto di intraprendere.
La ricetta
La ricetta per creare più di un romanzo, o di un racconto, gotico la si può trovare in molte pagine che esulano dalla letteratura gotica ma che le sono affini, ad esempio i drammi teatrali si sposano bene così come tutta la letteratura romantica o le favole tradizionali. Bisogna ricordarsi di non fare mancare alcuni di questi ingredienti: castelli, abbazie, cripte, cimiteri, chiese diroccate, arte evocativa ma dalle tinte tetre e oscure, sotterranei, borgate rurali o luoghi diroccati, grotte, tanta natura selvaggia, religiosità medievale, fantasmi, demoni o mostri a scelta. Inoltre qui le dimensioni contano! Vediamo qualche esempio: la Creatura di “Frankenstein” è più grande degli altri esseri umani, le parti dell’armatura del cavaliere di “Il Castello di Otranto” dono enormi, il vampiro quando si palesa nella sua forza aumenta la propria corporatura o almeno la propria forza.
C’è però un vero e proprio ricettario da dover prima divorare per poi poterlo consultare in modo agevole. Si tratta di Melmoth l’Errante. Anche in questo caso si tratta di uno dei classici al quale però è giusto dare un po’ di risalto. Questo romanzo infatti ospita al suo interno tutte le caratteristiche del romanzo gotico. Fra queste pagine Charles Robert Maturin riesce a collocare ogni sfumatura del genere senza che il racconto ne risulti appesantito.
L’evoluzione
La letteratura gotica diventa anche il mezzo per mostrare alla società le proprie imperfezioni. L’incapacità di accettare un’evoluzione del paradigma nel quale si vive. È un genere che germina con le prime fasi della modernità, della ricerca scientifica, così come la si intende oggi, l’individualità del singolo, la possibilità di emancipazione femminile. Ecco i motivi per il quali anche oggi è possibile ritrovarsi in questi romanzi immortali. Dall’evoluzione della letteratura gotica che nascono svariati generi: horror, fantascienza, noir. Troviamo infatti fra i figli di questo genere scrittori come Edgar Allan Poe e Arthur Conan Doyle, giusto per citarne un paio noti a tutti. Personalmente vedo anche un grande uso del genere anche su svariati fumetti contemporanei.
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.