Premio Strega: trama e curiosità sui 12 libri finalisti

Anche quest’anno il Premio Strega è arrivato alle battute finali: la prima fase del concorso ha visto candidati ben 74 titoli e tra questi sono stati scelti i 12 finalisti in gara. Scopriamo insieme qualcosa di più sugli autori e sugli argomenti da essi trattati nelle proprie opere.

Randagi di Marco Amerighi (Bollati Bollinghieri) – Presentato da Silvia Ballestra

Per Marco Amerighi questo è il secondo romanzo, il più difficile forse, soprattutto dopo un esordio di qualità come è stato Le nostre ore contate, pubblicato per Mondadori nel 2018. Per quanto riguarda la trama, l’autore ha dichiarato di aver avuto l’idea dopo essersi trovato lui stesso di fronte a un bivio come accade al suo protagonista. La storia ruota infatti attorno alle vicende di Pietro Benati, nato in una famiglia di truffatori da cui vorrebbe prendere le distanze.

Nova di Fabio Bacà (Adelphi) – Presentato da Diego De Silva

Fabio Bacà ha esordito con Adelphi e, chi ha bazzicato anche casualmente nel mondo dell’editoria, sa quanto questo assomigli ad esclamare “Ho visto un unicorno alato planare sopra la mia testa”. Già per il successo di Benevolenza cosmica, quindi, non possiamo fare altro che amarlo. Il protagonista di Nova è un neurochirurgo, Davide, con una vita apparentemente ordinaria. Oltre la noia della quotidianità, però, si nasconde un futuro insidioso da affrontare.

Mordi e fuggi di Alessandro Bertante (Baldini+Castoldi) – Presentato da Luca Doninelli

Il testo è ambientato nel 1969 e si pone l’obiettivo di ricostruire le vicende del terrorismo dell’epoca attraverso gli occhi di un brigatista. Anche Bertante ha alle spalle una lunga carriera editoriale: ha pubblicato infatti tra i tanti Al Diavul (Marsilio), Estate crudele (Rizzoli), Gli ultimi ragazzi del secolo (Giunti). Tra i suoi autori preferiti cita Robert Graves e in particolare la sua opera La Dea Bianca.

E poi saremo salvi di Alessandra Carati (Mondadori) – Presentato da Andrea Vitali

Anche in questo caso vi è un’ambientazione storica particolare: siamo nei primi anni Novanta e la protagonista è Aida, una bambina costretta a fuggire dalla Jugoslavia a causa dell’imperversare della guerra. Carati, come da lei dichiarato, ha lavorato al romanzo per ben sei anni, amandone i personaggi in modo viscerale.

 

Premio Strega

In foto alcuni vincitori delle edizioni passate

Spatriati di Mario Desiati (Einaudi) – Presentato da Alessandro Piperno

In questo caso, invece, il romanzo si concentra sulla storia d’amore e di passione tra due ragazzi che, attraverso le pagine, crescono insieme incontrando sulla propria strada avversità tipiche della loro età. Il titolo del suo romanzo proviene dal suo dialetto e indica colui che è fuori da un’idea comune, da una convenzione. L’autore crede infatti che queste siano le anime spatriate.

Nina sull’argine di Veronica Galletta (minimum fax) – Presentato da Gianluca Lioni

Caterina è tutte noi: ingegnere al suo primo incarico importante, si ritrova a fare i conti con un ambiente di soli uomini e con difficoltà lavorative di ogni sorta. Le tematiche sono attuali e declinate con maestria. L’autrice, Veronica Galletta, è d’altronde solita farlo in quanto il suo primo romanzo, Le isole di Normann, ha sbaragliato la critica: finalista nella XXVIII edizione del Premio Calvino nel 2015, pubblicato nella primavera 2020 per i tipi di Italo Svevo Edizioni, premiato al Premio Campiello Opera Prima 2020, nella cinquina dei finalisti della 5° edizione del Premio Fondazione Megamark 2020 e nella sestina dei finalisti del Premio Wondy di letteratura resiliente 2021.

Divorzio di velluto di Jana Karšaiová (Feltrinelli) – Presentato da Gad Lerner

Jana Karšaiová scrive su Il Foglio dal 2001: originaria di Batislava, ha imparato l’italiano come autodidatta. Con Divorzio di velluto usualmente si indica la separazione tra Slovacchia e Repubblica Ceca. Nel romanzo in questione, il significato è doppio: si intende infatti la frattura tra Katarina e il marito Eugen e la difficoltà della donna di elaborare il dolore inferto dagli anni vissuti a Bratislava sotto il governo comunista. Ci troviamo nuovamente di fronte a una storia con forti riferimenti storici.

Il cannocchiale del tenente Dumont di Marino Magliani (L’Orma) – Presentato da Giuseppe Conte

Marino Magliani ha vissuto all’estero gran parte della sua vita e questo è solo l’ultimo di una serie di romanzi editi da grandi editori (Quella notte a Dolcedo (Longanesi 2008), (Chiarelettere 2018). Ha dichiarato di aver lavorato a questo romanzo per oltre vent’anni: si tratta di uno storico ambientato nel 1800. I protagonisti sono tre soldati che, stanchi di combattere, si perdono e colgono l’occasione per liberarsi dagli oneri della divisa.

Storia aperta di Davide Orecchio (Bompiani) – Presentato da Martina Testa

Pietro Migliorisi è il personaggio immaginario attraverso cui Davide Orecchio decide di analizzare la storia del Novecento, in particolare dell’Italia fascista. La trama è volutamente ispirata a quella del padre dell’autore, Alfredo Orecchio.

Quel maledetto Vronskij di Claudio Piersanti (Rizzoli) – Presentato da Renata Colorni

Chi non conosce il conte Aleksj Vronskij? Giovane e seducente amante di Anna Karenina, prima la trascina in rovina e poi l’abbandona miseramente. Il romanzo di Piersanti parte proprio da questo personaggio – come il titolo suggerisce ampiamente – per analizzare il rapporto tra due coniugi di mezza età apparentemente ben affiatati.

Niente di vero di Veronica Raimo (Einaudi) – Presentato da Domenico Procacci

Di questo libro, Zerocalcare ha detto: «Veronica Raimo è l’unica che mi ha fatto ridere ad alta voce con un testo scritto in prosa da quando ero adolescente». E in effetti, Raimo sembra essere riuscita a portare su un piano ironico molte problematiche delle giovani donne di oggi. Lo fa con garbo e accuratezza, forse perché è in primis di sé stessa che sta parlando.

Stradario aggiornato di tutti i miei baci di Daniela Ranieri (Ponte alle Grazie) – Presentato da Loredana Lipperini

Anche in questa storia la protagonista è una donna che, passati i trent’anni, è intollerante verso molte cose del mondo:non sopporta i veterinari, i medici in generale, il degrado della città di Roma (nonostante ci sia nata e ci viva ancora), i rumori troppo forti, i cattivi odori (compresi i profumi dozzinali), ecc. Daniela Ranieri scrive di politica e cultura su Il Fatto Quotidiano.

La cinquina finalista del 2022 verrà annunciata l’8 giugno, il vincitore sarà invece rivelato il 7 luglio.