Il Vampiro – L’antieroe vittorioso

Il Vampiro, racconto breve datato 1819, è il primo racconto che parla della figura del vampiro così come lo conosciamo. Poche pagine, poco più di una cinquantina, per trovare i capi saldi sui quali è stato modellato il nobile e sanguinario immortale.

L’ispirazione

L’idea di questo racconto si insinua nell’autore la stessa famosa notte in cui viene concepito Frankenstein. Infatti anche l’autore del racconto, Jhon William Polidori, è presente la fatidica notte in cui a Villa Diodati Lord Byron propone a tutti i presenti di scrivere un racconto oscuro.

Nasce così il personaggio di Lord Ruthven. Per crearlo Polidori non si è dovuto nemmeno sforzare molto, infatti si limita a romanzare la vita e la personalità di Lord Byron.

Il Vampiro

La prima edizione firmata sotto pseudonimo

Anche la trama del romanzo non è frutto della mente dell’autore ma una rivisitazione del racconto con il quale Lord Byron intrattiene i suoi amici il 15 giugno del 1816 a Villa Diodati. Ecco perché L’autore sceglie di firmare la prima pubblicazione con il nome di L. Byron.

Lord Ruthven

Come è facile prevedere l’aspetto di Lord Ruthven è un’esaltazione di Lord Byron:

Quando la gaia risata di una bella fanciulla attirava la sua attenzione, la gelava con uno sguardo, e incuteva paura in quegli animi in cui regnava la superficialità.” […] “alcuni la attribuivano ai suoi occhi color grigio opache che, fissandosi su un volto, sembrava non riuscissero a penetrarlo e a raggiungere subito i più intimi meccanismi dell’anima, ma ricadevano sulla guancia simili a un raggio pesante come piombo, opprimendo la pelle senza poterla oltrepassare.” […] “tutti desideravano vederlo” […] “Il suo aspetto e il suo profilo erano belli” […] “i suoi occhi parlavano meno delle sue labbra”.

Bello e mortale, incapace di tollerare superbia e ignoranza. I passatempi del Lord Vampiro che vengono descritti nel racconto rivelano un essere spietato e sanguinario che punisce chiunque reputi indegno. Lord Ruthven però prende solo quello che gli serve per sopravvivere ed anche se passa molto tempo nelle sale da gioco rovinando chi reputa sciocco o pieno di sé, perde a sua volta per non intaccare il proprio essere con il denaro guadagnato dalla rovina altrui. Per gli esseri umani un pericolo letale capace di portare chi lo segue a provare la corruzione della carne e dei valori fino a diventare l’ombra di sé stessi. È importante questo concetto poiché lui non cerca mai nessuno se non per vendetta. L’attenzione di questo personaggio viene attratta solo da quelle persone ancora pure o che sembrano tali e che difficilmente riescono a rimanere così dopo averlo incontrato.

La vendetta di Lord Ruthven su Aubrey

L’intera vicenda si svolge attorno all’evoluzione del rapporto di apparente amicizia fra Ruthven e Aubrey. Il giovane Aubrey rimane affascinato dall’aspetto di Ruthven e il vampiro, a sua volta, è attratto da quella che inizialmente sembra essere la purezza del ragazzo. In realtà il ragazzo è solo inesperto e poco avvezzo alla vita mondana per sapere di non essere dissimile dagli altri borghesi e aristocratici londinesi. Quando Aubrey scopre la verità sul suo compagno di viaggio tenta prima di allontanarlo e poi di renderlo innocuo.

A scatenare la sete di vendetta del vampiro è la presunzione del ragazzo di poterlo fermare o considerarsi in qualche modo una minaccia perché conosce la vera natura di quella creatura che affascina tutti.

Ruthven usa proprio la verità scoperta dal giovane per costringerlo al silenzio e attua la sua vendetta. Aubrey guarda inerme la sua giovane sorella sposare quella creatura per spirare poco dopo.

Il Vampiro

Nel racconto, anche se breve, possiamo scorgere tutta una serie di questioni che sono ancora parte del tessuto sociale moderno, così come avevo già accennato nell’articolo dedicato alla figura del vampiro nella letteratura, troviamo qui la paura per il diverso.

In questo caso il diverso inizialmente attrae, questa attrazione porta chi gli sta vicino a chiedersi se anche la propria natura non sia qualche cosa di più rispetto a quanto non si sappia già.

Ma quando ci si rende conto di come, in questa ricerca, possa essere semplice trovare la parte oscura di noi stessi senza saperla dominare, la paura o lascia cadere nell’abisso del vizio o allontana con ripugnanza ciò che lo ha portato a compiere questo tentativo di introspezione. Ad un certo punto, parlando del paesaggio, Aubrey dice: 

Il crepuscolo in questi climi è quasi sconosciuto: il sole tramonta all’improvviso ed è subito notte”.


Questa frase, che si legge poco prima che il giovane scopra la vera natura del vampiro, rappresenta in senso figurativo quello che succede a chi circonda Lord Rathven.
Il vampiro non è però che una via alternativa, non obbliga mai alla corruzione né all’averlo come compagnia. Sono gli altri che, temendo di apparire inferiori a lui si forzano ad andare oltre dei limiti che non sono in grado di gestire.

Quanto Stoker ha attinto dal Vampiro di Polidori

Il Vampiro
Vlad III e Stoker, Polidori e Lord Byron

Come sappiamo Stoker era un grande appassionato di letteratura gotica e per il suo Dracula, nonostante attinga a piene mani dalla vita di Vad Tepes, non può fare a meno di fare riferimento ad alcuni passi de Il Vampiro di Polidori. Se vi dedicherete alla lettura di questo breve racconto incontrerete una triste oste che non vuole vedere partire un giovane sprovveduto che parte alla volta del “ritrovo dei vampiri nelle loro orge notturne”. Lo stesso fascino che passa dal vero Lord Byron a Lord Ruthven e palpabile nel Vampiro che passeggia nella Londra di Stoker.

La vera novità è che a Villa Diodati, ne Il Vampiro, è proprio la creatura inumana a vincere.