Nosside di Locri

Nosside di Locri: la poetessa ellenistica delle donne

Nosside di Locri è la più grande poetessa delle Magna Grecia. Visse infatti tra la fine del IV secolo e l’inizio del III secolo a.C. a Locri Epizefiri, sulla costa ionica dell’attuale Calabria e, all’interno della sua produzione, si vanta di essere il corrispettivo occidentale di Saffo, poetessa di Lesbo.

“Straniero, se navigando ti recherai a Mitilene dai bei cori,
per cogliervi il fior fiore delle grazie di Saffo,
dì che fui cara alle Muse, e la terra Locrese mi generò.
Il mio nome, ricordalo, è Nosside. Ora va’!”

                                                       Antologia Palatina – Libro VII, 718

La vita

Secondo le ricostruzioni, Nosside fu contemporanea di Anite di Tegea e, come la collega, la sua poesia è da inserirsi nel filone epigrammatico dorico-peloponnesiaco. Nei suoi scritti fa riferimento alla morte di Rintone e alla guerra contro i Bruzi (300 a.C.), da cui si deduce l’epoca in cui visse.

Sappiamo che fu figlia della nobile Teofile e nipote di Clèoca, in una polis locrese orientata al matriarcato o quantomeno alla preminenza della figura femminile nell’ambito domestico.

Locri Epizefiri fu infatti un centro culturale, artistico e sociale di rilievo: fu innanzitutto il primo in Occidente ad avere leggi scritte, la cosiddetta legislazione di Zaleuco; fu inoltre all’avanguardia per il ruolo che avevano le donne. Molti i riferimenti al matriarcato, ma non solo. Alcuni documenti riportano che a Locri fosse regolamentata la prostituzione sacra delle vergini.

In questo straordinario clima culturale si inserisce la figura di Nosside. Ma nonostante la consistente presenza femminile, l’età ellenistica rimaneva intrisa di luoghi comuni sulle donne che costarono a Nosside pesanti accuse di omosessualità e prostituzione.

Della poetessa ci rimangono solo dodici epigrammi, di una produzione presumibilmente più vasta. Sono giunti a noi grazie alla Corona di Meleagro, antologia di epigrammi di autori vari, composta da Meleagro di Gadara. La raccolta ha costituito poi nel Medioevo la base per la realizzazione dell’Antologia Palatina.

I dodici epigrammi sono di argomento vario: un epigramma d’amore, sei epigrammi votivi, due epigrammi funerari, tre epigrammi descrittivi.

La poetica

Nosside di Locri fu una poetessa dedita all’universo femminile, tanto che fu soprannominata “Voce di donna”.

Molte le affinità con la poesia di Saffo. Analogamente alla poetessa di Lesbo, gli epigrammi di Nosside sono un inno alla vita, alla dolcezza dell’amore e alla bellezza femminile. Ma se per Saffo l’immagine della donna era un ricordo malinconico e struggente, per Nosside era gioia ed esaltazione.

“È Melinna in persona. Vedi come il suo volto gentile pare fissarmi dolcemente: la figlia è proprio il ritratto della madre. Che bello quando i figli somigliano ai genitori.”

                                               Antologia Palatina – Libro VI, 353

L’impostazione alessandrina, inoltre, e le allusioni testuali rimandano in maniera raffinata, ma diretta al modello poetico saffico.

Altro elemento di similitudine è la venerazione della dea Afrodite il cui culto era molto diffuso anche a Locri.

“Con gioia, credo, Afrodite accolse l’offerta di questa cuffia, che copriva la chioma di Samita: è un prodigio d’eleganza e spira un soave odore di nettare, di quello con cui pure lei cosparge il bell’Adone.”

                                               Antologia Palatina – Libro VI, 275

Ma l’amore è l’elemento cardine della poesia di Nosside. Seppur ci rimanga un solo componimento a tematica amorosa, esso appare come un manifesto poetico in cui è possibile notare la natura programmatica e dunque la forte coscienza letteraria dell’artista:

“Nulla è più dolce dell’amore, ogni altra felicità gli è seconda; dalla bocca sputo anche il miele. Così dice Nosside; solo chi non è amato da Cipride ignora quali rose siano i suoi fiori.”

                                       Antologia Palatina – Libro V, 170

 

L’attenzione alla quotidianità femminile, ai dettagli della vita muliebre hanno reso unica  la poetessa che è stata immortalata attraverso una statua che la ritrae nuda e fiera davanti al mare di Locri.

Nosside di Locri

Fonte foto: Wikipedia

Esiste inoltre un premio alla poesia, intitolato Premio Mondiale di Poesia Nosside, arrivato alla XXXVI edizione, che ha l’intento di raccogliere l’eredità poetica della poetessa ellenistica e moltiplicarla in eterno.