"La supplente": l'esordio narrativo di Cristina Frascà

“La supplente”: l’esordio narrativo di Cristina Frascà

La supplente è il romanzo d’esordio di Cristina Frascà, insegnante torinese laureata in lettere moderne. Uscito a settembre dello scorso anno, rappresenta l’esordio narrativo dell’autrice.

 

La supplente

Fonte foto: Il Libraio

La trama

La protagonista è Anna, giovane professoressa intenta a tenere in equilibrio la sua vita lavorativa ed affettiva. La donna però non ne fa una giusta e, nonostante i suoi trent’anni, è una sognatrice che crede nell’amore e romanticizza l’insegnamento in stile ‘’Attimo fuggente’’. La sua indole sentimentale si scontra però con la realtà delle periferie: ottiene una supplenza annuale in un istituto alberghiero e viene a contatto con ragazzi “problematici”, che hanno alle spalle situazioni difficili.

Su un binario parallelo scorre la sua vita privata, apparentemente disastrata come quella lavorativa. É sfiduciata, ripensa con nostalgia a un amore passato e sembra non avere interesse a lanciarsi in una relazione presente. Nonostante ciò, un incontro fortuito potrebbe sorprenderla.

L’opera conta 352 pagine, il prezzo è di 27,90 euro e fa parte della collana Narratori Moderni di Garzanti.

Il commento

Come suggerisce la collana d’appartenenza, il romanzo risulta fresco e moderno, capace di accaparrarsi un’ampia fetta di lettori. Il tema delle supplenze, si sa, è scottante in Italia e ciò amplia il ventaglio di interesse per la storia. La protagonista appare reale grazie al suo bagaglio emotivo: pagina dopo pagina, infatti, scopriamo le fragilità di Anna, la sua goffaggine, i desideri inespressi e, soprattutto, la fatica che è costretta ad affrontare quotidianamente per vivere con dignità. Il personaggio, così delineato, permette al lettore di affezionarsi attraverso la tecnica dello specchio: chi legge si rivede nella giovane insegnante, sorride dei suoi sbagli, è indulgente, fa il tifo per lei. Viene facile empatizzare con Anna perché è una persona normale, come tutti, alle prese con il lavoro, la famiglia che non sempre comprende, il proprio fisico da accettare.

La cultura ha un ruolo chiave nella lettura di questo libro: l’amore per il sapere di Frascà traspare attraverso citazioni colte (sebbene dissimulate per non appesantire la trama) e spunti interessanti anche per i lettori. La protagonista stessa, d’altronde, non si dà per vinta e tenta in tutti i modi di trovare un punto d’incontro con i suoi allievi, anche quando viene scoraggiata dai colleghi.

La lettura è piacevole, nonostante alcuni elementi della trama siano ricorrenti e ormai abusati. Tuttavia, essi incarnano esattamente il filone in cui il libro va a collocarsi (Chick lit), rimanendo di fatto fedeli al genere.