Rebis

Rebis e la paura della diversità

Edito dalla Bao Publishing, Rebis vede la sua prima pubblicazione nell’aprile del 2023. Si tratta di un graphic novel nato dalla mente di Irene Marchesini e illustrato dalla mano di Carlotta Dicataldo, entrambe classe 1994, due colleghe che stringono una forte amicizia e che esordiscono insieme proprio con la storia della quale stiamo per parlare. Prima di dedicarci a Rebis però, ecco una piccola curiosità: il protagonista condivide con la disegnatrice una passione, quella di prendersi cura dei coleotteri.

Martino

Martino è un bambino albino la cui nascita avviene nello stesso paese e nello stesso istante in cui due giovani donne affrontano la condanna a morte sul rogo poiché accusate di stregoneria. Questo accostamento tra vita e morte aiuta il lettore a capire il contesto nel quale è ambientata la storia, cosa assolutamente necessaria vista la particolarità di Martino. Il bimbo è diverso da tutti gli altri e viene presto tacciato come portatore di sventura, dato il suo candore a lui si attribuiscono il gelo e le morti del bestiame, anche quanto queste ultime avvengono per mano di altri predatori. La sua sorte sembra essere segnata dal fato e il bullismo subito dal piccolo diventa in pochi anni l’ultimo dei suoi problemi. Trova rifugio nel bosco ed è in questo spazio di transizione e trasformazioni, da secoli usato per raccontare storie ed evoluzione interiore, che Martino diventa Rebis.

Rebis

Rebis

Quando scopre di essere costretto a lasciare casa, Martino fugge nel bosco e cerca rifugio nella casa di una donna incontrata per caso mentre tentava di mettere in salvo una larva. La donna, di nome Viviana, vive in modo defilato in una casa nel fitto della boscaglia. Sarà questo il luogo in cui Martino imparerà il modo di vivere di questa donna e delle sue amiche, fino a divenire Rebis.
Ma se da una parte in questo luogo Martino trova una casa, pace e serenità, in paese, dove c’è la sua famiglia biologica, la situazione è molto diversa. Infatti l’amore delle sorelle e l’odio paterno si rivelano essere una combinazione esplosiva che un bambino che si affaccia alla pubertà non ha i mezzi per gestire.

Invito all’accettazione

Le storie di vita che si intrecciano in Rebis sono un invito alla comprensione e all’accoglienza. Rebis vuole mostrare, a chi lo prende tra le mani, quanto l’ottusità e la paura siano la casa della rovina di vite innocenti. Le colpe delle donne accusate di stregoneria, quelle di Martino e quelle delle larve alle quali il bambino è affezionato non appartengono a loro ma sono del costrutto socio-culturale in cui il caso li ha fatti nascere. La colpa di essere in qualche modo non conformi e aderenti ad una normalità costruita a tavolino dalle persone pavide. Rebis è un invito a guardarsi dentro per chiedersi quanto di questi personaggi c’è in noi. Domandarsi quanto ognuno di noi tende al tentativo di mascherarsi per aderire quel tanto che basta per essere accettati da un gruppo di individui abbastanza grande da pensare di sentirci al sicuro. La verità che Rebis ci mostra è che questi tentativi sono vani, perché chi non si accetta non può sopportare di accettare chi semplicemente vive e si vive nella sua interezza senza nasconderne la natura.