I romanzi epistolari rappresentano uno dei generi più amati della storia della letteratura. Si tratta di racconti costruiti attraverso uno scambio di lettere, talvolta reale ma più spesso frutto dell’inventiva dell’autore, che proprio grazie a questo escamotage ci risultano più intimi e veritieri. L’epistola ci mostra le diverse prospettive dei personaggi rispetto alle vicende, oppure può dar voce ad un personaggio in particolare dando vita ad un vero e proprio monologo che lascia spazio ad un flusso di pensieri, immagini e parole.
È nel Settecento, non a caso secolo pieno di spunti innovativi, che inizia ad andare di moda il genere epistolare; ma a dire il vero questa tendenza non ha mai smesso di affascinare la cultura e la letteratura occidentali, che ancora oggi prendono a modello quel modo di raccontare così sentimentale e romantico.
I romanzi epistolari più belli di sempre
Pamela, o la virtù premiata di Samuel Richardson
Tra i primissimi esempi va certamente menzionato questo romanzo, che nel 1740 venne dato per la prima volta alle stampe e divenne in poco tempo un best seller. A Richardson si deve il merito di aver elevato questo genere ad alti livelli, ed ogni altro successivo romanzo epistolare inglese si è basato sulla sua opera. La storia parla di una giovane domestica reclusa del suo padrone, il quale più volte cerca di sedurla anche in maniera prepotente; successivamente le tensioni si dipaneranno e i due impareranno a comprendersi l’un l’altra.
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I dolori del giovane Werther di J. Wolfgang Goethe
Pubblicato nel 1774, il romanzo è considerato opera simbolo del movimento dello Sturm und Drang, anticipando molti temi che saranno propri del romanticismo tedesco. La trama è incentrata sui tormenti e le sofferenze amorose di un giovane borghese, il ventenne Werther, il quale spasima per la bella Charlotte, la quale è già promessa sposa ad un altro uomo. Le varie vicissitudini sono narrate per 20 mesi tramite una serie di lettere che il protagonista invia all’amico Wilhelm.
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Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo
Capolavoro che dà rilievo al sentimentalismo e all’individualismo di un eroe che combatte contro le convenzioni della società, quello di Foscolo (del 1798) è considerato il primo romanzo epistolare della letteratura italiana. Ispirandosi ad un fatto reale e certamente al “giovane Werther” di Goethe, vi sono raccolte 67 lettere che il protagonista, Jacopo Ortis, mandò all’amico Lorenzo Alderani raccontandogli della sua passione disperata per la bella Teresa. Quest’ultimo, dopo il suicidio di Jacopo, le avrebbe date alla stampa corredandole di una presentazione e di una conclusione.
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Frankenstein di Mary Shelley
Appartengono al genere epistolare anche due capolavori del gotico. Il primo è Frankestein: in questo romanzo le lunghe lettere del giovane capitano Watson alla sorella ci raccontano le incredibili vicende del dottor Frankenstein e della sua mostruosa creazione. Una storia, scritta a inizio Ottocento, che non smette di affascinare lettori e cinefili di tutto il mondo.
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Dracula di Bram Stoker
Scritto dall’irlandese Bram Stoker nel 1897, in forma di stralci di diari e di lettere, il romanzo rappresenta uno degli ultimi, se non l’ultimo, dei grandi romanzi gotici. La vicenda è narrata attraverso la raccolta degli scritti di alcuni dei protagonisti del racconto, che inizia il 3 maggio 1890 con il giovane avvocato Jonathan Harker, inviato in Transilvania per occuparsi dell’acquisto di un’abitazione a Londra fatto da un nobile: il Conte Dracula. Le atmosfere cupe e il terrore assillano i protagonisti, in un crescendo di emozioni che conduce alla scoperta dell’orrore.
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Le relazioni pericolose di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos
Un romanzo scritto nel 1782, considerato uno dei capolavori della letteratura francese. Si tratta di una raccolta di lettere che numerosi personaggi vissuti nella Parigi del Settecento si scambiano fra loro. Il narratore, con la scusa di essere solamente il raccoglitore di queste lettere, e insieme l’autore che si cela dietro di lui, rimangono estranei alle vicende mostrando i giochi di potere e di seduzione che si nascondevano dietro la bella facciata della società aristocratica di fine Settecento.
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Storia di una capinera di Giovanni Verga
Torniamo in Italia con un romanzo epistolare del 1871, che è in parte autobiografico: prende spunto, infatti, da una vicenda vissuta in prima persona da Giovanni Verga in età giovanile. L’episodio risale all’estate 1854-1855 quando, in seguito all’epidemia di colera che si era scatenata su Catania, la famiglia Verga si rifugia a Tebidi, una località tra Vizzini e Licodia. Verga, all’epoca quindicenne, si innamora di Rosalia, giovane educanda del monastero di San Sebastiano. Qui Verga sceglie di raccontare la storia e i tormenti interiori di una ragazza costretta a farsi monaca, la quale affida alla carta (e quindi alle lettere) le confessioni della sua anima.
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The Perks of Being a Wallflower di Stephen Chbosky
Con un salto temporale, arriviamo a questo romanzo epistolare young adult, scritto nel 1999 (che ha ispirato l’omonimo film con Emma Watson). La storia è narrata da un adolescente, conosciuto sotto lo pseudonimo di “Charlie”, che descrive la sua vita tramite una serie di lettere inviate ad una persona anonima, che non conosce personalmente. Storia di un’adolescenza introversa, che tocca anche il tema del consumo di droga, il libro era inizialmente uscito in Italia con il titolo Ragazzo da parete (a indicare la timidezza di chi, alle feste dei coetanei, si isola sullo sfondo per mimetizzarsi con la tappezzeria).
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Laureata in Archeologia, Storia delle Arti e Scienze del Patrimonio Culturale alla Federico II di Napoli. All’età di 5 anni volevo fare la “scrittrice”, mentre adesso non so cosa di preciso mi riserverà il futuro. Ma una cosa certa è che la scrittura risulta essere ancora una delle mie attività preferite, una delle poche che mi aiuta di tanto in tanto ad evadere dal mondo.