Pinocchio – In quanti modi è stato interpretato il burattino di Collodi?

Pinocchio – In quanti modi è stato interpretato il burattino di Collodi?

Per parlare di Pinocchio, si potrebbe seguire un percorso lineare che non farebbe altro che consolidare la veridicità della celebre frase di Dino Buzzati:

“Ogni generazione ha il Pinocchio che si merita”.

Quanti Pinocchio abbiamo?

Fin troppo versatile il burattino di Collodi che nel 2021 ha compiuto due secoli e che troppo spesso è stato preso e riadattato. Ci sono, fra la miriade di burattini “collodiani” che sono stati disegnati da quel lontano 1881 a oggi quattro rivisitazioni che davvero vale la pena di conoscere. Prima di vederle soffermiamoci per qualche riga e cerchiamo di capire qual è il significato racchiuso nella frase di Dino Buzzati.

La fortuna di Pinocchio

Perché scegliere Pinocchio? Perché si tratta di una storia che per sua natura si presta bene al confronto con la società. Pinocchio è un bambino che si scontra con le verità della società in cui vive. Questo permette di insegnare a ogni generazione di bambini tutta una serie di lezioni che tutti conosciamo: è importante studiare, non fidarti degli sconosciuti, accontentati di ciò che hai. Eppure Pinocchio può essere molto ma molto di più e il suo potenziale viene esaltato nelle quattro edizioni che seguono, in ordine cronologico.

Pinocchio di Alberto Longoni

Il Pinocchio di Alberto Longoni vanta una prefazione firmata Dini Buzzati. Si tratta di un ibrido che proprio come il burattino si sa solo quello che non è. Non è un fumetto e non è nemmeno un racconto illustrato. Esce negli anni sessanta e mostra un burattino di legno in senso letterale. Qui infatti Pinocchio viene rappresentato quasi completamente privo di umanizzazione.

E poi la magia del ribaltamento del contesto e nuove domande che emergono: davvero essere diversi è sbagliato? Il contesto qui richiama quel sapore di persecuzione che solo pochi decenni prima le persone hanno vissuto sulla propria pelle e il tratto di Alberto Longoni richiama all’immaginario collettivo gli orrori della persecuzione perpetrata durante la Seconda guerra mondiale.

MinaLima

Svecchiato di colpo Pinocchio viene nuovamente messo a riposo. Il burattino torna a essere rimaneggiato in vari stili ma senza discostarsi dalla storia originale. Sicuramente per trovare la migliore versione di questo Pinocchio, dobbiamo fare un gran salto temporale per approdare nel maggio del 2020 quando MinaLima ne crea una nuova versione accurata ed esteticamente elevata. Una versione ad hoc per festeggiarne i due secoli.

Il Pinocchio di Ausonia

Ma per nostra fortuna nel 2006 Ausonia rispolvera la favola. Questa volta le tinte scelte sono oscure, il taglio macabro e Pinocchio è l’unica creatura fatta di carne in un paese di burattini bugiardi.

Ausonia non regala a Pinocchio il lusso di alcun tipo di sconto. Il non-burattino si trova a dover vendere il proprio corpo, a innamorarsi e perdere l’amore nel modo più tragico possibile. Il pezzo di carne parlante si muove senza fili, ecco la sua imperdonabile colpa!

Più che un fumetto questa volta Pavesio editore pubblica una vera e propria miniera di riflessioni. Diventa quasi impossibile non provare empatia nei confronti della condizione di Pinocchio, in questo mondo dove la tossicità del contesto sociale nel quale cerca di sopravvivere è univocamente sbagliato.

Il Pinocchio Meccanico

Nel 2009 anche Winshluss ci regala un Pinocchio importante, che fonde insieme il famoso lungometraggio Disney alla storia originale. Questa scelta è data dal legame che l’autore ha con la storia e la memoria della propria infanzia. Il risultato è un pinocchio che denuncia il mondo della globalizzazioneLe immagini sono così ben articolate che spesso le pagine non hanno bisogno di essere accompagnate da testo.

All’ombra di Pinocchio

Perché siamo tutti Pinocchio? Nel 2013 Con una sintesi attenta delle parti salienti della storia, Francesca Nini ci aiuta a percorrere quella strada che tutti dobbiamo intraprendere. 

Anche in questo caso la scelta del contesto per le illustrazioni è oscuro, forse perché tutti sappiamo, pur non dicendolo ad alta voce, che crescere è difficile e che spesso crescendo una parte di noi muore. Lo trovate qui.